“Ci risiamo. Così come accaduto con il voto ai fuori sede, anche per il salario minimo il governo decide di affossare il provvedimento, facendosi votare dalla maggioranza di centrodestra una delega che consentirà di occuparsi eventualmente della questione senza impegni reali e tra un mare di tempo, con principi opposti a quelli da cui partiva la proposta delle opposizioni: le gabbie salariali e il riferimento ai contratti più applicati - quindi, potenzialmente, anche quelli pirata -, per stabilire il trattamento economico complessivo minimo. L’opposto nei contenuti della proposta calendarizzata in quota opposizioni.
Oggi in Italia la retribuzione mediana lorda annua è assai più bassa della media europea. È inaccettabile e gli italiani sono i primi a riconoscerlo e a sostenere soluzioni come quella che abbiamo proposto. Gli unici a non accorgersene e a negare la realtà sono la Meloni e i suoi sodali. La verità è che il governo non vuole il salario minimo e non ha una proposta alternativa. Per dignità abbiamo levato le sottoscrizioni del PD da una proposta di legge che non è più utile ai lavoratori: abbiamo lasciato che la destra si votasse da sé questa scatola vuota. “
Così Rachele Scarpa, deputata del PD.