• 03/07/2019

“Sulle nomine europee, il governo italiano non tocca palla o, peggio, si ritaglia il ruolo di ‘utile idiota’. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prima dice No all’accordo franco-tedesco che avrebbe portato Franz Timmermans sulla poltrona di presidente della Commissione, con un profilo certamente più attento sul fronte dell’archiviazione dell’austerity in campo economico e di maggiore condivisione di politiche comuni, come in tema di immigrazione; poi dice Sì all’accordo franco-tedesco che porta al comando della Commissione Ursula Von Der Leyen, una personalità che incarna il rigore sui conti pubblici e della continuità politica. Insomma, il governo del cambiamento di Salvini e Di Maio un cambiamento l’ha certamente portato: ha collocato l’Italia fuori dal tavolo che conta, quello dove meriterebbe sedersi un Paese fondatore dell’Unione europea, e ci ha portato tra le braccia dei bulgari e del gruppo di Visegrad. Complimenti, dagli accordi Roma-Parigi-Berlino siamo passati all’asse Roma-Sofia”.

Così Marina Berlinghieri, deputata Pd e vicepresidente della Politiche europee alla Camera.

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