“I vertici della Regione Siciliana, assenti alla commemorazione per Pio La Torre e Rosario Di Salvo, sono ancora in tempo a spegnere le polemiche. Si rechino qui, in via Vincenzo Li Mull, a rendere omaggio a chi è caduto sotto i colpi del terrorismo politico mafioso, perché si batteva per una Sicilia libera e giusta” così il deputato democratico, Peppe Provenzano, componente della commissione antimafia che aggiunge: “una politica senza memoria è una politica senza impegno”
I gruppi parlamentari del Partito Democratico di Camera e Senato hanno incontrato oggi, presso la sala Berlinguer di Montecitorio, il presidente Cesare Parodi e una delegazione della giunta dell’ANM. Nel corso dell’incontro, i deputati e i senatori delle Commissioni Giustizia e della Commissione Antimafia hanno espresso forti preoccupazioni per le scelte politiche del Governo che, passo dopo passo, stanno minando l’indipendenza e l’autonomia della magistratura.
All’incontro erano presenti la capogruppo democratica alla Camera, Chiara Braga, la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, la responsabile nazionale Giustizia del PD, Debora Serracchiani, i capigruppo e i componenti delle Commissioni Giustizia di Montecitorio e Palazzo Madama, Federico Gianassi, Alfredo Bazoli, Michela Di Biase, Marco Lacarra, il capogruppo in Commissione Affari Costituzionali del Senato, Andrea Giorgis, e il capogruppo in Commissione Antimafia, Walter Verini.
Durante la riunione, i parlamentari democratici hanno ascoltato con attenzione le posizioni espresse dai rappresentanti della magistratura, ribadendo le proprie forti preoccupazioni per l’azione del Governo che, provvedimento dopo provvedimento, sta indebolendo la giurisdizione e intaccando l’autonomia della magistratura. Si tratta di un attacco sistematico agli organi di controllo e di garanzia, di fronte al quale il Partito Democratico ha riaffermato il proprio impegno a contrastare con determinazione, in tutte le sedi parlamentari, le scelte dell’esecutivo.
Nel corso del confronto sono stati affrontati anche i principali problemi del sistema giudiziario, con particolare riferimento alla carenza di organico e di personale amministrativo, all’emergenza delle carceri italiane, ai tempi eccessivi dei processi e ai disservizi, come ad esempio il malfunzionamento dell’app per il processo penale telematico. Tutti temi che le riforme del Governo non solo non affrontano, ma rischiano di aggravare ulteriormente.
“Vorrei esprimere il mio più sentito plauso alle forze dell’ordine e alla Direzione distrettuale Antimafia di Brescia, per l’operazione che da questa mattina ha portato a 45 arresti per traffico internazionale di droga e rapporti con organizzazioni criminali di stampo mafioso. Siamo di fronte all’assoluta necessità di un impegno da parte di tutte le istituzioni, governo e parlamento, nel contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti che rimane una delle maggior fonti di arricchimento delle mafie, per poi “investire” in settori economici che ne subiscono una dannosissima contaminazione. Liberarci da ogni forma di attività mafiosa, impedire il saldarsi di alleanze fra mafie internazionali, rimane una priorità assoluta, non solo per il contrasto alla criminalità, ma anche per difendere la competitività della nostra economia che se intaccata da capitali mafiosi diventa non attrattiva per gli investitori “sani””. Lo dichiara Gian Antonio Girelli deputato bresciano del Pd.
“La presenza della criminalità organizzata a Roma e nel litorale laziale, è sempre invasiva e pericolosa. Sono diverse le mafie che operano in vari quadranti, soprattutto nella gestione del narcotraffico. I 26 arresti effettuati ieri confermano questo allarme. Da tempo il PD in Commissione Antimafia sollecita l’accelerazione e l’approfondimento di questo filone. Dopo l’audizione del Procuratore Capo, di giornalisti e autori di libri sul fenomeno, il PD ha chiesto di procedere spediti, ribadendo la richiesta di audire personaggi come Paolo Signorelli, frequentatore di esponenti criminali come Fabrizio Piscitelli (Diabolik) e conoscitore di ambienti dell’estremismo ultras laziale, con intrecci con la stessa criminalità. È grave che a questa ulteriore richiesta del capogruppo PD in Antimafia, la Presidente abbia opposto un rifiuto, negando l’esigenza di procedere all’audizione, privando la Commissione di una possibile fonte di informazioni utili a disegnare il quadro della presenza della criminalità organizzata nella Capitale” così la responsabile nazionale giustizia e componente della commissione antimafia, Debora Serracchiani.
“Adesso basta. Per la dignità e l’onore delle istituzioni il sottosegretario Delmastro delle Vedove si dimetta. Apprendiamo infatti che l’intervista su Il Foglio, esiste, c’è ed è pure registrata! Per questo non poteva essere smentita. Se il ministro Nordio ha anch’egli un minimo di personale e politica dignità chieda al sottosegretario di fare un passo indietro. Evidente in ogni caso che il sottosegretario ha perso, ma non avevamo necessità di ulteriori prove, ogni credibilità. Come fa la Presidente del consiglio a continuare a sostenerlo? Difende la presenza al governo di chi pensa che la riforma fa schifo? E con quale faccia la difenderanno in senato, alla camera e davanti al paese nel referendum?” Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
“La notizia non è la solita scontata autodifesa di Delmastro dopo uno dei suoi disastri, quanto il fatto che Delmastro non smentisce dichiarazioni e argomentazioni usate sul Foglio contro la riforma di Nordio. Siamo alla fiera del ridicolo e Meloni non può ignorarlo. Lei sta con Delmastro o con il Ministro?”. Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
“Delmastro Delle Vedove non doveva essere nominato sottosegretario alla Giustizia. Non era all’altezza. E lo hanno confermato questi oltre due anni a Via Arenula, in cui ha operato con scarsissimo senso dello Stato, con una visione lontana dai principi costituzionali. Ma quanto uscito stamattina sul Foglio, quelle dichiarazioni che demoliscono la cosiddetta riforma Nordio sulla giustizia e la separazione delle carriere rivelano una crisi irreparabile nei rapporti con il Ministro. Il quale farebbe un gesto di dignità se se ne andasse. Ma in ogni caso Delmastro non dovrebbe restare un minuto di più. Per un minimo di decoro” Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
“Apprendiamo dagli organi di stampa che vi sarebbe da parte del ministro Nordio l’intenzione di sottrarre il coordinamento della polizia giudiziaria al pubblico ministero, in violazione della costituzione. Ad ora dal governo nessuno ha smentito la notizia. Si avvalora quindi l’ipotesi che la separazione delle carriere abbia come obiettivi prioritari colpire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, politicizzare le indagini e sottoporre il pm all’esecutivo. Non proprio l’esito auspicato anche da chi si è detto favorevole alla riforma” Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
Serracchiani, Bazoli, Gianassi e Verini: riforma animata da furore ideologico e intenti punitivi
“Oggi i magistrati italiani scioperano contro la riforma del Governo Meloni sulla separazione delle carriere. Lo fanno organizzando iniziative aperte alla partecipazione dei cittadini ed esponendo la Costituzione. Il Partito democratico ha espresso la propria contrarietà alla riforma denunciando l’obiettivo che la stessa ha di indebolire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Continueremo la battaglia in sede parlamentare e nel paese contro una riforma animata da furore ideologico e intento punitivo. Gli attacchi violenti ed aggressivi contro singoli magistrati ci preoccupano enormemente e ci persuadono ancora di più a contrastare questa deriva pericolosa e a batterci per far funzionare davvero la giustizia: più organici di magistrati e cancellieri, stabilizzazione ufficio del processo, risposte serie ai magistrati onorari, investimenti per tecnologie e uffici giudiziari, durata ragionevole dei processi” così una nota di Debora Serracchiani, responsabile giustizia Pd, Alfredo Bazoli, capogruppo commissione giustizia Senato, Federico Gianassi, capogruppo Pd commissione giustizia Camera e Walter Verini, capogruppo Pd commissione antimafia.
Il Partito Democratico accusa il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di ignorare le gravi problematiche nella gestione dell'Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), con conseguenze sul patrimonio zootecnico delle razze canine italiane.
“La risposta del sottosegretario D’Eramo a un’interrogazione parlamentare del Partito Democratico è stata insoddisfacente. Il ministro Lollobrigida potrebbe intervenire, considerando che il suo ministero ha il compito di vigilare sull’Enci, a cui lo Stato ha affidato la tenuta dei libri genealogici. L'Ente è soggetto a una forte presenza ministeriale nel proprio organigramma un membro del ministero nel Consiglio Direttivo, due nella Commissione Centrale di Controllo, due sindaci revisori su tre (entrambi dirigenti pubblici, di cui uno capo di gabinetto di un ministro in carica) e un delegato nel Comitato Consultivo degli Esperti. Inoltre, il capo scorta del ministro è parte del direttivo Enci e ricopre altri incarichi per decisione del ministro. Tuttavia, si continua a sostenere che l'Enci sia un'associazione privata, senza riconoscere che la gestione dei libri genealogici è di interesse pubblico e che, in caso di criticità, il ministero può intervenire con poteri sostitutivi.” Così il deputato Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera.
“La gestione dei libri genealogici dell'Enci – conclude Vaccari - genera oltre 10 milioni di euro dai cittadini per diritti, manifestazioni e pedigree, mentre inchieste giornalistiche rivelano gravi irregolarità. Il ministero, però, resta in silenzio su temi come doping, maltrattamenti, controlli sugli allevamenti e rimborsi. Un dossier è stato depositato anche in commissione Antimafia, senza esiti. Chiediamo chiarezza sul rapporto tra l'Enci e la deputata Brambilla e sulle risorse economiche ricevute. Inoltre, una recente sentenza del Tribunale di Milano conferma le accuse sui pedigree falsi, segnalate già nel 2017. Il Partito Democratico ribadisce la richiesta di nominare un commissario ad acta per garantire trasparenza. L'inerzia del ministro e del governo li rende direttamente responsabili delle conseguenze future”.
Il Partito Democratico denuncia il disinteresse del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nei confronti della gestione dell'Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana). Il ministro continua a ignorare le criticità che stanno minando la gestione dell'ente, con conseguenze sul patrimonio zootecnico delle razze canine italiane.
“La risposta del sottosegretario D’Eramo a un’interrogazione parlamentare del Partito Democratico è stata insoddisfacente. Il ministro Lollobrigida potrebbe intervenire, considerando che il suo ministero ha il compito di vigilare sull’Enci, a cui lo Stato ha affidato la tenuta dei libri genealogici. L'Ente è soggetto a una forte presenza ministeriale nel proprio organigramma: un membro del ministero nel Consiglio Direttivo, due nella Commissione Centrale di Controllo, due sindaci revisori su tre (entrambi dirigenti pubblici, di cui uno capo di gabinetto di un ministro in carica) e un delegato nel Comitato Consultivo degli Esperti. Inoltre, il capo scorta del ministro è parte del direttivo Enci e ricopre altri incarichi per decisione del ministro. Tuttavia, si continua a sostenere che l'Enci sia un'associazione privata, senza riconoscere che la gestione dei libri genealogici è di interesse pubblico e che, in caso di criticità, il ministero può intervenire con poteri sostitutivi.” Così il deputato Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera.
“Dalla gestione dei libri genealogici – sottolinea l’esponente dem - derivano vantaggi economici, con oltre 10 milioni di euro versati dai cittadini per diritti, manifestazioni e pedigree. Mentre le inchieste giornalistiche, come quelle di Report, stanno portando alla luce aspetti preoccupanti, il ministro resta in silenzio. Cosa si vuole nascondere? Si attende forse l'intervento della magistratura o della Guardia di Finanza? Su questioni come doping, maltrattamenti, controlli sugli allevamenti e cucciolate, gare in periodi di riproduzione della fauna selvatica e gestione dei rimborsi, il ministero non ha fornito alcuna risposta. Un dossier sull’Enci è stato depositato anche in Commissione Antimafia, senza conseguenze.”
“Resta da chiarire – conclude Vaccari – il rapporto tra l’Enci e la deputata Brambilla, con particolare attenzione alle risorse economiche ricevute. Inoltre, sul tema dei pedigree falsi, una recente sentenza del Tribunale di Milano ha confermato le accuse segnalate dal dottor Bocchino già nel 2017. Serve trasparenza. Il Pd ribadisce l’invito a nominare un commissario ad acta per fare chiarezza sulla gestione dell'Enci. Non intervenire significa che il ministro e il governo si assumeranno la responsabilità di quanto accaduto e di ciò che accadrà.”
L' evento è organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi e dall’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo. L’apertura dei lavori è affidata al sen. Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi a cui seguirà l’introduzione di Giancarlo Iodice della stessa Fondazione.
“E’ una occasione importante per riflettere con i portatori di interesse, i rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo sul tema di una necessaria riforma del gioco legale. Servono misure per allargare le distanze con l’illegalità che prospera in questo ambito e arginare il fenomeno devastante della ludopatia che trascina con se sempre più cittadini e le loro famiglie. Discuteremo in assoluta libertà partendo dai rispettivi punti di vista”, dichiara il deputato dem Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e coordinatore dell’Intergruppo che concluderà i lavori del convegno.
Con Vaccari, saranno presenti diversi esponenti politici che aderiscono all’Intergruppo: dai deputati Elena Bonetti (Azione), Virginio Merola (Pd) e Andrea Quartini (M5s) alle senatrici Elena Murelli (Lega) e Cinzia Pellegrino (Fdi).
Interverranno inoltre Filippo Torrigiani, consulente della commissione Antimafia, Marzio Govoni, presidente Fondazione Isscon/Federconsumatori, Antonello Turturiello e Angela Bravi per la Conferenza delle Regioni, Giulia Migneco, segreteria nazionale di Avviso Pubblico, Emmanuele Cangianelli, presidente Egp Fipe Confcommercio, Denise Amerini, della rete “Mettiamoci in Gioco”, Geronimo Cardia, presidente Acadi, Associazione Concessionari Giochi Pubblici e Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana.
“Viste le presenze, l’obiettivo, partendo dai dati, è quello di portare a sintesi unitaria, senza alcuna pregiudiziale, la discussione ed offrire al Parlamento i punti condivisi per una riforma diversa non più rinviabile”, conclude Giorgio Benvenuto, presidente Fondazione Bruno Buozzi.
Si svolgerà domani, martedì 11 febbraio, dalle 10.30 alle 13.00, presso la Sala Matteotti della Camera, il convegno “Gioco legale: serve una riforma”. L’evento è organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi e dall’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo. L’apertura dei lavori è affidata al sen. Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, a cui seguirà l’introduzione di Giancarlo Iodice della stessa Fondazione; mentre le conclusioni dei lavori sono affidate al deputato dem, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e coordinatore dell’Intergruppo.
Con Vaccari, saranno presenti diversi esponenti politici che aderiscono all’Intergruppo: dai deputati Elena Bonetti (Azione), Virginio Merola (Pd) e Andrea Quartini (M5s), alle senatrici Elena Murelli (Lega) e Cinzia Pellegrino (Fdi).
Interverranno inoltre: Filippo Torrigiani, consulente della commissione Antimafia; Marzio Govoni, presidente Fondazione Isscon/Federconsumatori; Antonello Turturiello e Angela Bravi per la Conferenza delle Regioni; Giulia Migneco, segreteria nazionale di Avviso Pubblico; Emmanuele Cangianelli, presidente Egp Fipe Confcommercio; Denise Amerini, della rete “Mettiamoci in Gioco”; Geronimo Cardia, presidente Acadi, Associazione Concessionari Giochi Pubblici; Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana; Maurizio Fiasco, presidente Alea, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio.
Il convegno sarà in diretta sulla web Tv della Camera. Per accreditarsi è necessario scrivere a: segreteria.vaccari@camera.it.
Si svolgerà martedì 11 febbraio, dalle 10.30 alle 13.00, presso la Sala Matteotti della Camera, il convegno “Gioco legale: serve una riforma”. L’evento è organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi e dall’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo. L’apertura dei lavori è affidata al sen. Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, a cui seguirà l’introduzione di Giancarlo Iodice della stessa Fondazione; mentre le conclusioni dei lavori sono affidate al deputato dem, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e coordinatore dell’Intergruppo.
Con Vaccari, saranno presenti diversi esponenti politici che aderiscono all’Intergruppo: dai deputati Elena Bonetti (Azione), Virginio Merola (Pd) e Andrea Quartini (M5s), alle senatrici Elena Murelli (Lega) e Cinzia Pellegrino (Fdi).
Interverranno inoltre: Filippo Torrigiani, consulente della commissione Antimafia; Marzio Govoni, presidente Fondazione Isscon/Federconsumatori; Antonello Turturiello e Angela Bravi per la Conferenza delle Regioni; Giulia Migneco, segreteria nazionale di Avviso Pubblico; Emmanuele Cangianelli, presidente Egp Fipe Confcommercio; Denise Amerini, della rete “Mettiamoci in Gioco”; Geronimo Cardia, presidente Acadi, Associazione Concessionari Giochi Pubblici; Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana; Maurizio Fiasco, presidente Alea, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio.
Il convegno sarà in diretta sulla web Tv della Camera. Per accreditarsi è necessario scrivere a: segreteria.vaccari@camera.it.
“Tanto tuonò che piovve. Dopo le ennesime rivelazioni di Report sull'utilizzo ‘allegro’ dei soldi di una associazione animalista da parte dell'on. Vittoria Brambilla per finalità non proprio legate alla difesa dei diritti degli animali, ma molto a quelle di uno o più partiti politici a lei collegati, continuiamo a chiederci perché l'Enci, ente nazionale della cinofilia italiana abbia ritenuto di sostenere con 460 mila euro l'attività della stessa deputata. Ingenti somme che sarebbero andate direttamente a lei come dichiarato dal presidente, Dino Muto, e non alla trasmissione in onda sulle reti Mediaset. Continuiamo a non capire invece il silenzio del ministro Lollobrigida che ha in capo al suo ministero la vigilanza sull'Enci, visto che lo Stato delega all'Ente la tenuta dei libri genealogici delle razze canine, che ha come conseguenza l'incasso di milioni di euro in diritti e prove cinofile”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Abbiamo fino ad ora capito - aggiunge - che il Masaf non fa controlli e che quelli che fa l'Enci stesso sulle nascite delle cucciolate, finalizzato al rilascio dei pedigree, e sul doping avvengono a campione con spese irrisorie sui bilanci, rispetto agli incassi. E che stranamente vanno tutti bene ‘madama la marchesa’! Cosa ha da nascondere il ministro Lollobrigida? Legami politici con il gruppo dirigente dell'Enci? Oppure attività poco chiare da parte di Enci, come ha segnalato Report, con un precedente servizio di Giulia Innocenzi? Il ministro Lollobrigida per fare la cosa più saggia e doverosa - conclude - dovrebbe commissariare l’Enci per quanto di competenza, per meglio verificare le denunce che stanno emergendo pubblicamente e che sono state depositare anche alla commissione antimafia. Ma si sa, la saggezza e’ virtu per pochi’”.