Dichiarazione on. Debora Serracchiani, capogruppo Pd in commissione Lavoro
“Il reddito di cittadinanza è un capolavoro di incoerenza poiché ad essere escluse saranno proprio le persone più fragili e più povere e che tali continueranno a rimanere.” E’ quanto ha dichiarato la capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Debora Serracchiani, al termine delle audizioni alla Camera della Alleanza contro la povertà, della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora e della Comunità di Sant’Egidio. “Oggi abbiamo avuto la riprova – ha aggiunto Serracchiani - che le persone che più hanno bisogno di assistenza , in particolare quelle senza fissa dimora e che si trovano in povertà assoluta, rischino di non essere tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. Non è una stravaganza, è una assurdità. L’Istat – prosegue la parlamentare democratica- ci ha informato che saranno, presumibilmente, 2 milioni e 700 mila le persone che potranno beneficiare del reddito di cittadinanza. Di queste, 900 mila possono fare un patto per il lavoro e di questi ultimi, 600 mila non hanno titoli di studio adeguati. Per come è strutturata la norma, - prosegue Serracchiani - è del tutto evidente che per queste persone lo Stato si limiterà a dare solo dei soldi, senza farsi carico di un futuro lavoro. Tanto più che i comuni sono esclusi dal sistema. Anche anche la misura della previsione della residenza per 10 anni è non solo illegittima, perché contraria anche alle attuali normative, ma creerà dei problemi a tutte le persone fragili, che generalmente sono i poveri, i quali sono costretti a cambiare spesso residenza, mentre la misura prevede che si debba rimanere almeno per due anni nello stesso posto” . Per Serracchiani, “strutturalmente il reddito di cittadinanza non risponde ai bisogni delle persone più deboli. In più – conclude la parlamentare del Pd - una quota di coloro che prende il reddito di inclusione sarà esclusa dal reddito di cittadinanza. Ed è un’altra ingiustizia".