“Fino ad oggi abbiamo assistito soltanto ad un atteggiamento di estrema ambiguità da parte del governo Meloni rispetto alle politiche commerciali aggressive condotte dal presidente Trump. Il PD esprime un profondo imbarazzo davanti alle parole della Presidente Meloni utilizzate sul tema dei dazi: prima, urbi et orbi, aveva annunciato che non avrebbe fatto nessuna rappresaglia nei confronti del suo 'amico' Trump. Questa mattina invece, intervenendo alla Camera si è svincolata dalle promesse fatte, affermando che non sta né con Trump, né con l'Europa”. Così il deputato dem Stefano Vaccari, capogruppo PD in Commissione Agricoltura, intervenendo in replica al ministro Urso durante il question time alla Camera.
“Serve una strategia – continua il parlamentare PD - che guardi verso l'Europa come centro del nostro agire e che ci porti ad uscire fuori dalla logica della sudditanza nei confronti dell'alleato americano”. “Come ci conferma il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, sarebbe opportuno andare avanti uniti sulle politiche commerciali e industriali, sulla negoziazione dei dazi, sul mercato unico europeo dell'energia e su quello dei capitali”. “Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno raggiunto nel 2023 un valore di 67,3 miliardi di euro ma i dazi americani potrebbero mettere in ginocchio i settori del tessile, della moda, dall'agroalimentare e delle autovetture”, conclude Vaccari.
“La posizione espressa dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui dazi imposti dagli Stati Uniti è ambigua e incomprensibile. Davanti a una minaccia concreta per l’economia europea, invece di difendere con fermezza gli interessi dell’UE e dell’Italia, Meloni sembra voler equiparare le responsabilità tra USA ed Europa e avallare le scelte scellerate di Trump. La necessità di evitare una guerra commerciale non può tradursi in inerzia o in soluzioni bilaterali che indebolirebbero l’Unione. L’Europa deve rispondere con unità e determinazione, tutelando la propria economia di fronte a scelte unilaterali che rischiano di penalizzare imprese e cittadini” così una nota del capogruppo democratico in commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano.
“ Presenterò interrogazione a tutela lavoratori e cittadini”
"Se confermato, quanto emerso dall’inchiesta 'Palude' sarebbe di una gravità inaudita. L’idea che negli uffici del Comune di Venezia sia stato creato un dossier contenente i nomi di cittadini, giornalisti, dipendenti ed esponenti politici colpevoli solo di aver espresso critiche all’amministrazione è inquietante e incompatibile con i principi democratici su cui si fonda il nostro Paese", così Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, commenta le recenti rivelazioni.
"Un simile sistema di schedatura, se accertato, costituirebbe una violazione intollerabile dei diritti fondamentali delle persone e del principio stesso della libertà di espressione. Ancora più grave sarebbe la presenza, tra i nomi registrati, di dipendenti comunali, perché ciò implicherebbe anche una possibile intimidazione nei confronti di chi lavora per la città", continua Scarpa. "È indispensabile fare piena luce su questa vicenda: chi ha dato mandato politico per questa operazione? Con quali risorse pubbliche è stata realizzata? Questi interrogativi necessitano di una risposta immediata e chiara da parte dell’amministrazione comunale. Nel frattempo presenterò un'interrogazione al Ministro della Pubblica Amministrazione, a tutela dei lavoratori del Comune e di tutti i cittadini di Venezia" aggiunge la deputata dem, che esprime piena solidarietà a tutte le persone coinvolte. "Chiediamo trasparenza e rispetto delle istituzioni democratiche: la libertà di critica è un diritto, non un reato. Mi unisco dunque alla richiesta avanzata in Consiglio Comunale affinché venga convocata al più presto una commissione per fare chiarezza su questi inquietanti sviluppi" conclude Scarpa.
“A nome del partito democratico un augurio di buon anniversario alla Polizia penitenziaria che oggi festeggia i 208 anni dalla sua fondazione. Un grazie al lavoro delicato e complesso che ogni giorno le donne e gli uomini del corpo svolgono con grande abnegazione e professionalità. L’impegno al miglioramento delle condizioni di vita negli istituti penitenziari, le maggiori risorse, le assunzioni e la formazione servono oggi per garantire alle e agli agenti di polizia penitenziaria di poter operare in migliori condizioni di lavoro” così in una nota la respinge stabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
“Il governo Meloni, che nega i voli di Stato ad un magistrato che ha combattuto la mafia ed è sotto scorta, utilizza i voli di Stato a suo piacimento. Ed è proprio il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ex magistrato, quello più stucchevole, seguito, ça va sans dire, dal ministro tuttofare alle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale è andato persino dal suo amico Orban con il velivolo messo a disposizione da Palazzo Chigi. E’ un andazzo questo a cui bisogna mettere fine. Chiederò delucidazioni, con una interrogazione, alla Presidente del consiglio e al sottosegretario Alfredo Mantovano”. Così il deputato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti, commentando un articolo del quotidiano La Repubblica sui numeri record dei voli di Stato utilizzati dall’esecutivo.
"Il Rapporto Draghi traccia un quadro per rilanciare un'Europa unita e più forte sia sul piano economico e commerciale che sul piano della difesa. La dimensione nazionale dei singoli Stati non basta più, non è sufficiente per contrastare i dazi di Trump né la sovra capacità produttiva cinese. L'ordine mondiale ha subito repentini cambiamenti e noi dobbiamo trovare una strategia europea comune. Dobbiamo far crescere le nostre aziende facendo crescere contemporaneamente il digitale. Se vogliamo produrre energia, rendendoci indipendenti da Stati terzi, dobbiamo potenziare le fonti rinnovabili e disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per accompagnare gli obiettivi industriali e di decarbonizzazione. Questo Governo non sta facendo abbastanza e in Europa tentenna". Lo ha detto Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive di Montecitorio, a margine dell'intervento di Mario Draghi in Senato.
“La situazione della sanità in Sicilia è grave e preoccupante. Durante il mio sopralluogo presso gli ospedali di Agrigento e Caltanissetta ho potuto constatare in prima persona il collasso del sistema sanitario locale, con carenze di personale medico e sanitario che rendono impossibile garantire un’assistenza adeguata ai pazienti.” Lo dichiara la deputata siciliana del Partito Democratico Giovanna Iacono, intervistata sui social dei deputati dem.
“La distanza tra Nord e Sud nel settore sanitario – ha aggiunto l’esponente Pd - è sempre più evidente e insostenibile. Gli ultimi dati della Fondazione Gimbe confermano le enormi disuguaglianze tra le regioni, con una mobilità sanitaria forzata che obbliga i cittadini del Sud a spostarsi verso il Nord per ricevere cure adeguate. Questo fenomeno non è più una libera scelta, ma una necessità imposta dalla carenza di servizi nelle regioni meridionali. Episodi drammatici si verificano ogni giorno: nella sanità trapanese, ad esempio, pazienti oncologici attendono mesi per un esame istologico, con conseguenze spesso fatali, soprattutto per chi non può permettersi cure private. È inaccettabile che in Italia la possibilità di curarsi dipenda dalle disponibilità economiche. La salute è un diritto universale e deve essere garantita a tutti i cittadini, senza discriminazioni territoriali o economiche.”
“La sanità pubblica – ha concluso Iacono - deve essere una priorità del governo nazionale, che deve smettere con la propaganda e investire seriamente nei servizi sanitari e nelle infrastrutture, colmando il divario tra Nord e Sud. Chiediamo interventi immediati e concreti per garantire a tutti i cittadini italiani un’assistenza sanitaria equa e dignitosa”.
"La guerra dei dazi è pericolosa e va fermata. Se è vero che anche l’Ue mette dazi, è anche vero che il modo in cui Trump usa questo tema, come una minaccia, una forma di vendetta contro l'Unione europea accusata di essere nata per colpire gli Stati Uniti, danneggia tutti sia l'Ue che gli Usa e rischia anche di condurci alla scontro, in ultima analisi alla guerra guerreggiata.
E' una narrazione che va contrastata, come va contrastata la narrazione della guerra per cui tutto si risolve con la sopraffazione e le armi, perché ci porterà a sbattere.
L'Europa si deve far carico di aprire altri orizzonti: non dovrebbe essere proprio l’Ue a parlare di dialogo, invece che di guerra?". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La scelta del Ministro Giuli di nominare Marco Corsini presidente della Fondazione museo Ginori appare oggettivamente incomprensibile, sia nel metodo che nel merito: si tratta di una assegnazione non concertata e che di fatto sostituisce una figura di indubbia competenza nel settore, con una persona che, pur avendo assunto incarichi prestigiosi in altri comparti della pubblica amministrazione e nel settore privato, non ha però alcun titolo, formazione, esperienza e conoscenza in ambito culturale ed artistico. Queste non sono minuzie ma componenti essenziali per guidare una istituzione dalla rilevanza internazionale e dall’eccezionale interesse storico-artistico e archivistico. Per fare chiarezza ho quindi depositato una interrogazione parlamentare con la quale chiedo formalmente al ministro per quali giustificati motivi non sia stato confermato Tomaso Montanari e grazie a quali esperienze pregresse in ambito culturale e museale venga nominato Marco Corsini, peraltro in aperto contrasto con le indicazioni degli altri soci istituzionali come Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino”. E’ quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Dal Covid alla crisi climatica a quella energetica. Ora anche il rischio di pesanti dazi per il nostro export verso l'America. In un contesto economico debole con chiare difficoltà di crescita ed un Europa fragile. A pagarne le spese potrebbe essere il comparto agricolo. Ha ragione il presidente della Cia, Cristiano Fini, che questa mattina nel corso della Conferenza economica dell'organizzazione, alla quale ho partecipato, ha chiesto un cambio di passo evidenziando problemi e criticità da affrontare che spesso vengono coperte dal governo raccontando una realtà ben diversa da quella che è davanti agli occhi di tutti. Per dare forza alla transizione ecologica, giusta e che non lasci indietro nessuno, occorre un piano strategico come ha ricordato Fini ad iniziare da una Pac diversa come tracciata dal nuovo Commissario Europeo, con più risorse finalizzate al sostegno delle imprese agricole anche per favorire un cambio generazionale. Al tempo stesso occorre affrontare anche altri temi come la gestione della risorsa acqua e della fauna selvatica. Per questo non servono più proclami ma un piano strategico nazionale, un progetto di medio e lungo periodo che dia risposte concrete e di prospettiva”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“La digitalizzazione porta nuove sfide, ma anche opportunità che non possiamo ignorare per la sicurezza sul lavoro". Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico e presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro, è intervenuta alla presentazione della ricerca del Progetto PrePara con INAIL, Fondazione Di Vittorio, Sapienza Università di Roma, IAL e il coinvolgimento di CGIL, CISL e UIL, al Politecnico di Milano.
"Il badge elettronico di cantiere, il tesserino parlante e i dispositivi digitali di segnalazione potrebbero evitare tragedie come Brandizzo. È urgente applicare le conclusioni della Commissione d'inchiesta sulla sicurezza sul lavoro, partendo dalle grandi aziende come RFI. Eppure, le nostre proposte per rendere obbligatori questi strumenti non sono stati minimamente considerati dal Governo in Legge di Bilancio. Chi ha paura della trasparenza e della sicurezza?"
Gribaudo ha poi rilanciato la proposta di una Procura unica del Lavoro per migliorare le indagini sugli infortuni e garantire giustizia alle vittime: "Le piccole procure spesso mancano di competenze tecniche. Con la digitalizzazione, sarà sempre più essenziale saper interpretare dati e tecnologie per tutelare i lavoratori".
"Non è la tecnologia il nemico, ma l’assenza di regole e di una cultura della sicurezza", ha concluso Gribaudo.
“Da più di due anni, dall’inizio di questa legislatura, tento di far luce sui continui episodi criminali che si verificano nel Salento. Interrogazioni su interrogazioni per chiedere al Ministro Piantedosi di fare luce su questa inquietante scia di sangue e violenza che suggerisce un forte ritorno della criminalità organizzata nel nostro territorio. Purtroppo, però, ad oggi il Ministro non si è degnato nemmeno di una risposta. In questi giorni scopriamo, per giunta, che lo stesso Ministero avrebbe in programma un piano di “razionalizzazione” dei Reparti Prevenzione Crimine che comporterebbe la chiusura della sede di Lecce e di quella di San Severo. Si tratta di una notizia incredibile, che non tiene minimamente conto della situazione di seria difficoltà che vivono le forze dell’ordine del territorio e della profonda preoccupazione che colpisce la nostra comunità. Comincio ad avere la sgradevole sensazione di una generale sottovalutazione da parte del Governo del rischio recrudescenza di fenomeni criminali in aree che, nonostante il lavoro straordinario della Procura e delle Forze dell’Ordine, sono esposte a fenomeni inquietanti. I clamorosi sequestri di droga, le continue intimidazioni a danno di cittadini e amministratori, le tante, tantissime denunce che ormai non vengono più presentate da cittadini che sentono tornare una pressione mafiosa che speravamo di aver dimenticato, obbligano tutti ad alzare il livello di allarme. Sono certo che i colleghi di centrodestra vorranno unirsi a me per impedire un segnale di preoccupante disimpegno e per chiedere che si torni indietro su una decisione che sarebbe miope e pericolosa per la legalità e la sicurezza pubblica del Salento.”
Così Claudio Stefanazzi, deputato leccese del Partito Democratico.
Oggi, martedì 11 marzo alle ore 10.30, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, si terrà la conferenza stampa "4 milioni di voci inascoltate – Il diritto negato alla cura dei disturbi alimentari". L’evento vedrà la partecipazione di parlamentari, esperti e attivisti impegnati nella lotta per il riconoscimento del diritto alla cura per chi soffre di disturbi alimentari.
Interverranno: Rachele Scarpa (PD), Andrea Quartini (M5S), Luana Zanella (AVS), Maria Elena Boschi (IV), Elena Bonetti (AZ), Riccardo Magi (+EU), Paolo Notarnicola (Rete Studenti Medi), Stefano Tavilla (Fondazione Fiocchetto Lilla), Celeste Manzi (Animenta), Maruska Albertazzi (Regista).
L’incontro vuole accendere i riflettori sulla mancanza di adeguati percorsi di cura per milioni di persone che lottano quotidianamente contro i disturbi alimentari, una vera e propria emergenza sanitaria e sociale.
Per partecipare, inviare una mail a: furfaro_m@camera.it.
Domani, 11 marzo alle ore 10:30, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, si terrà la conferenza stampa "4 milioni di voci inascoltate – Il diritto negato alla cura dei disturbi alimentari". L’evento vedrà la partecipazione di parlamentari, esperti e attivisti impegnati nella lotta per il riconoscimento del diritto alla cura per chi soffre di disturbi alimentari.
Interverranno: Rachele Scarpa (PD), Andrea Quartini (M5S), Luana Zanella (AVS), Maria Elena Boschi (IV), Elena Bonetti (AZ), Riccardo Magi (+EU), Paolo Notarnicola (Rete Studenti Medi), Stefano Tavilla (Fondazione Fiocchetto Lilla), Celeste Manzi (Animenta), Maruska Albertazzi (Regista).
L’incontro vuole accendere i riflettori sulla mancanza di adeguati percorsi di cura per milioni di persone che lottano quotidianamente contro i disturbi alimentari, una vera e propria emergenza sanitaria e sociale.
"Non è più un caso isolato, non è più un semplice episodio: è un’escalation gravissima che dimostra come l’estrema destra si senta impunita nel colpire chi difende i valori della democrazia e dell’inclusione."Con queste parole, la deputata del Partito Democratico Rachele Scarpa condanna con fermezza il nuovo attacco vandalico subito nella notte dalla sede dell’UDU Venezia. Per la terza volta in una settimana, gli spazi degli studenti universitari sono stati presi di mira con scritte fasciste, insulti omofobi e persino minacce di morte. Inoltre, la maniglia della porta è stata divelta, in quello che appare come un chiaro tentativo intimidatorio alla vigilia del presidio organizzato dagli studenti.
“Esprimo - aggiunge l’esponente dem - la mia totale solidarietà alle studentesse e agli studenti che ogni giorno lottano per un’università libera, inclusiva e antifascista. È inaccettabile che siano costretti a subire intimidazioni continue mentre chi fomenta odio si sente libero di agire nell’ombra. Se pensano di fermare questi ragazzi con la violenza, si sbagliano di grosso: oggi saranno in piazza con ancora più determinazione. Il silenzio delle autorità locali e nazionali è assordante. Non possiamo limitarci alla solidarietà: è necessario un intervento concreto. Per questo, insieme ad altri colleghi, siamo pronti a presentare un’interrogazione parlamentare al governo per chiedere quali misure intenda adottare per garantire la sicurezza della sede dell’UDU Venezia e, più in generale, per contrastare l’ondata di violenza neofascista che sta colpendo le nostre città”.
"L’antifascismo - conclude Scarpa - non è un concetto astratto, è una pratica quotidiana di difesa della democrazia. Venezia è e deve restare una città libera da odio e intolleranza. Mi aspetto che le autorità competenti e il Ministero dell’Interno prendano immediatamente provvedimenti concreti, perché non accetteremo mai che la violenza diventi normalità”.