Domani, 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione, l'on. Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, si recherà a Civitella in Val di Chiana dove il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parteciperà alla celebrazioni e alla commemorazione delle 244 vittime civili del terribile eccidio nazista del 18 giugno del 1944.
Nel pomeriggio si sposterà a Siena per prendere parte agli eventi organizzati dalla Provincia in occasione dell'80esimo anniversario della liberazione della città toscana che avvenne il 3 luglio del 1944.
“La proposta di dedicare a Giacomo Matteotti lo scranno della Camera da cui pronunciò il suo ultimo discorso, facendo in modo che non sia assegnato ad alcun gruppo, sia subito messa all'ordine del giorno. All'epoca non esisteva il posto assegnato, però siamo riusciti a ritrovare un'immagine che fissa da dove abbia parlato Matteotti il 30 maggio del 1924. Credo sia il giusto riconoscimento ad un uomo straordinario che ha dato la vita per difendere la nostra democrazia parlamentare”.
Così Federico Fornaro, della Presidenza del Gruppo del Partito Democratico alla Camera, intervenendo in Aula sull’ordine dei lavori a sostegno della proposta sostenuta da tutte le opposizioni e formalizzata con una lettera al presidente Lorenzo Fontana.
“Sul caso Scurati continuano sulla linea di restringere gli spazi di confronto e discussione e questa volta lo fanno negando alla Commissione vigilanza di intervenire su un caso grave e di cui tutto il Paese chiede conto nella Commissione preposta proprio a vigilare il servizio pubblico. Come ci ricorda il regolamento della Commissione noi dobbiamo e possiamo audire chi riteniamo utile ad approfondire specifiche questioni e in questo caso è indispensabile ascoltare il Dir. Corsini e la Dott.ssa Bortone. Ci aspettavamo un segnale di distensione e apertura a chiarire quanto successo a Bortone e invece alla vigilia del 25 aprile non si smentiscono e invece di tutelare l’art. 21 della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e fondata sull’antifascismo continuano a calpestarlo così come le prerogative delle minoranze in Parlamento”. Così la deputata democratica, componente della commissione di vigilanza Rai, Ouidad Bakkali.
“Non solo nel nostro Paese ma anche fuori dai nostri confini cresce lo sconcerto per la vera e propria censura che è stata messa in atto dalla Rai rispetto all’intervento di Antonio Scurati sul 25 aprile, per non meglio specificati ‘motivi editoriali’. Vogliamo essere certi che non vi siano state interferenze da parte del governo o della maggioranza, anche perché sono sempre più inquietanti i segnali di una logica per cui l’occupazione della Tv pubblica prevale sull’impegno a fare servizio pubblico. Se anche vi fosse stata semplicemente la volontà di accreditarsi con il governo e le forze di maggioranza saremmo di fronte ad un fatto di una gravità straordinaria. Chiediamo al governo, nella persona della presidente del Consiglio o in quella del ministro dell’Economia di riferire alla Camera in merito. Chiediamo poi alla commissione di Vigilanza Rai di mettere in atto tutte le iniziative di propria competenza”.
Così Andrea De Maria, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo nell’Aula sull’ordine dei lavori.
“La libertà di informazione e di espressione - ha aggiunto - sono infatti un elemento fondamentale della libera dialettica democratica e di una democrazia degna di questo nome. Nel suo monologo Scurati ha posto due temi di grande rilievo. Il primo è la chiarezza sulla natura del fascismo, movimento che ha fatto della violenza il tratto distintivo fin dalle origini, che è stato il primo esempio di un fenomeno europeo che ha portato anche alla nascita del nazismo in Germania. Il secondo pone un tema per me di grande attualità. La richiesta cioè alla destra italiana di fare pienamente i conti con la storia del fascismo. Sono convinto, lo dico anche avendo avuto l’onore di essere stato per due mandati sindaco di Marzabotto, che sia giusto unire oggi tutto il sistema politico su valori condivisi. Questo però non può che voler dire riconoscerci tutti nella Costituzione antifascista data dalla Resistenza. Si avvicina il 25 aprile - ha concluso - ci aspettiamo e chiediamo che chi governa il Paese avendo giurato sulla nostra Costituzione dica, in quella occasione, parole nette e chiare sul valore dell’antifascismo e sulle responsabilità storiche del fascismo”.
Censurare il 25 aprile è l’ennesima prova di un disegno di rimozione. L’Italia democratica è nata dalla lotta di Liberazione contro il nazifascismo. E qualcuno stava dalla parte sbagliata della storia. La Rai è di tutti e la censura è inaccettabile.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"La Rai avrebbe cancellato, senza spiegazioni, il contratto per il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile che sarebbe dovuto andare in onda questa sera durante la trasmissione "Che Sarà" condotta da Serena Bortone. Lo apprendiamo da un coraggioso post della stessa conduttrice che racconta anche di non essere riuscita ad avere spiegazioni sull'accaduto.
L'ennesima vicenda che ha tutta l'aria di una censura di un intellettuale di grande spessore e su un tema identitario della storia di questo Paese come la Liberazione dal nazifascismo. Sappiamo bene che questa giornata crea non poche allergie, a destra, come le creano le voci autorevoli e libere tra cui quella di Scurati o di Roberto Saviano, a cui è stata annullata un'intera trasmissione. La Rai, tristemente trasformata in quella che ormai viene definita Tele Meloni, colpisce ancora. E colpisce al cuore della Repubblica antifascista. A Scurati e Bortone la mia solidarietà, ora la Rai chiarisca in commissione vigilanza. Noi, il 25 aprile, riempiremo le piazze". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il ‘prode’ Sangiuliano richiami all’ordine il vicepresidente dei deputati di Fdi che con le sue dichiarazioni su Antonio Scurati ha oltrepassato il limite e attaccato un autorevole scrittore italiano che Sangiuliano, quantomeno per il suo incarico pro tempore, dovrebbe difendere”.
Così i deputati democratici della commissione Cultura della Camera che sottolineano “e visto che il ministro ogni giorno cerca di teorizzare l’inclusività del pensiero culturale del governo Meloni, ci dica anche il suo parere su questa bella pensata della Rai di oscurare il monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Abbiamo un serio problema in Rai dove ogni voce critica viene silenziata o allontanata dal servizio pubblico per poi essere sbeffeggiata dalla batteria della comunicazione governativa e dei suoi organi di di stampa”.
“Occorre evitare il rischio che le amministrazioni comunali possano essere sanzionate in relazione all’apposizione del logo istituzionale sui manifesti di eventi istituzionali, come quello della Festa di Liberazione e di altre feste e ricorrenze nazionali. Bene ha fatto oggi l’Uncem, l’Unione nazionale comuni comunità enti montani, a segnalare al presidente dell’Agcom la preoccupazione di diversi sindaci che lamentano difficoltà in merito alle interpretazioni restrittive relative all’applicazione dell'art. 9 della legge del 22 febbraio 2000, che prevede il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni, dalla data di convocazione dei comizi elettorali, di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Si tratta di un’interpretazione che potrebbe pregiudicare la posizione di tante amministrazioni comunali che non intendono utilizzare la celebrazione del 25 aprile, anniversario significativo nella storia italiana perché commemora la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, con la fine dell'occupazione nazista e la caduta del fascismo, per fini propagandistici o come una forma di ingerenza rispetto alle elezioni europee e amministrative, prestando il fianco a possibili impugnative che costituirebbero un ulteriore aggravio economico e burocratico a carico delle amministrazioni comunali”.
Così i deputati democratici Vaccari, De Maria, Roggiani, Simiani, Merola, Fornaro, De Luca, Ghio, Peluffo, Casu, Gianassi, Manzi, Graziano, Ferrari, Bonafe’, che hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno, Piantedosi.
“Un governo di irresponsabili non è ancora intervenuto, nonostante le continue sollecitazioni di Anci, per permettere ai comuni di prorogare oltre il 30 aprile l’approvazione delle tariffe Tari. Siamo in presenza di un vuoto normativo, a seguito di alcune sentenze del Consiglio di Stato, che rischia di aumentare esponenzialmente le bollette di imprese e cittadini. Non solo il Governo non sta dando indicazioni concrete in merito ma ha addirittura stoppato ogni iniziativa parlamentare che avrebbe risolto la situazione. La proroga è necessaria anche in virtù che i Pef 2024/2025 sono stati elaborati in questi giorni. Occorre agire ed in fretta per permettere agli enti locali di predisporre tariffe calmierate”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, Marco Simiani.
"Si registra un rilevante ritardo nelle realizzazione delle opere d’adduzione al Passante di Bologna, interventi definiti con l’accordo del 15 Aprile 2016.
Il cronoprogramma del marzo 2023 è ampiamente superato per tutte le cinque opere previste ed in particolare per il Nodo di Funo il cui procedimento per l’assoggettabilità VIA è praticamente fermo al Ministero dell’Ambiente da oltre 2 anni e la Regione Emilia Romagna non ha ricevuto alcun riscontro nemmeno alle due lettere di sollecito del 20.02.2023 e del 18.10.2023.
Tali opere sono di rilevanza strategica per la Città Metropolitana di Bologna e alcune di esse come il Nodo di Funo, anche per il livello strategico nazionale.
Sul nodo di Funo si concentrano gli spostamenti est - ovest alternativi all’autostrada, sono collocati importanti poli produttivi di numerosi Comuni oltre al Centergross e all' Interporto di Bologna. La risoluzione del nodo di Funo, infatti, si configura come intervento di completamento della rete viaria di adduzione al sistema autostradale/tangenziale di Bologna, a scala urbana - metropolitana, e consente il superamento di una rilevante criticità trasportistica in una porzione di territorio nella quale si concentrano gli accessi all’autostrada A13 Bologna – Padova, all’Interporto di Bologna e al Centergross, con conseguenti carichi di traffico, soprattutto pesante, su un’arteria - la ex SP 3 Trasversale di pianura, ora SS 253 bis - del tutto inadeguata nella sua attuale configurazione.
Ogni problematicità riferita ai lavori del passante di Bologna si scaricherà, in una porzione di territorio, con una rete stradale già congestionata da molti anni.
Per questo ho depositato una interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere al Governo di assicurare la realizzazione in tempi certi delle opere di adduzione al Passante di Bologna e in particolare del nodo di Funo vista l'urgenza e l'elevata priorità".
"Sul decreto Bollette il governo si è dimostrato incompetente e arrogante. Dovevano ridurre il costo delle bollette. La verità è un'altra: il governo Meloni ha tolto le agevolazioni sulle accise, quindi è rincarato il costo della benzina e hanno fatto aumentare anche la bolletta elettrica. Peraltro, il decreto che avevano fatto a gennaio sui carburanti, con lo sbandierato cartello sul prezzo medio regionale, non ha diminuito il prezzo della benzina ed è stato bocciato dal TAR, per questo incompetenti e arroganti”. Lo ha detto il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“C’è anche – ha aggiunto l’esponente Pd - un rischio rincari per l’elettricità. Dal primo aprile, la bolletta dell’energia elettrica costa il 25 per cento in più perché questo governo ha deciso di togliere la sterilizzazione degli oneri generali di sistema che aveva fatto il governo Draghi. In più c'è una scadenza importante il 10 gennaio, con il superamento della maggior tutela con il rischio di aumento delle bollette. Ieri l'antitrust ha sanzionato, per 15 milioni di euro, 10 società dell'energia, proprio perché avevano fatto aumentare i prezzi. La proposta avanzata dal Pd è quella di prorogare per un anno il mercato a maggior tutela proprio per evitare che aumentino ulteriormente le bollette elettriche”.
“Occorre un governo – ha concluso Peluffo - che la smetta di raccontare una cosa per un'altra e che si decida ad ascoltare o quantomeno confrontarsi con le opposizioni, le associazioni di categoria e le associazioni dei consumatori. Il governo non solo non ha accettato i nostri emendamenti ma ha posto l'ennesima fiducia proprio per evitare la discussione nel merito. Tuttavia, nella discussione sugli ordini del giorno, l'intervento di Rampelli, ha dimostrato quanto la maggioranza sia spaccata su questi provvedimenti. E la verità è che questa volta la fiducia l'hanno messa, sì, contro l'opposizione, ma l'hanno messa anche contro la loro maggioranza".
Dichiarazione di Luciano D’Alfonso, deputato Pd
FORSE MARSILIO VUOLE FARE DELLO SCALO UN’AREA PER IL JOGGING?
“Il volo Pescara-Torino cesserà di esistere il prossimo 5 novembre. Dopo la scomparsa del collegamento con Milano Linate, l’Abruzzo perde un’altra destinazione fondamentale per la sua economia. Complimenti alla Regione Abruzzo”: è il commento sarcastico del deputato Luciano D’Alfonso alla notizia che la tratta con il capoluogo piemontese risulta non più prenotabile sul sito di Ryanair a partire dai primi di novembre.
A questo si aggiunge il fermo stagionale di altri nove collegamenti operati dalla compagnia irlandese: Alghero (disponibile fino al 30 settembre), Barcellona (ultimo volo il 25 ottobre); Cracovia, Trapani e Malta (termine fissato al 27 ottobre); Praga, Varsavia, Memmingen e Dusseldorf (non più prenotabili dopo il 28 ottobre).
“Non si sa - spiega D’Alfonso - se e quando queste mete torneranno raggiungibili dall’Abruzzo. In pratica lo scalo sarà sottoutilizzato almeno fino ad aprile: un aeroporto che per sei mesi all’anno funziona a mezzo servizio non è utile alla collettività. Intanto perdura l’assenza di una figura fondamentale per lo scalo quale quella del direttore generale - accountable manager, la cui mancanza si protrae da oltre 13 mesi”.
Il deputato dem conclude ironizzando: “Viene il dubbio che il presidente in scadenza Marsilio voglia utilizzare la pista di atterraggio per fare jogging. Non si spiega altrimenti la distrazione palesata verso una delle infrastrutture cardine della regione”.
“È preoccupante che il governo italiano non abbia ancora sottoscritto la dichiarazione del Consiglio dell’Unione Europea sull’avanzamento dei diritti lgbtqia+ nell’Unione promossa dalla Presidenza di turno spagnola. È un documento importante che invita la Commissione Europea a continuare il lavoro già iniziato con la Prima Strategia per l’uguaglianza delle persone lgbtqia+ nell’Unione (2020-2025) e invita anche gli Stati membri ad adottare provvedimenti necessari per contrastare ogni forma di discriminazione, odio e violenza sulla base dell’orientamento sessuale, del genere e dell’identità di genere. E viene richiesto ai singoli Stati un impegno preciso nel raggiungimento della piena uguaglianza di tutte le persone, come prescrive anche la nostra Costituzione.
Già 15 stati hanno sottoscritto il documento, tra cui tutti i membri fondatori dell’Unione, a eccezione dell’Italia: perché il governo, in particolare nella persona della ministra Roccella che dovrebbe essere competente in materia, non ha aderito?". Così Alessandro Zan, deputato e responsabile diritti nella Segreteria Nazionale del Partito Democratico, e Brando Benifei, capodelegazione al Parlamento Europeo del Partito Democratico.
"È urgente e necessario - concludono gli esponenti Pd - che anche l’Italia sottoscriva questo impegno, altrimenti significa che siamo davanti all’ennesimo tassello del piano di discriminazione del governo Meloni contro la cittadinanza lgbtqia+, dopo il vergognoso attacco alle famiglie arcobaleno, l’appoggio alle leggi omotransfobiche ungheresi e il sostegno al folle e obbrobrioso pdl Varchi. Già ad aprile il Parlamento Europeo, con l’approvazione di una mozione, aveva associato le condotte dell’esecutivo a quelle di Polonia e Ungheria. Se anche in questo caso il governo italiano deciderà di stare con Orban e Morawiecki, che ovviamente non hanno aderito alla dichiarazione del Consiglio, vorrà dire che l’Italia sarà definitivamente posizionata tra quei Paesi che fanno della discriminazione di una parte delle sue cittadine e dei suoi cittadini una precisa politica pubblica e istituzionale, come già avviene tra i Paesi di Visegrad.”
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
93 i milioni di fondi PNRR che il sindaco Brugnaro e la sua giunta hanno bruciato questo aprile presentando un bando che è stato valutato non ammissibile a finanziamento e adesso a tappare i buchi e a limitare le brutte figure degli alleati arriva il governo che tira fuori 90 milioni per salvare un’opera faraonica che è una priorità e un interesse solo per Brugnaro.
Si crea così un caso unico in Italia per cui, ai fini di finanziare un'opera fatta per ospitare società private, si vanno ad utilizzare esclusivamente finanziamenti pubblici. Come se già questo non bastasse, ricordo che il Comune spenderà altri 200 mililioni tra avanzi di bilancio e mutui.
Siamo al paradosso per cui un governo che non riesce a tirare fuori i fondi necessari per finanziare la Legge Speciale per la salvaguardia di Venezia, ne recupera invece in fretta e furia per salvare la faccia agli interessi del sindaco. Un vero e proprio insulto alle veneziane e ai veneziani, che quei denari li avrebbero dovuti ricevere per risolvere i veri problemi del capoluogo. Tanto per dare una cifra, solo per sistemare tutte le abitazioni sfitte di proprietà del comune (un migliaio circa) per una media di 40 mila euro ad abitazione, si avrebbe un costo complessivo di 40 milioni di euro, con un aumento di circa 2500 residenti.
Il deputato e segretario del Pd toscano: “Siamo ancora in attesa della risposta dei ministri del Lavoro e delle Imprese alla nostra interrogazione: perché tanto silenzio?”
“Il Governo batta un colpo, quello Fimer è un caso nazionale. Siamo ancora in attesa della risposta dei ministri del Lavoro e delle Imprese alla nostra interrogazione, perché tanto silenzio?”.
A chiederlo il deputato, componente della Commissione Lavoro, e segretario regionale del partito democratico Emiliano Fossi, che lo scorso 29 aprile, con una interrogazione, aveva sollecitato il Governo Meloni a prendere posizione salvaguardando i lavoratori e assicurando la continuità del sito produttivo.
“Incomprensibile come il governo, che da sempre sottolinea la necessità di una produzione nazionale di impianti legati alla green economy, non si stia occupando della vertenza dell’azienda di Terranuova Bracciolini che coinvolge numerose professionalità ed imprese del settore: 320 lavoratori diretti e altri 250 impiegati nelle piccole e medie realtà imprenditoriali dell’indotto - ribadisce Fossi -. La Regione è in prima fila accanto ai lavoratori, perché il Governo non fa la propria parte?”.
“È la vertenza più grossa della Toscana, la proprietà ha rifiutato il piano Greybull McLaren per l’acquisizione, l’ennesimo stop che mortifica le speranze di tanti lavoratori - ricorda il deputato del Pd Fossi -. Mercoledì è in programma, in Prefettura ad Arezzo, un vertice con l’azienda, i sindacati e le istituzioni locali. I lavoratori della Fimer hanno diritto ad un futuro ed i ministri competenti, Urso e Calderone, devono attivarsi per garantirglielo, tanto più che si tratta di professionalità ad alta specializzazione nel fotovoltaico”.