• 28/07/2021

La carenza degli assistenti sociali soprattutto nelle regioni meridionali è cosa ormai tristemente nota e nonostante ciò i servizi sociali hanno affrontato la pandemia provando a dare risposte alla popolazione con ogni mezzo a loro disposizione, svolgendo un enorme lavoro di sostegno per le fasce di popolazione più fragili, non soltanto recependo le indicazioni arrivate dal livello centrale, ma anche ripensando e riorganizzando i propri servizi e mettendo in campo inedite forme di vicinanza alle persone e alle famiglie.

Ci stiamo già da molti mesi battendo in Parlamento perché trovino finalmente attuazione i livelli minimi delle prestazioni. Quanto giustamente è stato rilevato sugli organi di stampa in questi giorni in merito alla distribuzione non equa dei fondi per l’assunzione di nuovi assistenti sociali fortemente penalizzante per il Mezzogiorno e le aree interne è purtroppo a noi ben noto ed è stato oggetto di diversi tentativi di intervento.

Occorre innanzitutto dire che quanto è stato fatto con la scorsa legge di Bilancio rappresenta un passo avanti importante per garantire servizi e prestazioni di assistenza sociale più efficienti. È altrettanto importante, però, far sì che quei territori che per ragioni storiche hanno difficoltà ad assicurare prestazioni idonee, anche a causa di un bassissimo rapporto di assistenti sociali rispetto al bacino d’utenza, siano accompagnati verso un deciso cambio di rotta. L’istituzione di un livello essenziale delle prestazioni in tal senso è un fatto assolutamente positivo, ma è indispensabile che il parametro di 1 assistente ogni 5.000 abitanti come indicato in legge di Bilancio venga inteso come un traguardo a cui tutti, con la dovuta gradualità ma entro tempi accettabili, possano ambire.
Il rischio oggi è che l'obiettivo di garantire un livello minimo di prestazioni sociali e di contrasto alla povertà su tutto il territorio nazionale finisce per potenziare il servizio sociale nelle aree in cui è già presente e non sostenerlo adeguatamente dove invece è insufficiente. Proprio per questo abbiamo anzitutto depositato un'apposita interrogazione parlamentare sul tema.
Abbiamo poi presentato un emendamento sia sul decreto “Sostegni bis” che sul “Semplificazioni” che intendeva modificare il sistema di ripartizione dei fondi, affinché anche i comuni e gli ambiti più svantaggiati potessero assumere da subito nuovi assistenti sociali e aumentarne la dotazione in proporzione alla popolazione.
In particolare, la modifica da noi proposta permetteva a tutti i Comuni e agli ambiti che sono più indietro, ossia con poche o nessuna unità di personale, di utilizzare fino al 50% della quota loro spettante del fondo per la povertà e l’esclusione sociale per l’assunzione di assistenti sociali a tempo indeterminato. A questo è associato anche un meccanismo premiale: i comuni e gli ambiti che utilizzano almeno il 40% di quella quota possono accedere direttamente ai contributi stanziati con la legge di bilancio per assumere altro personale e raggiungere più in fretta il rapporto di 1 a 5.000.

È indubbio che la norma varata dal governo, così come molti osservatori hanno denunciato ha bisogno di una correzione per raggiungere pienamente le sue finalità. Non solo, dunque, elevare gli standard attuali in ambito di servizi sociali, ma farlo uniformemente su tutto il territorio nazionale. Purtroppo, su nessuno dei due provvedimenti siamo riusciti ad averla vinta ma confidiamo di arrivare presto a una soluzione.

Non abbiamo pertanto assistito inermi a questa ingiustizia perpetrata ai danni del Sud, anzi abbiamo provato con tutte le nostre forze a correggere un errore grave. E non ci arrendiamo certo. Nei prossimi mesi infatti torneremo a combattere la nostra battaglia affinché si possa rendere l'intervento previsto nell'ultima legge di Bilancio concreto ed efficace, maggiormente aderente al dettato costituzionale, che impone esplicitamente solidarietà e coesione tra territori per il contrasto delle diseguaglianze.

Lo affermano i parlamentari del Pd Bruno Bossio, De Luca, Fedeli, Frailis, Lacarra, Lattanzio, Losacco, Manca, Margiotta, Miceli, Navarra, Pagano, Pezzopane, Pittella, Raciti, Siani, Stefano, Topo, Valente, Viscomi.