“Nell’idea che si ha dell’Università c’è l’idea che si ha del Paese. Per questo motivo, la risposta della ministra Bernini sul taglio al Fondo di finanziamento ordinario agli atenei non ci lascia soddisfatti. Una risposta che fa seguito alle osservazioni critiche già espresse dal Consiglio Universitario Nazionale e dalla conferenza dei Rettori che denunciano un pesante taglio del prossimo Fondo di finanziamento ordinario delle Università. Si tratta di tagli che ci preoccupano, che mettono a rischio il futuro delle università e che fanno seguito alla controriforma annunciata del pre ruolo universitario che cancellerà il contratto di ricerca a favore di una selva di contratti a tempo determinato a scarsissima tutela, ultraleggeri ed ultra precari. E non ci tranquillizza la nota inviata agli atenei con la quale si propone di utilizzare, svincolandole, entro il 2 agosto, una quota di fondo di finanziamento ordinario per compensare i tagli effettuati, lasciando però alle Università la scelta in merito a quali fondi liberare. Una scelta che scarica sulle Università responsabilità di scelta: una ‘pistola puntata alla tempia’ degli Atenei. Sono necessarie risorse per garantire continuità nel reclutamento, tutela per i ricercatori, reale diritto allo studio”.
Così la capogruppo Pd in commissione Cultura, Irene Manzi, intervenendo nella replica del Question time alla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, sul taglio delle risorse agli atenei italiani.
Nell’illustrare l’interrogazione la deputata dem Rachele Scarpa, responsabile Giovani e Salute del Pd, aveva chiesto al ministro di “reperire i 513 milioni di euro risorse che mancano per l’adeguamento stipendiale del personale degli atenei e per sostenere il piano straordinario di reclutamento programmato per il presente anno, unica strada per la valorizzazione della qualità della ricerca e della didattica in una prospettiva di lungo termine”.