“La risposta dei vertici Rai all'interrogazione mia e del collega Romano sulla questione della titolarità dei diritti televisivi del programma ‘La storia siamo noi’ non è certamente esaustiva ma almeno fornisce un elemento di chiarezza: Giovanni Minoli può vantare alcuni diritti sui testi ideati negli anni 2010-2013 ma senza la possibilità di disporne a favore di terzi in mancanza del consenso dell’azienda. Anzi, aggiunge la Rai, in nome di questi diritti, Minoli sta esercitando un potere interdittivo che impedisce al pubblico la fruizione delle opere prodotte nel suddetto periodo. Come si evince da questa risposta, la questione è un po’ diversa da come l'ha presentata il dott. Minoli nei giorni scorsi. Mi chiedo a questo punto cosa aspetti la Rai ad agire, anche legalmente, per riacquisire la piena titolarità pubblica del programma”.
Lo dichiara Michele Bordo, deputato Pd e membro della commissione di Vigilanza Rai.
“È necessario fare subito chiarezza - prosegue l'esponente dem - anche per comprendere fino in fondo se ci fossero i presupposti giuridici o addirittura responsabilità, quantomeno contabili, per l'intesa sottoscritta nel 2011 tra la Rai e Minoli. A questo proposito, sottolineo che i diritti di una trasmissione televisiva costituiscono un asset che l’azienda dovrebbe gelosamente custodire. E comunque, se anche ci fosse stata la volontà di cederli, sarebbe stata necessaria, a mio avviso, una decisione del consiglio di amministrazione, cosa che allora non avvenne”.
“Per quanto mi riguarda - conclude Bordo - ribadisco la gravità di questa situazione e la necessità di fare tutto il necessario perché ‘La storia siamo noi’ ritorni nella piena disponibilità pubblica. Allo stesso tempo, non sarebbe sbagliato se Minoli rimettesse alla Rai, gratuitamente o ad un prezzo simbolico, i diritti del programma, ponendo fine a questa vicenda. Un giornalista di lungo corso come lui, che tra l'altro lavora ancora con la Rai, non può non essere sensibile”.