“Venezia ritrova davanti a sé tutti i problemi che aveva lasciato prima della pandemia, a cominciare dal transito delle grandi navi. È di pochi giorni fa l'ultimatum dell’Unesco per allontanare le grandi navi dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca, per non iscrivere Venezia nella ‘lista del Patrimonio in pericolo’. Finalmente, però, lo scorso maggio il Parlamento ha approvato il disegno di legge con cui è stato dato il via a un concorso di idee per una soluzione che faccia attraccare le navi da crociera fuori dalla laguna in un porto off-shore. Ma va anche detto che sono trascorsi dieci anni dal ‘decreto Clini-Passera’ del 2012, che aveva previsto l'estromissione dal bacino di San Marco delle navi con stazza superiore alle 40mila tonnellate, ma ad oggi le grandi navi continuano a transitare. Per questo abbiamo chiesto al ministro Giovannini e al governo quali iniziative intenda assumere, e in quali tempi, per allontanare le grandi navi dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca, in attesa del porto off-shore”.
Lo dichiara Nicola Pellicani, deputato del partito democratico e componente della commissione Ambiente, intervenendo in Aula per il question time.
Nella replica, l'esponente dem dopo aver sottolineato con soddisfazione l’attenzione del governo a questa problematica, ha ribadito che “sono urgenti decisioni chiare e condivise anche perché l’Unesco prenderà una decisione su Venezia nel mese di luglio. Va individuato un percorso che conduca ad una crocieristica a misura di Venezia, avendo come primi obiettivi la difesa del lavoro e del porto. Perché Venezia è il suo porto. È chiaro che il tema Venezia va affrontato nel suo complesso, dal Mose al Consorzio, all'aeroporto, al tema del ripopolamento della città, alle bonifiche di porto Marghera, alla gestione del turismo, al numero dei visitatori e degli alberghi, sempre coinvolgendo con scelte condivise la cittadinanza, i suoi rappresentanti, il mondo del lavoro, le categorie di settore, e ovviamente anche il Parlamento deve fare la sua parte. Ma non c'è dubbio – ha concluso Pellicani - che le grandi navi rappresentano la punta di un iceberg di un'emergenza non più sopportabile. Servono dunque misure provvisorie compatibili con la fragilità della laguna”.