"La proposta del Partito democratico di ampliare la fascia di obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni rappresenta una vera e propria rivoluzione sociale. Sono fermamente convinta che lo Stato debba farsi carico dell’istruzione dei piccoli sin dai 3 anni perché questo cambiamento, a fronte di un investimento iniziale che garantirebbe, tra le altre cose, anche la gratuità della mensa, avrebbe ricadute economiche e sociali di grandissimo impatto non solo dal punto di vista culturale ma anche economico consentendo alle donne di poter lavorare con maggiore tranquillità". Lo scrive, in una nota, Angela Ianaro, deputata uscente del Pd e candidata democratica nel collegio plurinominale Campania 2.
"Ricordo che in Italia, oltre un minore su quattro, è a rischio povertà. I dati rilasciati nei giorni scorsi da Eurostat, e rielaborati da Openpolis, quantificano nel +2,6 l’aumento, in punti percentuali, della quota di minori a rischio povertà o esclusione sociale in Italia tra 2019 e 2021. Una delle crescite più consistenti a livello Ue durante l’emergenza pandemica. Numerose analisi hanno mostrato come uno dei fattori principali di disuguaglianza sia proprio l’accesso all’istruzione. Si tratta infatti di un aspetto che più di altri tende a rendere ereditaria la condizione socio-economica di partenza. Nel contesto dei paesi europei l’Italia è uno degli Stati dove restano più ampie le disuguaglianze sociali e l’istruzione ha un ruolo di rilievo. In misura maggiore rispetto ad altri paesi europei, infatti, è forte la correlazione tra basso titolo di studio dei genitori e rischio abbandono scolastico da parte dei figli" prosegue Ianaro.
"L'educazione precoce è riconosciuta dalla comunità scientifica come un'arma per contrastare la povertà educativa, offrire a tutte le bambine e a tutti i bambini le stesse opportunità di crescita. Ecco perché l'attenzione e l'investimento sull'infanzia deve essere una delle massime priorità della politica e uno degli obiettivi strategici dello Stato che guarda al futuro" conclude Ianaro.