“E’ fondamentale che l’iniziativa sul salario minimo, e cioè la riflessione sul concetto di giusta retribuzione, sia inserita all’interno di un quadro di rafforzamento della contrattazione collettiva e, quindi, di una maggiore chiarezza dei criteri di rappresentatività sindacale. Per queste ragioni, e proprio per dare corpo e sostanza alla nostra nuova proposta sul salario minimo, occorre che il ministero del Lavoro elimini quelle ‘perplessità e indisponibilità’ che dal luglio scorso impediscono il perfezionamento della convenzione sottoscritta da Inps, Ispettorato nazionale del lavoro, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, finalizzata proprio alla certificazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali per la contrattazione collettiva nazionale di categoria. Perché Luigi Di Maio si ostina invece su questa posizione, nonostante in diverse occasioni i sindacati lo abbiano sollecitato a consentire il perfezionamento dell’atto negoziale fra enti e parti sociali? Quali sono le ragioni cha hanno portato il ministro a impedire di fatto un accertamento più puntuale e condiviso della rappresentanza e della rappresentatività delle organizzazioni sindacali, questo sì in grado di contrastare l’insorgenza di organizzazioni spurie e di contratti ‘pirata’, la cui unica finalità è lo sfruttamento della manodopera e la concorrenza sleale tra le imprese?”.
Sono le domande alle quali intende dare risposta l’interrogazione rivolta al ministro, Luigi Di Maio, e firmata dalle deputate e dai deputati Dem: Debora Serracchiani, Chiara Gribaudo, Carla Cantone, Marco Lacarra, Stefano Lepri, Romina Mura, Antonio Viscomi e Alessandro Zan.