• 08/02/2019

Nannicini e Serracchiani presentano interrogazione su presidente Anpal

“Domenico Parisi si metterà in aspettativa dall’Università del Mississippi e rinuncerà a tutti gli incarichi in potenziale conflitto d’interesse prima di ricoprire il ruolo di presidente e amministratore unico di Anpal?"

Lo hanno chiesto, con una interrogazione presentata in entrambi i rami del parlamento, i parlamentari dem Tommaso Nannicini e Debora Serracchiani e sottoscritta da tutti i componenti del Pd in commissione Lavoro di Camera e Senato. Per Nannicini e Serracchiani  “Parisi, indicato dal governo quale nuovo presidente Anpal e amministratore unico di Anpal servizi Spa, ovvero colui che secondo il decretone è preposto a selezionare i cosiddetti "navigator" e ad acquistare l'App che dovrà fare incontrare domande e offerte di lavoro, potrebbe trovarsi in aperto conflitto d’interessi". Nel testo della dettagliata interrogazione,  si legge che “lo stesso Ministro Di Maio ha presentato il professor Parisi come colui che, tramite il “suo” sistema informatico creato nel Mississippi, rivoluzionerà i centri per l’impiego italiani aiutando i “navigator” a incrociare domanda e offerta di lavoro con l’utilizzo di una piattaforma informatica innovativa”.

I parlamentari dem ricordano a Di Maio che "il Decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 2016, n. 108, prevede che l’incarico di presidente di Anpal è incompatibile con altri rapporti di lavoro subordinato, nonché con qualsiasi altra attività di lavoro autonomo, anche occasionale, che possa entrare in conflitto con gli scopi e i compiti dell’Anpal". Nannicini e Serracchiani aggiungono che "a oggi, il professor Parisi non ha ancora chiarito se, così come imposto dal DPR, andrà in aspettativa dall’Università del Mississippi e rinuncerà agli altri numerosi incarichi di consulenza o attività imprenditoriali in potenziale conflitto di interesse con le forniture di Anpal e della sua società controllata Anpal Servizi SpA”.

Infine, i dem chiedono a Di Maio “come intenda vigilare su questa situazione  affinché il potenziamento delle piattaforme informatiche avvenga in totale trasparenza e con procedure aperte e volte a favorire la partecipazione del maggior numero di potenziali fornitori a livello italiano e internazionale, in modo da fugare ogni dubbio sul fatto che, come riportato da varie testate giornalistiche, esista l’ipotesi che a vendere la piattaforma informatica e la relativa App allo Stato italiano sia direttamente l’Università del Mississippi, qualsivoglia soggetto controllato dall’Università del Mississippi, o addirittura società private riconducibili al professor Parisi, a suoi familiari o a soggetti presso i quali il professor Parisi svolge attività di lavoro subordinato o autonomo".