• 17/12/2025

Quella sull’accesso a Medicina non è una riforma, ma purtroppo un bluff”. Lo afferma Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, commentando gli effetti del cosiddetto “semestre filtro” voluto dalla ministra Bernini. “Si parla di semestre, ma in realtà si tratta di poco più di due mesi di lezione, spesso in modalità mista o addirittura solo a distanza, che hanno prodotto solo confusione e disagi”.

“Nel primo appello – spiega l’esponente dem - il numero di studenti che ha superato la prova di fisica è stato ridottissimo e sono stati registrati da più parti problemi nello svolgimento delle prove. Era purtroppo ciò che avevamo previsto quando questa riforma è stata approvata: non sono state date risorse alle università, che sono state lasciate sole, insieme alle famiglie e agli studenti, convinti di trovarsi davanti a una vera riforma. Così non è stato. Non basta gestire l’emergenza di queste settimane o chiarire come sarà formata la graduatoria nazionale che uscirà a gennaio. Questa riforma va rivista nel suo impianto, perché oggi sta producendo danni ovunque”.

“La ministra ha annunciato modifiche al sistema, è già un passo avanti rispetto alla difesa d’ufficio ascoltata in questi giorni ed è un punto che il Partito Democratico ha insistentemente chiesto nelle settimane passate . Quando si interviene con prepotenza e senza ascoltare la comunità accademica, i docenti e gli studenti che vivono ogni giorno l’università – conclude Manzi - il risultato è il caos. Lo vediamo anche nella scuola: ogni intervento, dalla scuola all’università, provoca un piccolo tilt. Le riforme fatte per propaganda, senza confronto e senza risorse, finiscono per peggiorare il sistema invece di migliorarlo”.