Le parole del Ministro Valditara sono un grave segnale di arretramento culturale e politico. Definire la lotta al patriarcato come un’ideologia e collegare l’aumento degli abusi sessuali alla presenza di immigrati significa distorcere la realtà e alimentare pericolosi stereotipi, anziché affrontare le vere cause della violenza di genere. In Italia, il femminicidio è una piaga che non conosce confini di nazionalità, cultura o classe sociale. Pensare di affrontare un fenomeno così complesso con retoriche divisive e discriminatorie tradisce una profonda mancanza di rispetto verso le vittime e i loro familiari, come quelli di Giulia Cecchettin, che hanno appena lanciato una fondazione in suo nome per sensibilizzare sulla violenza di genere.
Il patriarcato non è un’invenzione, ma una struttura di potere che per secoli ha giustificato e perpetuato la subordinazione delle donne. Contrastarlo significa impegnarsi per una società più equa e sicura, in cui nessuno debba più temere violenze o discriminazioni. È inaccettabile che un Ministro della Repubblica denigri questo impegno, banalizzandolo come un’ideologia. Serve un’educazione scolastica e sociale che parta dalla parità di genere e dalla lotta agli stereotipi. Invece di seminare divisioni, Valditara dovrebbe investire nel contrasto alla violenza di genere e nel sostegno alle vittime. La memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di femminicidio merita un impegno serio, non parole irresponsabili e, quelle sì, ideologiche.
Le istituzioni devono essere un esempio, non fomentare odio e pregiudizi. Come ha detto questa mattina Gino Cecchettin, "l'odio non serve, annichilisce". Non possiamo permettere che si oscuri il senso di una battaglia fondamentale per la libertà e la dignità di tutti. Combattere il patriarcato non è ideologia: è giustizia sociale.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.