“Nella mia interrogazione al Ministero degli Esteri – ricorda – avevo rimarcato come la pluridecennale storia della Casa d’Italia di Zurigo si identificasse con quella della comunità italiana lì residente: fu la stessa comunità, infatti, che negli anni Trenta del secolo scorso, che si mobilitatò per contribuire alla costruzione dell’edificio. La Casa d’Italia era così diventata, più propriamente, la casa degli Italiani, dove, per oltre 80 anni, essi hanno organizzato e modellato la propria vita sociale, culturale e ricreativa con attività qualificanti della presenza italiana nella più importante città della Svizzera. Avevo perciò chiesto che non andasse smarrito questo patrimonio di cultura, di partecipazione e di affetti conservando la Casa d’Italia quale centro propulsore di identità e punto di riferimento per la nostra collettività. Annoto perciò con sollievo che dopo la progettata ristrutturazione, l’edificio potrà ospitare il Consolato Generale d’Italia, l’Istituto Italiano di Cultura, la Scuola Elementare Statale con annessa scuola dell’infanzia, la scuola media paritaria Enrico Fermi oltre che spazi per le associazioni espressione della collettività e per il Comites. Spiace, invece, che nello stabile non possa trovare spazio anche il Liceo paritario Pier Martire Vermigli, elemento integrante di quel Polo Scolastico che era il fiore all’occhiello della nostra presenza culturale a Zurigo”.
“Nella mia replica al Vice Ministro Giro ho espresso apprezzamento per l’attenzione del Governo alle questioni prospettate e ho preso atto della disponibilità che mi è stata assicurata a venire incontro alle esigenze delle scuole paritarie Enrico Fermi e Liceo Vermigli che tenga conto delle mutate condizioni operative conseguenti la chiusura della Casa d’Italia: contributi finanziari integrativi e eventualmente un’ulteriore unità di personale al Liceo Vermigli saranno possibili, mi è stato assicurato, a fronte di un concreto e sostenibile piano di rilancio delle suddette Scuole”, conclude.