Permetterà anche una riduzione del precariato
“Il nuovo sistema di formazione e accesso all'insegnamento nella scuola secondaria consentirà di preparare docenti competenti nelle discipline e negli ambiti specifici della professione e si avvarrà di commissioni miste di esperti per valutare se la persona in formazione sta acquisendo le qualità necessarie per diventare un docente. È prevista anche la formazione dei docenti in numero coerente con i posti realmente a disposizione, aggredendo concretamente il fenomeno del precariato”. Lo scrive, fra l’altro, Manuela Ghizzoni, deputata Pd componente della commissione Cultura, in un post su Facebook in merito all’articolo di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli sul nuovo sistema di formazione e accesso all'insegnamento dei docenti di scuola secondaria, oggetto di una delega al governo attualmente all’esame della commissione Cultura.
“L’obiettivo prioritario della delega - prosegue Ghizzoni che ne è la relatrice - è quello di formare un neo-docente della scuola secondaria tanto esperto dei saperi delle proprie discipline quanto già solido nelle competenze che caratterizzeranno la sua professione vale a dire quelle psicopedagogiche ed inclusive, relazionali, metodologico-didattiche, valutative, organizzative, di ricerca e di documentazione. A cadere nell'antico vizio ‘del prima la teoria, poi la pratica’ non è certamente il nuovo sistema proposto nella legge 107 e, ora, nella delega che prevede, per la prima volta rispetto ai temi della formazione dei docenti, la ‘collaborazione strutturata e paritetica fra scuola, università e istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica’. Cosa che rappresenta una piccola rivoluzione progettuale. In sintesi, potremmo dire che il triennio di formazione punta a costruire uno strettissimo e indissolubile rapporto tra sapere e sapere agito, necessario per stimolare competenze professionali. Solo un concorso può dare la certezza di bandire un numero di posti strettamente connesso alle necessità didattiche: e il nuovo sistema si fa carico di questa esigenza. Non possiamo lasciare decadere la delega che ha il coraggio di unire la formazione iniziale all'accesso alla formazione. Altrimenti si tornerebbe ad un sistema di abilitazione alla professione docente mediante un anno accademico e si continuerà ad accrescere il numero dei precari”.