• 24/03/2021

“Sull’approvvigionamento dei vaccini e sulla capacità logistica di somministrarli a quanti più italiani possibile si gioca la battaglia decisiva per uscire finalmente dalla pandemia. Il punto, dunque, è l’accesso universale alle vaccinazioni. Secondo l'ultimo piano vaccinale, le linee operative da seguire per arrivare a somministrare almeno 500 mila dosi al giorno da metà aprile sono la capillarità, la spinta alla distribuzione e alla somministrazione delle dosi vaccinali. Per poter arrivare a questo obiettivo le regioni e le province autonome devono definire dei piani regionali, seguendo le indicazioni stabilite a livello centrale. Alcune regioni, come ad esempio il Lazio, sono un esempio virtuoso mentre altre, ad esempio la Lombardia, sembrano in grave difficoltà. Abbiamo chiesto al governo quali misure intenda adottare per garantire un sufficiente livello di approvvigionamento dei vaccini ed un sistema certo, uniforme ed efficace di vaccinazione, comprensivo anche dell’utilizzo delle dosi giornaliere non somministrate”. Lo dichiara Luca Rizzo Nervo, deputato del Partito democratico, intervenendo durante il Question time.

Nella replica, affidata ad Elena Carnevali, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, si sottolinea come il Paese abbia bisogno di “passare dalle previsioni alle certezze. Le differenze regionali non sono più accettabili. Sono cinque - prosegue Carnevali - le regioni in ritardo: Calabria, Sardegna, Liguria, Veneto e Lombardia. Bene che il generale Figliuolo abbia annunciato di voler inviare un esperto di pianificazione in tutte le regione. In Lombardia ne abbiamo un’impellente necessità. Dopo le ammissioni di Gallera, oggi abbiamo sentito le scuse di Bertolaso e quelle di Moratti. Ricordo che la Lega avrebbe voluto che il piano vaccinale lombardo divenisse modello di quello nazionale. Le scuse sono il minimo sindacale. Se vogliamo arrivare a 500 mila somministrazioni al giorno dobbiamo aumentare i punti vaccinali e non diminuirli come ancora una volta succede in Lombardia. E’ evidente che serve un maggior controllo a livello nazionale, serve garantire il rispetto delle priorità, serve maggiore trasparenza sui dati regionali. Di furbetti invece no, non ne abbiamo proprio bisogno. Per il rispetto di tutti”.