Esprimo grande preoccupazione sugli attesi decreti applicativi della legge di riforma del Terzo settore, raccogliendo sollecitazioni e sfoghi da parte di tante associazioni. Per questo motivo, concordo con la richiesta di una proroga avanzata dal Forum del Terzo settore.
Dalle bozze si coglie un rischio di accentramento a livello nazionale, di una burocratizzazione e di condizioni fiscali che sembrano favorire più chi fa impresa, piuttosto che quanti agiscono per solidarietà e volontariamente. Occupandomi da anni di sanità, non posso poi che esprimere contrarietà alla previsione del divieto per le associazioni di malati a svolgere servizi per i propri soci. La quasi totalità di esse nascono esattamente per cercare di fornire servizi sanitari domiciliari o meno ai pazienti soci, tappando così i buchi del nostro servizio sanitario nazionale, o nascono come gruppi di auto aiuto per sostenersi a vicenda. Se passasse una norma di tale genere, non solo si tradirebbe lo spirito della legge di riforma, ma si dimostrerebbe che si è rimasti alla ottocentesca idea della mera beneficenza.
Lo afferma Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, già relatrice della legge di riforma del Terzo settore.