• 03/12/2024

“Il drammatico racconto del testimone “Delta”, ascoltato nel processo contro i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni, getta una luce ancora più inquietante su un caso che resta una ferita aperta per l’Italia e per chiunque abbia a cuore i diritti umani. Regeni in commissariato chiedeva disperatamente un avvocato e di contattare l’ambasciata italiana. Nessuno gli ha dato ascolto ed è stato brutalmente torturato e ucciso. Di fronte a questa ulteriore testimonianza agghiacciante, una domanda sorge spontanea: come è possibile che il nostro governo si ostini a considerare l’Egitto un Paese sicuro? Si tratta di una posizione insostenibile, soprattutto considerando che le autorità egiziane non solo non hanno collaborato nelle indagini, ma si sono rifiutate persino di fornire gli indirizzi dei principali indagati, ostacolando la ricerca della verità e della giustizia”.