• 16/01/2019

"Alla base della riforma che la maggioranza ha proposto c’è l’idea di intendere la democrazia rappresentativa come un ingombro, uno strumento ormai logoro. Del resto il proprietario del M5s non ha mai nascosto il fatto che il Parlamento debba essere sostituito dalla Rete. Tuttavia il concetto di rappresentanza ha sostanziato la struttura delle democrazie moderne. La democrazia non è la somma di tante monadi individuali e abbandonate a sé stesse, ma la composizione di spazi di libertà sociali e questo compito viene riconosciuto dalla Costituzione ai partiti, che sono l’espressione del pluralismo. Lo strumento per colmare il divario tra Stato e popolo sarebbe quindi proprio l’applicazione dell’art. 49 della nostra Carta. Ma pur di non affrontare questo nodo che farebbe venire a galla molti limiti e contraddizioni della vostra natura di partito, pensate di scaricare tutto sulle istituzioni, modificando la struttura della nostra democrazia, che volete diretta, senza mediazioni, senza sintesi e quindi senza coesione. Per voi la Rete deve sostituire il Parlamento. Noi non siamo di questa opinione e non vogliamo avallare uno strumento che imposti la nostra vita pubblica su basi regressive, che fintamente sono aperte alla partecipazione, ma che nella realtà concentrano in poche mani le leve del potere.  Cosicché il ministro Fraccaro sarà sì il ministro della democrazia diretta; diretta da altri, al fuori di quest’Aula e talvolta al fuori dei nostri confini nazionali".

Lo afferma Enrico Borghi, della presidenza del Gruppo Pd, intervenendo nell'Aula alla discussione generale sulla proposta di legge costituzionale sul referendum.