“Chi, come Calenda, propone l’estinzione di Ama in Acea dice una cosa vecchia che si ripete da anni. Che io ricordi, non c’è mai stato un serio piano industriale che dimostrasse la validità di questa soluzione che, quindi, si riduce a propaganda. È in realtà una vecchia proposta, semplicistica, che rischierebbe di dare solo vita a un mostro di migliaia di dipendenti con missioni diverse, trasformando Acea, che è una realtà ancora efficiente seppur non senza limiti, in un carrozzone. Serve invece salvaguardare e sviluppare il ruolo di Acea nel settore idrico e in quello elettrico, senza disperdere o compromettere, ma qualificando ulteriormente, questa sua storica missione divenuta ancor più fondamentale in epoca PNRR”. Così in una nota il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Roberto Morassut.
“Ama - spiega Morassut - deve invece diventare finalmente l’azienda dedicata al trattamento integrale del ciclo dei rifiuti ed alla manutenzione urbana, includendovi la gestione delle aree pubbliche del verde urbano (una funzione da integrare in chiave sussidiaria con il protagonismo delle reti civiche nei quartieri), delle strade (magari come ausiliaria stazione appaltante per le gare) e della gestione del patrimonio abitativo comunale per attuare, intanto da subito, il superbonus che oggi è inapplicabile alle case comunali per le sciocchezze fatte dalla Giunta Raggi. Ama è ancora in tempo per compiere il salto industriale che insegue da anni e quindi bisogna senza dubbio affrontare con coraggio il tema degli investimenti per gli impianti, costruendo, però, un patto con le popolazioni più stressate dall’emergenza discariche basato su un programma di risanamento ambientale sui territori da condurre insieme al Corpo Forestale dello Stato: impianti, dedicati al riciclo e al trattamento, in cambio di risanamento”.
“La scelta di ogni possibile localizzazione di impianti, di una discarica di servizio o di un potenziamento degli impianti esistenti - continua il deputato - non può prescindere da un chiaro confronto con le popolazioni che metta sul tavolo l’impegno dell’amministrazione a occuparsi del risanamento di territori come il Versante Prenestino o la Valle Galeria o tante altre. Ama, però, è anche una grande azienda “di territorio” e le sue migliaia di dipendenti possono essere un presidio e un servizio capillare per i quartieri, per la manutenzione e cura del verde e anche delle strade, a condizione, ovviamente, di una gestione aziendale e non clientelare come è stato dagli anni della destra in Campidoglio in poi”.
“Con Calenda, anziché di insulti, sarebbe interessante discutere di questo perché la sua proposta è vecchia e superata di almeno dieci anni”, conclude.