Che volino gli stracci nel centrodestra della Sardegna è ormai noto e la prima resa dei conti si è avuta con l’estromissione di Solinas dalla ricandidatura a presidente della Regione. Peraltro, ora, visti i disastri combinati lo nascondono alla vista degli elettori che potrebbero rinfacciare i disastri su sanità, servizi, ambiente, sicurezza, energia, mobilità, continuità territoriale. Quello che non ti aspetti è che in campagna elettorale una sonora bocciatura arrivi dal ministro dell’Economia Giorgetti che chiede alla destra di cambiare pelle per risvegliare l’orgoglio identitario e avere (finalmente) una precisa visione di cambiamento. Alla luce di questo la sentenza di Giorgetti è drammatica per la Sardegna. Niente promesse, dice solennemente Giorgetti che per un ministro dell’Economia significa niente soldi e nessun fondo speciale per l’Isola al contrario di quanto hanno sbandierato, a cominciare da Salvini, altri ministri venuti in soccorso a Truzzu.
Una triste verità che i sardi sapranno valutare perché l’Isola ha bisogno di tutt’altro e non certo di venditori di tappeti che ogni cinque anni si presentano alla porta e poi sistematicamente spariscono. Per questo il voto è utile e la scelta è obbligata tra la stagnazione di Truzzu e il rinnovamento di Todde. Tertium non datur.
Lo dichiara il deputato del PD Silvio Lai.