• 15/06/2021

“Siamo molto soddisfatti dell'approvazione da parte della Camera della proposta di legge di iniziativa parlamentare in materia di reclutamento dei ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca. Questo provvedimento ha avuto un lungo iter, sia dentro che fuori dal Parlamento, a dimostrazione di quanto sia sentita da parte di tutte le forze parlamentari.  E’ frutto di un lavoro proficuo da parte del Parlamento e del governo, insieme ai suggerimenti arrivati dai mondi di riferimento. Si tratta di stabilire nuove modalità, innovative, funzionali e trasparenti, per scegliere e reclutare i nostri giovani migliori all'interno degli atenei e degli enti di ricerca”.

Così Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo Pd in commissione Cultura, dopo essere intervenuta in Aula per la dichiarazione di voto.

“Si tratta di un tema fondamentale - prosegue l'esponente dem - perché sarà attraverso questi nuovi meccanismi che saremo in grado di immettere e sostenere nelle università le nostre intelligenze migliori, le nostre eccellenze, le quali rappresentano il fulcro dello sviluppo del Paese. Il PNRR prevede investimenti mai visti prima per la ricerca e l'alta formazione, e i nostri atenei devono essere attrezzati, con il personale giusto, per poter stare al passo del Piano. Non solo per i cinque anni previsti dal PNRR ma anche per il futuro. Questo, e ci tengo a sottolinearlo, è un settore strategico per l'Italia. E’ il centro, il fulcro grazie al quale potremo affrontare le nuove sfide”.

“Il provvedimento si occupa di stabilire i criteri per garantire l'equità e la qualità nel selezionare i migliori, e di come rendere attrattive le nostre università e i nostri enti di ricerca. Per avere e dare il meglio. Quindi competenza, qualità e selezione di merito. Tra le misure di maggiore impatto contenute nel provvedimento - conclude Di Giorgi - voglio ricordarne alcune: la fine del precariato ad oltranza senza garanzie ma carriere tracciate, con valutazioni periodiche e verifiche di competenza; periodi di fruizione di assegni di ricerca da 6 e per non più di 36 mesi; valorizzazione del dottorato di ricerca e valorizzazione all'interno della Pubblica Amministrazione con un punteggio nei concorsi; la mobilità tra università ed enti di ricerca; nei concorsi per ricercatori una riserva del 30% per chi ha trascorso un periodo all'estero; e infine un portale che permetterà di conoscere i concorsi in essere in tutta Italia e quindi a cosa e dove si può partecipare”.