“E’ grave ciò che sta accadendo alla Asl di Chieti, dove il direttore generale si rifiuta di interloquire con 7 primari dell’ospedale teatino, negando l’evidenza di una sanità in forte regresso sul piano delle liste di attesa, delle prestazioni offerte e della mobilità attiva e passiva”: l’on. Luciano D’Alfonso interviene così sui problemi che affliggono la Asl 2, ribaditi il 29 giugno scorso dal Comitato ristretto dei sindaci.
“Non saranno le stolide difese d’ufficio di Mauro Febbo a nascondere le criticità evidenziate dai primari - prosegue il deputato dem - che osservano la situazione da un punto di vista tecnico e scevro da appartenenze politiche: quando parlano di «quasi inesistente condivisione di scelte strategiche, (…) carenza cronica di personale, approvvigionamenti effettuati saltuariamente e in modo costantemente incompleto, sedute operatorie insufficienti, sale operatorie inadeguate» lo fanno a ragion veduta perché vivono quotidianamente i disagi elencati. E se lamentano «la promessa, mai mantenuta, di realizzare sale operatorie ibride futuristiche», l’aggiornamento tecnologico «irrilevante», «l’aumento delle liste di attesa», «il ritardo diagnostico e terapeutico di malattie gravi e conseguente esodo sanitario verso Aziende più efficienti», è puerile travestirsi da semplici uditori - come ha fatto il dg Schael due giorni fa durante il Comitato ristretto dei sindaci - mentre sarebbe molto più utile confrontarsi seriamente”.
Nel merito, lunedì 3 luglio presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, poiché non è possibile prolungare ulteriormente questo stato di cose. Con la giunta regionale da me presieduta abbiamo fatto uscire l’Abruzzo dal commissariamento della sanità, oggi l’amministrazione Marsilio ci sta riportando indietro di decenni”.