Dichiarazione di Mauro Laus, deputato Pd
“È giusto che nel nostro Paese ci siano lavoratori che percepiscono una retribuzione pari a 4 euro e 70 l’ora e poi, dopo un anno, si arrivi a 5 euro e 19 e dopo due anni si stabilizzano a 6 euro e 50? Lo trovate giusto ed equo?” Così il deputato del Partito Democratico Mauro Laus, intervenendo in Aula sulle mozioni riguardanti l’introduzione del salario minimo. Laus, “provocando” il parlamento ha chiesto ancora se “sia giusto che tanti di questi lavoratori, anche laureati, percepiscano meno di un percettore pieno del reddito di cittadinanza”. Per Laus “è profondamente ingiusto che un giovane lavoratore sappia in anticipo che percepirà una pensione da fame, perché oltre alla discontinuità lavorativa e spesso al part time involontario si ritrova a versare contributi veramente risibili.” “E chiedo – ha sottolineato Laus- se deve essere, come spesso accade, un giudice a risolvere le problematiche dovute alla manifesta incapacità politica”. “Anche perché – precisa Laus- se si esclude il salario minimo legale , resta esclusivamente la soluzione di una legge sulla rappresentanza, così come hanno previsto i padri costituenti con l’art 39. E non come avviene oggi tramite accordi privatistici che non hanno nessun valore giuridico. Diventa pertanto necessario applicare gli artt. 39, 36 e 3 della Costituzione”. Per Laus, inoltre , appare davvero singolare che “al Consiglio Nazionale del lavoro siano depositati circa 1000 contratti e molti di questi si candidano a regolamentare le stesse attività merceologiche.” Per il parlamentare del Pd “è profondamente ingiusto che sia lo Stato, con tutte le sue articolazioni, nel beneficiare dei salari bassi negli appalti e nei sub appalti. “A queste domande - ha concluso Laus- rispondo che non è giusto e mi aspetto da questo governo e da questa maggioranza un sussulto di responsabilità. Noi del Pd chiediamo che la cifra oraria non possa scendere sotto i 9 euro e 50, e la riteniamo per niente una richiesta propagandistica come è stata invece definita da qualcuno nella maggioranza".