“A Di Maio hanno suggerito di uscire dall'angolo parlando della dignità del lavoro. Benissimo, parliamone. Esiste un problema legato ai diritti dei nuovi lavoratori? Sì, non c'è dubbio. Il modo per risolverlo è quello proposto da Di Maio? No, non c'è dubbio”.
- lo dichiara Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico -
“Il Ministro ha incontrato i riders che gli hanno raccontato i problemi legati alla professione che svolgono: infortuni, incidenti, copertura assicurativa, sicurezza stradale, dipendenza e controllo da app. Ma Di Maio ritiene che l'unico modo per risolverli sia la subordinazione e insiste nell’introdurre addirittura una nuova forma contrattuale. La propone nonostante gli stessi riders lo considerino un lavoro flessibile: solo il 10 per cento di loro lo considera un lavoro stabile, il 50 per cento – spiega la deputata Dem - sono studenti, il 25 lo esercita come secondo lavoro e un altro 10 lo considera un’attività di transizione. La durata media è 4 mesi, non di più. Si tratta del nuovo mercato del lavoro che ha logiche diverse da quelle del passato. Logiche che vanno regolamentate, tenendo insieme futuro e innovazione con le tutele e i diritti dei lavoratori”.
“E' del tutto evidente che infortuni, malattie, coperture, sicurezza siano tutte imprescindibili, ma non possono essere collegate ad un tipo di contratto che non coglie in alcun modo il senso di quelle richieste. Molti riders lavorano per due datori di lavoro, quindi, più che subordinazione, vogliono tutele, che non devono essere correlate al tipo di contratto, ma al fatto stesso di prestare un’attività lavorativa: i diritti sono del lavoratore, non del tipo di lavoro che svolge. – conclude Rotta - Ma Di Maio non se ne accorge”.