Ci aspettavamo da Moavero una parola chiara sullo schieramento dell’Italia a fianco della democrazia e della difesa dei diritti umani, ma non è arrivata nemmeno oggi. Da settimane sul Venezuela assistiamo a linee contrastanti, abbiamo dovuto vedere il ministro degli Esteri mettere il veto italiano in sede europea contro la posizione comune di tutti gli Stati membri. Abbiamo dovuto subire la vergogna di ricevere il ringraziamento da parte di un dittatore. Limitarsi, come ha fatto il ministro, a sperare che ci siano elezioni è una posizione doppiogiochista e vile. Utile, forse, a tenere unita la maggioranza. Inutile per contribuire a sbloccare la situazione in Venezuela. Inutile per chiarire con chi stiamo. Dobbiamo scegliere: o si sta con la democrazia, con la libertà, con lo Stato di diritto, oppure se non è così l’Italia sta con Maduro.
La storiella della non ingerenza è una presa in giro. Perché altrimenti la maggioranza avrebbe denunciato la presenza di 400 contractors russi inviati dal Cremlino per proteggere la sicurezza personale di Maduro o i contratti che il dittatore ha firmato per comprare più di 10 miliardi di dollari di armi, quando non ci sono né medicine né acqua potabile negli ospedali e 9 venezuelani su 10 sono malnutriti. L’Italia ha il dovere di prendere una posizione. Perché ci riguarda, se un dittatore non permette ai convogli umanitari di cibo e medicine di raggiungere una popolazione stremata dalla fame. Ci riguarda se 3 milioni di venezuelani si sono riversati nei paesi vicini e se gran parte dell’esercito oggi è coinvolto nel narcotraffico e il 50% della droga che arriva in Europa è transitata dal Venezuela. Basta ambiguità quindi, si riconosca l’autorità di Guaidò come previsto dalla Costituzione venezuelana, e si arrivi alle elezioni. Perché altrimenti sarebbe un tradimento del popolo venezuelano, della nostra comunità di connazionali e degli italiani che credono nella democrazia.
Lo afferma Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera, intervenendo in Aula durante la dichiarazione di voto sulle risoluzioni in merito alla crisi venezuelana.