Gli attacchi americani di questa notte contro la base militare di al Shayrat sono la risposta a un crimine contro l’umanità, l’utilizzo delle armi chimiche contro la popolazione di Idlib, avvenuto il 4 aprile scorso, che ha causato centinaia di morti e feriti.
Un crimine contro l’umanità reso ancora più odioso dal fatto che si tratta di una ripetizione dell’orrore visto a Ghouta nell’agosto del 2013 e che esso è avvenuto in palese violazione dell’unico passo in avanti nel trovare una soluzione politica al conflitto civile siriano, cioè l’accordo sullo smantellamento dell’arsenale chimico del regime di Assad, suggellato dalla risoluzione ONU 2118 del 2013. Atti di questa spregiudicatezza non possono che produrre risposte ferme ma proporzionate.
La guerra civile siriana continua, con i suoi 500mila morti, 12 milioni tra profughi e sfollati, la distruzione di gran parte del paese. La soluzione di tutto questo non può essere solo l’attacco di questa notte, ma verrà solo da un negoziato politico, di cui però vanno cambiati i presupposti, perché chi si macchia di crimini contro l’umanità non può sedersi a negoziare la pace. Si apre una finestra di opportunità per riportare le parti intorno a un tavolo, a partire dall’impegno che anche stamattina il governo italiano ha manifestato di voler portare avanti sia al Consiglio di Sicurezza dell'ONU che nel G7 che in seno all’Unione europea. E’ una prova importante nella quale è ora che l’Europa dimostri di poter essere una potenza che incide negli equilibri del Mediterraneo, evitando le corse in avanti di singoli Stati membri che per primi minano la solidità di una voce europea.
Lo afferma Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera.