"Ci opporremo con forza a questa ennesima norma del ddl sicurezza che comprime le libertà e attacca i diritti dei migranti” Così in una nota la capogruppo del Pd nella commissione affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè che sottolinea come la “norma anti migranti sia stata approvata nel blitz notturno prima della pausa estiva”.
“Il Decreto Sicurezza che stiamo discutendo in questi giorni alla Camera - aggiunge - è un mix di propaganda e criminalizzazione del dissenso. Se la prendono con i minori, costretti in carceri con le madri, con le donne incinte, con gli studenti che protestano, con i migranti e persino con chi coltiva cannabis light, ma non fanno nulla per la prevenzione, per le forze dell’ordine. Sicurezza sì, ma solo nel nome: nella realtà è un pericoloso pasticcio liberticida”.
"Dopo la norma che manda in carcere le donne incinte o con figli neonati, scritta espressamente per punire le donne Rom, e quella che punisce con la detenzione fino a due anni chi manifestando fa un blocco stradale adesso il governo e la maggioranza vogliono impedire ai migranti di avere una Sim telefonica per poter comunicare con amici e parenti come facciamo tutte e tutti. Perché? Qual è l'obiettivo se non vessare e colpire le persone, specialmente le più fragili?". Se lo chiede l'ex presidente della Camera e deputata del Partito Democratico, Laura Boldrini, intervistata da Today.it.
Boldrini ha parlato dell’articolo 32 del Ddl Sicurezza, che prevede che i cittadini provenienti da Stati non appartenenti all’Unione Europea debbano presentare il permesso di soggiorno per acquistare del Sim card. “È l'ennesima norma discriminatoria contenuta del Ddl sicurezza - continua la parlamentare dem - che non ha niente a che fare con la sicurezza, ma molto con il profondo disprezzo che l'ultradestra prova nei confronti dei migranti, di chi esprime dissenso e di chiunque non rientri nei loro parametri di presunta normalità”.
governo ascolti grido d’allarme e modifichi norma al Senato
“Il governo ascolti il grido d’allarme degli agricoltori e torni indietro sulla norma del ddl sicurezza che affossa la filiera della canapa industriale” Così in una nota il deputato democratico, responsabile nazionale Sicurezza del Pd, Matteo Mauri.
“Oggi - aggiunge - anche Coldiretti critica duramente il governo per aver introdotto una norma che ucciderà un intero comparto imprenditoriale composto da migliaia di imprese, agricole e non solo, e di oltre 10.000 lavoratori.
Cioè esattamente quello che abbiamo detto in Aula alla Camera come PD. E su cui ieri il Capogruppo di FdI Foti ha provato inutilmente a replicare.
Peraltro - sottolinea Mauri - parliamo di un settore trainato dai giovani che vengono penalizzati ingiustamente e a cui vengono messi in discussione ingenti investimenti. Chiediamo al governo un ravvedimento e una marcia indietro nel corso dell’esame al senato.
Se la maggioranza non vuole ascoltare noi ascolti Coldiretti e tutte le altre associazioni di imprenditori agricoli della canapa".
Comprendiamo l’imbarazzo di Foti, frutto del nervosismo che aleggia nella maggioranza e, soprattutto, tra i ministri di Fratelli d’Italia ormai alle prese con questioni che imbarazzano tutto il paese” così il deputato del Pd Matteo Mauri replica al capogruppo di Fdi, Foti. “Ancora una volta - aggiunge Mauri - registriamo la risposta arrogante di Foti che prova a mischiare le carte e butta la palla in tribuna. Non accettiamo lezioni sulla sovranità del parlamento da parte di un esponente del partito della presidente del consiglio Meloni che sta quotidianamente umiliando e minando le basi del corretto confronto democratico. Troviamo sorprendente che il ministro Lollobrigida si nasconda dietro al capogruppo alla camera invece di metterci la faccia. Evidentemente ha molto da farsi perdonare dagli imprenditori agricoli che non ha difeso e che in questo momento sono in grandissima difficoltà”.
Lollobrigida batta un colpo, via norma senza senso voluta da Palazzo Chigi
“Lo stop alla canapa industriale è insensato: la norma del ddl sicurezza azzera una filiera agricola ad alto valore aggiunto, trainata soprattutto dai giovani. Siamo davanti a un vero e proprio atto d’imperio che penalizza numerosi investimenti privati determinando ingenti danni in termini economici e occupazionali. Il governo ci ripensi e risponda all’appello delle associazioni agricole: Lollobrigida si svegli e batta un colpo cancellando quella norma senza senso voluta direttamente da Palazzo Chigi.”. Così la deputata democratica e responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
Stop alla canapa industriale voluto da Palazzo Chigi nel silenzio di Lollobrigida
"Con quale faccia Foti si permette di fare la morale all'opposizione sulla sovranità del Parlamento? Il capogruppo di Fdi non sa di cosa parla: il ddl sicurezza è di iniziativa governativa e l’emendamento sulla canapa industriale lo ha promosso direttamente palazzo Chigi” così, in una nota, il deputato democratico e responsabile sicurezza del PD, Matteo Mauri, replica al capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che ha criticato le posizione del Pd sulla canapa industriale esposte durante l’esame del Ddl Sicurezza alla Camera. “Le norme che metteranno in ginocchio il settore della canapa industriale – spiega Mauri - sono contenute in un Ddl governativo e sono state introdotte in commissione con un emendamento promosso dalla Presidenza del Consiglio, su richiesta esplicita del sottosegretario Mantovano. Davanti a questa invasione di campo, nel silenzio assordante di Lollobrigida, le parole di Foti sulla sovranità del Parlamento risultano ridicole e fuori luogo. Peraltro, ricordiamo a Foti che il governo ha messo la fiducia oltre 60 volte in neanche due anni, praticamente una ogni 10 giorni. E che le assenze dei ministri sono ormai la prassi anche durante l'esame di provvedimenti che riguardano le materie di propria competenza. “Foti – aggiunge Mauri – ha anche il ‘coraggio’ di dire testualmente che "la filiera della canapa non verrà toccata". Lo informiamo che purtroppo non è così, verrà distrutta, e lo dimostra il fatto che le aziende del settore stanno già lasciando il nostro paese. Facciamo una proposta a Foti: riceva le associazioni degli imprenditori della canapa, magari insieme al grande assente di questa vicenda, il ministro Lollobrigida. E si faccia spiegare bene da loro come stanno le cose, alla presenza di tecnici di sua fiducia. E poi faccia depositare a Fdi un emendamento per cancellare o modificare in profondità questa norma scellerata nel passaggio al Senato”.
Distrutta filiera agroindustriale d’eccellenza
“15mila persone, 3mila imprese, 500 milioni di fatturato. Il governo Meloni ha appena distrutto un pezzo di filiera agroindustriale di eccellenza italiana nel campo della cosmesi, del florovivaismo, degli integratori alimentari, dell'erboristeria. La maggioranza ha appena votato l'art. 18 del Ddl Sicurezza che vieta la produzione di cannabis light. Un governo in affanno, dilaniato da continui scandali, che annaspa ogni ora di più, che cerca di recuperare consenso da zero virgola facendo credere al Paese che la cannabis light produca un effetto drogante e che per questo debba essere resa illegale. Si continua a prendere in giro l'Italia e gli italiani, mandando 15mila persone su una strada per raccattare qualche voto con l'inganno. Com'era? Prima gli italiani? Certo, come no”.
Così sui social Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali alla Camera e componente della segreteria nazionale del Partito.
“Sulla vicenda della canapa industriale si è realizzata la tempesta perfetta generata dal furore ideologico di Palazzo Chigi e di alcuni partiti di maggioranza che come al solito, non curandosi degli interessi nazionali, hanno voluto mettere nel ddl Sicurezza la loro bandierina ideologica”. Lo dichiara il deputato dem Matteo Mauri intervenendo in Aula durante la discussione sul ddl Sicurezza.
“L'emendamento di Governo contro la canapa è stata scelta scellerata - continua Mauri - che ucciderà a breve un intero comparto imprenditoriale composto da migliaia di imprese, agricole e non solo, e di oltre 10.000 lavoratori. Le associazioni di categoria hanno chiesto più volte al governo di fare marcia indietro e di essere ricevuti. Tutte iniziative che purtroppo non hanno ricevuto risposta. Al governo poco importa se migliaia di imprese chiuderanno e se ne frega se molti imprenditori, spesso molto giovani, che hanno investito su un'attività legittima ora si troveranno sul lastrico”. “Una scelta di una gravità assoluta – conclude Mauri - certificata dalla scomparsa del ministro Lollobrigida che invece di difendere gli interessi del settore agricolo si è adeguato alla volontà della Presidente Meloni. Assurdo tra l'altro che un Dipartimento della Presidenza del Consiglio sia stato costretto a pubblicare una smentita preventiva sull'interpretazione della norma ancora prima che si votasse alla Camera. Una cosa mai vista prima. Che dimostra l'assoluta malafede di chi ha pensato, voluto e proposto questa ennesima arma di propaganda ideologica. Che dà un altro colpo agli interessi dell'Italia".
La norma contenuta nell'articolo 18 del provvedimento in esame è puramente demagogica. Con il pretesto di maggiore rigore sull'utilizzo di sostanze stupefacenti, in realtà il Governo fa tutt'altro. Vieta la produzione e commercializzazione di prodotti utilizzati in numerosi settori industriali ed agricoli. Migliaia di aziende italiane che danno lavoro a tantissime persone, giovani in particolare, saranno distrutte, messe fuori legge da una norma incomprensibile. Peraltro oltre al danno rischia di aggiungersi la beffa, perché la giurisprudenza europea ha già vietato questo tipo di normative nazionali che impediscono la vendita dei prodotti in oggetto derivanti dalla canapa realizzati da imprese europee. Potremmo trovarci di fronte al paradosso di poter avere in Italia prodotti europei ma non più quelli italiani. Altro che tutela del Made in Italy.
“Fermatevi, tornate indietro. Se non volete ascoltare noi abbiate l’accortezza di ascoltare le associazioni di settore e le organizzazioni agricole che vi chiedono di non introdurre il divieto di produzione e di commercializzazione della cannabis light che ha consentito di avviare una importante filiera economica con un fatturato annuo di oltre 500 milioni di euro e decine di migliaia di posti di lavoro, soprattutto giovani imprenditori. Chiediamo al governo stralciare la norma che ha introdotto il divieto per favorire un ulteriore approfondimento e poter valutare con le parti sociali. Rimuovete il furore ideologico che ha animato la vostra folle scelta, non potete affossare un comparto produttivo di eccellenza, parte integrante del Made in Italy. Da domani con il vostro emendamento il mercato oggi legale sarà occupato dalla malavita organizzata con ben altre finalità. Continuate a voltare le spalle agli interessi del Paese”.
Lo ha dichiarato in Aula, durante la discussione del Ddl Sicurezza, Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura e Segretario di Presidenza della Camera.
Forza Italia oggi ha scelto di barattare il suo emendamento, vagamente migliorativo, per smontare in coerenza con le altre forze di maggioranza, un pezzo del nostro ordinamento giuridico, cioè che le madri incinte e i bambini piccoli in carcere non ci dovrebbero stare. Un bambino che passa la sua infanzia in carcere non impara a parlare e dice solo “apri” e “chiudi”. Un bambino che passa la sua infanzia in carcere non impara a camminare sull'erba e perde l'equilibrio la prima volta che lo metti su un prato e viene sottoposto a una deprivazione sensoriale, relazionale e affettiva senza precedenti e semplicemente inimmaginabile. Vorrei che oggi ci ricordassimo che questo orrore sta per essere consentito semplicemente per assecondare un'esigenza propagandistica principalmente della Lega, come ci ha spiegato, molto chiaramente, l'onorevole Matone in Commissione. Stiamo scegliendo di togliere questa garanzia che il nostro ordinamento giuridico garantiva per colpire le madri rom, punendo il soggetto e non punendo la condotta e scegliendo il soggetto da punire su base etnica. Oggi è una buona lezione di come non fare una legge.
Così Rachele Scarpa, deputata Pd, intervenendo in Aula.
"Il ddl sicurezza è un viaggio nella galleria degli orrori. Un vero provvedimento monster. Dopo aver vietato a lavoratrici e lavoratori di protestare perché se fanno un blocco stradale vanno in galera da sei mesi a due anni, oggi tocca ad una norma da brividi, che mette in carcere le donne incinte o con figli neonati. E lo ritengono giusto perché fatto contro le donne Rom. Lo dicono chiaramente esponenti di spicco della Lega a cominciare dal leader del partito: una norma che discrimina su base etnica. Una barbarie degna di una democratura, non certo accettabile per una democrazia liberale in cui non sono pensabili leggi che puniscono specifici gruppi sociali, men che meno in un paese che ha subito la vergogna delle leggi razziali. Vogliono trasformare l'Italia in una democratura sul modello Orbàn o su quello Putin, dove è normale discriminare su base etnica.
Una scelta che spinge l'Italia all'angolo e la colloca tra le democrazie illiberali: altro che patrioti!
Una deriva contro cui continueremo ad opporci". Lo ha dichiarato, intervenendo nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Votando contro l'emendamento che prevedeva di mantenere la sospensione della pena per le donne incinta e le detenute madri Forza Italia ha barattato l'interesse superiore dei minori, previsto dal diritto internazionale, con la tenuta del governo". Lo ha detto la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase intervenendo stamattina durante l'esame degli emendamenti al ddl Sicurezza.
"In tre anni - ha aggiunto rivolta ai deputati di Forza Italia - siete passati dal votare a favore alla legge Siani, che prevedeva di sospendere la pena alle donne incinta e alle madri di bambini fino a tre anni, fino al voto di oggi. Cosa è cambiato? Temiamo che siano intervenuti i ricatti dei vostri alleati di Governo, ed è preoccupante per il futuro" ha evidenziato la deputata Pd."L'emendamento del relatore che proponete è irrilevante semplicemente perché esiste già una legge, approvata dal Partito Democratico, per il monitoraggio delle misure detentive" ha sottolineato la deputata Di Biase.
"Rendetevi conto, avete fatto peggio del ventennio fascista, anche il codice Rocco prevedeva la sospensione della pena per le donne incinta e per le madri di bambini al di sotto dei sei mesi di età" ha concluso Di Biase.
"Il ritiro dell'emendamento di Forza Italia, successivo alla presentazione di un emendamento ridicolo dei relatori, conferma il cedimento del partito guidato da Tajani, che, dopo una serie di dichiarazioni pompose durante l'estate, ha sacrificato i propri valori sull'altare della tenuta della maggioranza". È quanto afferma Federico Gianassi, capogruppo democratico nella commissione giustizia della Camera, criticando duramente la linea assunta da Forza Italia sulla norma sulle detenute madri contenute nel ddl sicurezza.
"Siamo davanti a un evidente passo indietro di Forza Italia – prosegue Gianassi – attendiamo adesso di vedere come si comporteranno nel voto di domani. Quella sarà l’occasione per capire chi si oppone realmente a una norma crudele che condanna bambine e bambini al carcere e chi, al contrario, sta sfruttando questo delicato argomento per portare avanti speculazioni politiche".
C’è una svolta a destra nel paese e passa per il decreto sicurezza. Si vuole reprimere ogni espressione di dissenso e si aggravano le pene per tutte le manifestazioni di critica. Norme gravissime che colpiscono i valori sostenuti e tutelati dalla Costituzione. Forza Italia, che aveva espresso un minimo disaccordo liberale, si è rimessa in riga e lascia bambini di meno di un anno in carcere con le madri. È in gioco la libertà delle persone, una deriva pericolosa e inaccettabile.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.