I sindaci dei Comuni della Provincia di Padova e Treviso posti lungo l’asta del torrente Muson dei Sassi colpiti dal maltempo della scorsa primavera hanno inviato una lettera al Ministro Musumeci, al governo e a tutti i parlamentari locali con precise richieste di ristori per la popolazione e per la realizzazione di interventi strutturali per la riduzione del rischio residuo.
Rispetto a queste richieste anche come Partito Democratico abbiamo presentato un’interrogazione al ministro, a mia firma, per sapere quali azioni intenda intraprendere per rispondere alle giuste istanze presentate dai primi cittadini.
Dal governo servono quindi impegni seri, concreti, certi. Questa è la responsabilità della maggioranza, che se il governo è inerte deve vincolarlo ad agire e a non tergiversare. Come si fa questo? Innanzitutto, con degli emendamenti al testo del decreto, per inserire nello stesso le risorse necessarie. Nella giornata di ieri abbiamo purtroppo assistito invece a un gioco di prestigio: dalla maggioranza non è arrivata un emendamento, ma un atto molto più “leggero”, un semplice Ordine del Giorno, che riprendeva le richieste dei sindaci è “passato”.
Ma il disimpegno non finisce qui.
L’ODG, costruito senza alcun coinvolgimento dell’opposizione, è stato infatti accolto solo come una “raccomandazione” da parte del governo, e che non è nemmeno stato votato dalla Camera. Che cosa significa? Significa che rimane solo un auspicio su carta e che l’esecutivo non avrà nessun obbligo a trovare le risorse richieste, nè a procedere con la nomina commissariale. Un buffetto sulla guancia, insomma, la cosa meno efficace possibile da chi gode invece dei numeri in parlamento per legiferare senza sforzi e vincolare il governo stesso.
È quindi assurdo leggere sui giornali di oggi i colleghi leghisti far passare l’idea che dal governo ci sia stato un qualsiasi tipo di impegno vincolante: se così fosse stato avrebbero ottenuto le risorse già nel decreto, o avrebbero presentato degli emendamenti o, al limite, l’ODG sarebbe stato accolto con parere favorevole, e non solo come raccomandazione, e avrebbe avuto un voto per rafforzarlo. Così come sono andate le cose il risultato è un nulla di fatto ed è tutto rimandato alla legge finanziaria (forse).
È triste constatare come su questi giusti bisogni espressi da chi guida le nostre comunità si risponda solo con della propaganda, che dura il tempo di un comunicato stampa ma che lascia i territori a doversi ancora una volta arrangiare, come già successo con l’alluvione in Romagna. Delle raccomandazioni i sindaci non se ne fanno niente, servono chiari impegni di spesa con tempi certi e chiari, ed è questo che anche come Partito Democratico chiediamo.