“Questa discussione giunge in un momento particolare. Dall’emergenza sanitaria e da quella economico-sociale conseguente un messaggio è emerso: nessuno può farcela da solo, e rafforzare l’Europa non vuol dire indebolire i governi degli Stati membri, ma rafforzare le tutele e i diritti dei 500 milioni di cittadini europei. L’Europa ha reagito finora alla crisi con misure di portata storica ispirate alla responsabilità e alla solidarietà, aprendo una stagione nuova”. Klo ha detto oggi in Aula alla Camera durante la dichiarazione di voto sulle comunicazioni del presidente del consiglio il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione UE.
“Tutto questo – ha aggiunto - non sarebbe stato possibile senza la presenza a Bruxelles di Paolo Gentiloni e senza la determinazione di David Sassoli. Se qualcuno scommetteva sull'esplosione dell'Unione, questa fase ha segnato la definitiva sconfitta invece di ogni cultura sovranista continentale. Se avessimo dato retta a chi ipotizzava l’isolamento politico del Paese o a chi continuava a proporre l’uscita dall’Euro, oggi l’Italia sarebbe sull’orlo del baratro e avrebbe rischiato un vero e proprio collasso finanziario, economico e sociale”.
“Accanto alle misure appena citate, peraltro, l'Unione ha adottato finora anche altri 3 strumenti ancor più innovativi. Il primo è il Piano SURE, la BEI e infine è stata attivata la nuova linea di credito sanitaria da 240 miliardi di euro, nell’ambito del Mes. Questa linea mette a disposizione dell’Italia 36 Miliardi di euro di prestiti a tasso agevolato, senza Troika, senza condizionalità, senza obblighi di aggiustamento macroeconomico e senza sorveglianza rafforzata, con un unico vincolo, quello di utilizzare le risorse per spese e investimenti, diretti e indiretti, nel comparto sanitario. Certo, non è questo l’oggetto del prossimo vertice. E non bisogna deciderne ora l’utilizzo o meno. Proprio per questa ragione, però, chiediamo ancora una volta a tutte le forze politiche di sgombrare il campo da dibattiti strumentali, ideologici o dogmatici e di riservarsi di decidere in modo pragmatico – una volta raggiunta l’intesa sul bilancio – sulla necessità di attivare i differenti strumenti previsti.
“Manca alla conclusone del pacchetto solo il NEXT GENERATION EU da 750 miliardi di euro, che si aggiunge ad un quadro finanziario da 1100 miliardi per un bilancio complessivo di circa 1.850 miliardi di euro. Riteniamo doveroso far arrivare un messaggio forte ai nostri Partner europei. L'Europa è una comunità di valori, di diritti, libertà, progetti di sviluppo condivisi. In questo ambito, l’Italia non chiede assistenza, chiede convergenza, giustizia ed equità. Per questo, invitiamo il governo a difendere con forza gli aspetti più rilevanti del Next Generation EU.
“Ci sono alcune priorità che però invitiamo a promuovere. Penso all’attenzione da porre al tema decisivo della parità di genere nella distribuzione delle future risorse del bilancio e del Piano di rinascita. Penso poi alla tutela dei fondi per la coesione e per l’agricoltura. E ci sono poi alcune riforme necessarie per il futuro. L’Europa ha bisogno di una CORPORATE TAX e di una WEB TAX. È necessario dire basta all’insopportabile pratica del dumping fiscale ma anche al c.d. fiscal shopping delle grandi multinazionali a discapito di interi territori in cui producono fatturato senza lasciare nulla”.