• 10/09/2024

“In Commissione Trasporti alla Camera il Governo non smentisce possibilità di privatizzazione dei porti e non chiarisce metodo e strategia. E sull’autonomia non affronta le ricadute sul sistema portuale”

“Dal Governo nessuna smentita né su possibile ingresso dei privati nelle autorità di sistema portuale, né sull’impatto dell’autonomia differenziata in un settore che invece chiede una maggiore organicità del sistema”, così la deputata e componente Commissione trasporti alla Camera Valentina Ghio dopo la risposta alla sua interrogazione su privatizzazione porti e le ricadute dell’autonomia differenzia sul sistema portuale.
“Oltre a spezzettare e spacchettare procedure e competenze in materia portuale attraverso l’applicazione dell’Autonomia differenziata, il governo conferma un ennesimo possibile avvio della tanto annunciata riforma dei porti senza escludere l’apertura ai privati e parlando esplicitamente di revisione della governance delle Autorità di sistema verso un nuovo modello idoneo ad attrarre privati e valorizzare il patrimonio pubblico di rilievo strategico. Due impostazioni pericolose che rischiano di indebolire un settore centrale per l’economia del Paese, con ricadute su aspetti fondamentali come la pianificazione, la competitività e le tutele del lavoro. Uno scenario che il governo, rispondendo con il sottosegretario al MIT Ferrante, alla mia interrogazione non ha smentito, anzi con parole generiche e non precise ha confermato. Nessun cenno è poi stato fatto all’impatto dell’Autonomia differenziata sul sistema portuale eludendo ancora una volta la domanda e lasciando cadere nel vuoto le richieste che in questi mesi il cluster portuale ha fatto in Commissione, di semplificazione e maggiore organicità nella pianificazione. Senza chiarezza il rischio è che a pagarne le conseguenze sia un intero settore, a partire dai suoi lavoratori, se le tutele e i contratti venissero diversificati da Regione a Regione. Uno scenario assolutamente da scongiurare ed evitare, come chiedono soggetti economici, associativi, rappresentanze dei lavoratori più volte auditi”, conclude Ghio.