• 10/01/2019

“Che novità! La farlocca commissione di Toninelli, messa in piedi con questo scopo, partorisce il ‘Niet’ richiesto dal ministro e dai 5 stelle, che non hanno la dignità politica di assumersi la responsabilità di una scelta e giocano a nascondersi dietro ad un dito. In ogni caso, i grillini sono coerenti: hanno promesso la decrescita, e ora la mettono in pratica. Piuttosto ci sono due nodi politici piuttosto evidenti. Il primo riguarda la Lega. Non basterà cavarsela evocando un referendum non fattibile (la Tav è frutto di un trattato internazionale, che per Costituzione non può essere materia oggetto di strumento referendario) e peraltro politicamente imbarazzante (è come se la Dc nel 1985 avesse votato col Pci nel referendum sul taglio della scala mobile fatto dal governo Craxi per decreto). La Lega su questo misurerà se è realmente capace di governare o se, invece, come appare evidente, la sua natura è di partito agitatore di folle e di dissensi incapace poi di tradurre in azione politica positiva il consenso ricevuto. E poi c’è il nodo di Forza Italia. Come può allearsi in Piemonte, alle prossime elezioni regionali, con un partner di governo ignavo e ambiguo, che usa il decisivo tema delle infrastrutture come arma di scambio per il mantenimento del potere romano?”.

Così Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, in un post su Facebook.

“Come si può contemporaneamente - scrive il deputato Dem - andare nelle piazze a gridare ‘Sì Tav’ e poi allearsi con un potente alleato che al governo permette che la linea Tav Torino-Lione non si faccia? Per questo è molto giusto che si metta al centro delle prossime elezioni regionali questa vicenda, perché servono chiarezza e coerenza su temi così importanti. Ed è importante che la società civile stia dando segnali molto chiari su dove voglia andare il Piemonte. In direzione opposta sia alla decrescita che alla ambigua azione di sostegno ad essa che viene data dal governo del cambiamento in peggio”.