“L’aggressione e il tentato sequestro in Romania dell’inviata Lucia Goracci e della sua troupe sono un fatto gravissimo e inaccettabile”. Lo dichiara la capogruppo del Pd Debora Serracchiani, esprimendo solidarietà alla giornalista e agli operatori del Tg1.
Il Gruppo dei deputati dem ha presentato oggi un’interpellanza al Presidente del Consiglio, a prima firma del vicepresidente Piero De Luca, per chiedere al governo quali urgenti iniziative intenda assumere per ottenere una netta presa di distanza da parte delle autorità romene e, soprattutto, per assicurare l’incolumità e la libertà di esercizio della professione dei nostri giornalisti in quel Paese, così come in ogni Paese democratico.
“Come riportato da tutti gli organi di informazione - si legge nel testo - nei giorni scorsi l’inviata del Tg1 e i suoi operatori sono stati aggrediti e trattenuti per alcune ore a Bucarest dalla senatrice romena Diana Iovanovici Șoșoacă, nota per le sue posizioni no vax. Nonostante l’intervista fosse stata concordata, dopo alcune domande sulla gestione della pandemia in uno dei Paesi con più contagi in Europa, la senatrice ha chiuso dentro il suo ufficio la troupe italiana e ha chiamato la polizia, denunciando i nostri inviati di averla minacciata. Nonostante la presenza della polizia, il marito della senatrice ha colpito con due pugni la nostra giornalista, mentre la parlamentare chiedeva di arrestare la troupe, accusandola di aver rubato del materiale. Una volta arrivati in commissariato per sporgere denuncia, Lucia Goracci si è resa conto che nel verbale che le avevano chiesto di firmare veniva considerata come arrestata, con l’accusa di avere con sé droga e armi. La grave situazione si è risolta solo grazie all’intervento della nostra diplomazia. È di tutta evidenza che si tratta di un caso di straordinaria gravità, sia per quanto riguarda le azioni di una parlamentare romena, sia per l’atteggiamento intimidatorio dei locali agenti di polizia nei confronti di nostri giornalisti. Gravità che assume connotati ancor più preoccupanti e inaccettabili considerato che si sono verificati in uno Stato membro dell’Unione europea”.