• 16/07/2018

“Sul corpo e sulla vita delle donne la cultura, soprattutto quella giuridica, non avanza di un passo, anzi. La sentenza della Cassazione ci porta in dietro di decenni”.

Lo dichiara Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, in merito alla sentenza 32462 della terza sezione penale.

“Era il 1999 quando i giudici della Corte di Cassazione sentenziavano che se la vittima porta i jeans non può essere stupro, poi nel 2006 riconoscevano le attenuanti per la “minore gravità del fatto” perché la ragazza di 14 anni violentata dal patrigno non era più “illibata. Oggi come allora – sottolinea la deputata Dem - si trovano attenuanti, come l’aver bevuto volontariamente, a un reato tanto odioso quanto grave. È una sentenza che rischia di vanificare anni di battaglie”.

“La violenza fisica e psicologica è difficile da superare e altrettanto da denunciare. Sentenze come questa non aiutano le donne nel loro percorso. Tante cose dovrebbero essere cambiate da quel lontano 1979, anno in cui la Rai mandava in onda il documentario di denuncia “Processo per stupro”, ma il pronunciamento della Corte pone ancora dei dubbi. – conclude Rotta - è il momento di andare avanti e lasciare indietro episodi come questo”.