• 12/02/2025

Siamo in una fase storica decisiva per il futuro dell’Europa. L’Ue nasce in risposta all’orrore della seconda guerra mondiale e ci ha garantito 70 anni di pace ininterrotta nel nostro continente. Oggi la sua mission è a rischio. Siamo ad un bivio. O decidiamo di seguire la scia delle decisioni assunte durante le ultime crisi o rischiamo un’irrilevanza strutturale, se non una vera e propria implosione nei prossimi anni. In questo contesto, il Piano elaborato da Mario Draghi, da leggere insieme a quello di Enrico Letta, traccia un indirizzo a nostro avviso condivisibile per rilanciare l’Europa. Ci dispiace che la maggioranza abbia fatto una scelta gravissima non depositando nessuna mozione al riguardo. Com’è possibile che governo e maggioranza che non abbiano una posizione su un documento così importante per il futuro dell’Europa?

L’idea di fondo del Piano Draghi è di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, aumentare la competitività con una nuova strategia industriale, rafforzare la sicurezza e la difesa comune, ridurre le dipendenze: sono obiettivi decisivi per colmare il divario nei confronti di Stati Uniti e Cina, ma anche per difendere il nostro modello sociale di welfare, ed assumono il carattere di “una sfida esistenziale per l’Unione”. La domanda che vi rivolgiamo da tempo è semplice: in quale parte della storia ha deciso di collocarsi il governo Meloni? Non è più tollerabile l’ambiguità. La premier ha deciso di seguire le azioni politiche di Trump che mirano ad indebolire e disgregare l’Europa o le indicazioni del rapporto Draghi che propongono di rafforzarla e rilanciarla? Questo è il punto centrale. Non ci sono vie di mezzo. Noi non abbiamo dubbi su quale sia la parte giusta della storia. E vi ribadiamo che se avete deciso di stare con gli sfascisti europei, con i sovranisti di Vox e Le Pen, con i nazionalisti austriaci o l’ultradestra neonazista di AFD, ci troverete contro a fare le barricate politiche perché non vi consentiremo di distruggere l’Europa.

Così il capogruppo Pd in commissione Affari Europei della Camera, Piero De Luca, intervenendo in Aula.