“La legge istituisce presso Crea il registro dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale; però ad oggi e a distanza di due anni non risulta ancora emanato da parte del Governo alcun provvedimento in tale senso per la definizione delle Linee guida recanti modalità di certificazione dei crediti e di gestione del registro.
Rispondendo ad un’interrogazione dello scorso maggio, il Ministro dell’Agricoltura aveva fatto sapere che il gruppo di lavoro istituito presso il Masaf ha separato gli assorbimenti forestali da quelli agricoli, prevedendo due percorsi distinti e complementari.
Lo scorso dicembre 2024 è entrato in vigore il regolamento europeo (UE) 2024/3012, direttamente applicabile negli stati membri, con l’obiettivo di agevolare e incoraggiare la realizzazione, da parte di gestori o gruppi di gestori, di assorbimenti permanenti del carbonio, della carboniocoltura e dello stoccaggio del carbonio.
Secondo quanto stabilito dal regolamento, per ottenere la certificazione, le attività di assorbimento del carbonio dovranno soddisfare quattro criteri generali, ma vediamo che i ministeri competenti non si sono espressi e queste linee guida non sono ancora state definite.
Pertanto chiediamo al Governo come intende procedere e se intendano prevedere la possibilità che i crediti generati da progetti forestali realizzati nel territorio nazionale e impiegabili su base volontaria per compensare le emissioni in atmosfera possano essere utilizzati per remunerare gli enti territoriali e loro forme associative per la produzione di servizi ecosistemici e ambientali”. Lo dichiarano i deputati del Pd Simiani, Vaccari, Braga, Curti, Evi, Ferrari, Forattini, Marino, Romeo, Andrea Rossi che hanno presentato una interrogazione al ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura.
“Si intensifica il botta e risposta tra i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini in materia di politica estera. Definirli su posizioni agli antipodi è persino riduttivo. Di fronte a una situazione internazionale in continua evoluzione, è indispensabile che il governo esprima una linea chiara e unitaria. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha il dovere di riferire in Parlamento con costanza. La trasparenza su scelte strategiche di tale portata non è un'opzione, ma una necessità. Da troppo tempo attendiamo un confronto parlamentare sulla direzione della politica estera italiana. È ora che Meloni faccia chiarezza” così il capogruppo democratico in commissione difesa della Camera, Stefano Graziano.
“Ormai Matteo Salvini non sa più come giustificare il suo affannoso rincorrere il favore di Elon Musk. Ieri ha tuonato ed evitato il confronto con tutti gli operatori satellitari diversi da Starlink e oggi attacca le opposizioni definendole anti italiane solo perché si oppongono ad un regalo incondizionato e avventato al magnate americano”. Così in una nota il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive.
“Il sovranista Salvini – continua l'esponente democratico - ha perso l'ennesima occasione di difendere, sul serio, l’interesse nazionale nelle votazioni sul ddl economia dello spazio. Bastava far votare gli emendamenti delle opposizioni all’articolo 25 o anche far presentare una riformulazione al 'suo' relatore al provvedimento, il leghista Gusmeroli. Invece c’è stato solo silenzio e imbarazzo”. “I sedicenti patrioti sono finiti a fare il megafono del miliardario Musk per ottenerne le grazie. Tutto il resto sono chiacchiere, quelle di Matteo Salvini”, conclude Peluffo.
“ENI chiude gli stabilimenti di Brindisi e Priolo, cancella la chimica di base del Paese nel silenzio totale del Governo Meloni: delle due l’una o il Governo ha paura di contrastare ENI oppure è complice della cancellazione di una esperienza, di una competenza di decine di anni e di una reputazione internazionale dell’Italia nel settore chimico.” Così il parlamentare PD Silvio Lai della commissione bilancio alla Camera.
“Non solo, niente si sa sul futuro della chimica verde dopo gli impegni assunti da ENI e dal Governo nel 2011 per Porto Torres e altri siti, anche dopo che Versalis ha acquistato il 100% del capitale di Novamont, azienda di eccellenza nel campo delle bioplastiche", continua Lai.
"Il Governo non convoca la cabina di regia definita da una legge del 2022 e non risponde alle interrogazioni nelle quali si chiede quali siano i motivi per non convocarla se non evitare di disturbare il manovratore. Insomma è il solito Governo forte con i deboli e debole con i forti, con ENI intoccabile che si muove senza dover rispondere. Finirà che la chiusura della chimica nazionale non solo non sarà contrastata ma sarà vantata dal Governo come un suo successo”, conclude Lai.
“Un silenzio colpevole e una scelta incredibile: la maggioranza ha bocciato un emendamento fondamentale per il rafforzamento della sovranità nazionale e dell’autonomia digitale dell’Italia. Un'occasione persa per garantire il controllo strategico sulle infrastrutture di comunicazione e per promuovere un ritorno industriale dagli investimenti pubblici”. Così la deputata democratica, Rachele Scarpa, che ha aggiunto: “in Aula, nessuna parola da parte della maggioranza, che è rimasta muta di fronte a una questione cruciale. Un atteggiamento ancor più grave dopo che l’uomo più ricco del mondo, che ormai influenza ogni decisione di Palazzo Chigi, ha chiesto con un tweet del suo portavoce italiano di schierarsi contro un emendamento che introduceva due principi fondamentali ovvero che la creazione di una riserva trasmissiva nazionale sia definita sotto controllo italiano ed europeo e che vi sia un ritorno industriale per il nostro Paese. Due principi che riteniamo scontati ma che evidentemente danno fastidio a chi preferisce obbedire ai diktat di Musk piuttosto che tutelare gli interessi dell'Italia. La maggioranza si è inginocchiata davanti ai tweet di un miliardario straniero, è questo il sovranismo della destra italiana?” conclude Scarpa.
“Ritengo che il nostro emendamento sollevi una questione fondamentale di sovranità e di politica industriale. L'Italia vanta un sistema industriale d'avanguardia anche nel settore dell'economia dello spazio, come riconosciuto recentemente dalla Presidente del Consiglio, che ha elogiato il lancio in orbita di Lugre definendolo un’eccellenza italiana. Dopo 26 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, il Parlamento si appresta a varare una legge innovativa e tempestiva sul tema dell’economia dello spazio. Tuttavia, risulta incomprensibile la scelta della maggioranza di respingere un emendamento di buon senso, che non esclude la NATO ma che pone come prioritaria la produzione europea, privilegiando aziende italiane o con forti legami con il nostro Paese. Solo in caso di impossibilità tecnologica si prevederebbe il ricorso ai partner NATO”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata dem Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri, durante la discussione del ddl Spazio.
“Con questa decisione – ha concluso Quartapelle - il governo viene meno a due doveri fondamentali: da un lato, quello di tutelare e valorizzare la produzione e l’eccellenza italiane; dall’altro, quello di salvaguardare la nostra sovranità. È un tema su cui le forze politiche che si proclamano sovraniste e patriottiche dovrebbero riflettere con maggiore attenzione”.
"Calipari ha compiuto il gesto più grande che un uomo possa fare: donare la propria vita per salvarne un’altra". Così in Aula alla Camera il deputato democratico e presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, ha ricordato la figura di Nicola Calipari a vent’anni dalla sua scomparsa. Guerini ha ripercorso la dinamica di una vicenda "i cui contorni, come ha sottolineato il presidente Mattarella, non sono ancora del tutto definiti". "Calipari – ha proseguito Guerini – ha scelto di proteggere fino alla fine chi aveva liberato, come un padre con i propri figli. Dobbiamo essere orgogliosi di aver potuto contare su persone come lui, orgogliosi di sapere che questo è lo Stato e che a fare lo Stato ci sono professionisti seri e preparati, che lavorano per il bene comune, per la nostra sicurezza e per il rispetto della legalità. Persone che rischiano la vita nel silenzio per le istituzioni, per la collettività, a difesa della democrazia e della sicurezza del nostro Paese". "Tra queste persone ci sono anche gli uomini dei servizi segreti – ha ricordato Guerini – di cui conosco la preparazione, l’abnegazione e la fedeltà alle istituzioni: qualità riconosciute in patria e a livello internazionale. Oggi i servizi segreti sono tra gli organi vitali del nostro Paese, al cuore delle nostre istituzioni, grazie alla straordinaria professionalità e alla sensibilità umana e civile di persone come Nicola Calipari. Anche per rispetto della sua memoria, dobbiamo continuare a lavorare per garantire la loro adeguata efficienza a difesa della nostra democrazia". Guerini ha poi rivolto un pensiero affettuoso e riconoscente alla famiglia di Nicola Calipari: "ai figli Silvia e Filippo e alla moglie Rosa, che ha servito la Repubblica distinguendosi per competenza, equilibrio e passione". "Nicola Calipari – ha concluso Guerini – è stato un uomo di forti principi, un vero servitore dello Stato, un italiano di cui essere fieri".
“E’ già stucchevole, in una discussione sulle politiche volte a favorire l’occupazione femminile, registrare in quest’Aula la subalternità di linguaggio utilizzata anche da persone di sesso femminile. Non si sognerebbero mai di chiamare ‘cameriere’ la cameriera oppure ‘maestro’ la maestra. Però se c’è una presidente del Consiglio donna la chiamano ‘il presidente del Consiglio’, se c’è una ministra donna la definiscono ‘il ministro’. Fatevi una domanda e datevi una risposta. Ma veniamo al mercato del lavoro e al gender pay gap, tema molto forte nel nostro Paese soprattutto legato a quello della maternità. Quando in Italia una donna dà alla luce un figlio il suo destino lavorativo è segnato. A quindici dal parto il suo salario lordo annuale è ridotto del 57 per cento rispetto a una lavoratrice non madre. La parte preponderante poi non è il basso salario orario, ma l’utilizzo del part time e del tempo determinato. E’ la precarietà del lavoro che nelle donne incide in un modo spropositato. Cosa ha fatto la destra per evitare la precarietà del lavoro per gli uomini e le donne, ma soprattutto per le donne? L’esatto contrario di ciò che serviva: ha reso più facile l’accesso ai contratti di somministrazione, a tempo determinato e stagionali”.
Così la deputata democratica, Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, replicando nell’Aula della Camera all’informativa dei ministri Foti e Calderone sulle politiche volte a favorire l’occupazione femminile.
“La maggioranza e il governo stanno bloccando la Rai per le loro divisioni interne, trascinando il servizio pubblico in uno stallo irresponsabile e senza precedenti. Mentre il Paese ha bisogno di una Rai autonoma ed efficiente, si continua a parlare solo di nomine e spartizioni, senza affrontare il vero nodo: l’assetto complessivo del sistema radiotelevisivo pubblico.
Lo scontro nella maggioranza è ormai frontale: Lega e Forza Italia attaccano duramente l’amministratore delegato, arrivando addirittura a definirlo "Re Tentenna". Un teatrino inaccettabile che paralizza il servizio pubblico e danneggia la credibilità dell’azienda.
Per il Partito Democratico, basta con questo spettacolo imbarazzante. È urgente recepire il Media Freedom Act, che impone regole chiare per garantire indipendenza e qualità all’informazione pubblica. La Rai non può restare prigioniera di logiche di potere: il servizio pubblico deve essere al servizio dei cittadini, non della politica” cosi i componenti democratici della Commissioni di vigilanza Rai.
Il Parlamento non è un passacarte di decreti governativi
“Non basta un incontro volante con qualche giornalista al margine delle trasferte internazionali, Meloni deve venire in Aula a riferire dei temi principali per l'Italia prima del vertice straordinario dei capi di Stato europei convocato giovedì prossimo”. Così la capogruppo Pd, Chiara Braga, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Anche ieri – ha dichiarato la presidente dem - abbiamo assistito all'utilizzo personale della Presidente Meloni del servizio pubblico televisivo, per parlare al Paese dei temi di attualità. In prima serata, dopo aver snocciolato idee confuse, Meloni ha provocato le opposizioni chiedendo in Tv cosa ne pensassero dell'invio di truppe a Kiev, senza mai aver comunicato quali siano le intenzioni del governo nelle sedi ufficiali e senza ammettere l'evidente spaccatura, a tal riguardo, all'interno del suo governo”.
“E' inammissibile che la premier si sottragga al confronto parlamentare come ha fatto e sta facendo in queste settimane” ha continuato Braga. “Il Parlamento non è il passacarte dei decreti del governo e questo concetto vorrei spiegarlo al sottosegretario Mantovano che ha dichiarato come 'sarà Palazzo Chigi a decidere gli emendamenti parlamentari prioritari, a definire i tempi e i rituali dell'Aula'. È inaccettabile che un rappresentante del governo parli in questo modo del lavoro che si svolge in Parlamento. Meloni riferisca sulla posizione dell'Italia nel dibattito di giovedì sulle scelte europee a garanzia della sicurezza dell'Ucraina”, ha concluso Braga.
“Dopo qualche mese dall'approvazione della legge Capitali e la delega per la revisione complessiva del Testo unico sulle questioni finanziarie (TUF), il governo chiede una nuova proroga. Mesi fa, il Pd scelse la strada di vigile attenzione, astenendosi dal voto in Aula, in attesa di capire quali fossero le linee guida rispetto alla revisione del Testo Unico. Oggi il governo torna alla Camera per chiedere una nuova proroga e una delega sostanzialmente in bianco perché ancora non fornisce i principi, le linee su scelte strategiche e quali siano i poteri da rafforzare o spostare da un'entità di controllo ad un'altra”. Così il deputato dem Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo sulla discussione sulla proroga della delega al Governo per la riforma del Testo Unico Finanziario.
“Nel contempo – continua il parlamentare Pd - l'esecutivo si nasconde dietro la frase 'è una materia complessa' lasciando diversi dubbi sui movimenti di capitali in quello che si può definire un Risiko bancario”. Per Ricciardi “mentre ci sarebbero gli strumenti per rendere la materia comprensiva, il governo dovrebbe rispondere a come pensa di legare le operazioni di riforma del TUF rispetto all'ennesima deroga richiesta in una fase di movimento del sistema finanziario e bancario in Italia”. “Il sistema economico e industriale è in regressione da 24 mesi, in un rallentamento strutturale che merita risposte concrete che questo governo non vuole fornire”, conclude l'esponente del Pd.
“Fauna e flora sono un patrimonio inestimabile della nostra umanità. Vanno gestite con grande oculatezza sia dal punto di vista della tutela che del loro valore. Incrementare l'indice di biodiversità dei nostri territori è fattore essenziale per dare forza ad un modello di sviluppo di qualità e sostenibile, in grado di favorire la transizione ecologica ed uscire definitivamente dall'era dei combustibili fossili. Nel solco delle indicazioni della scienza, senza pregiudizi, e con il protagonismo degli agricoltori vanno adottate tutte le misure necessarie alla conservazione di fauna e flora”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo PD in Commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, in occasione del ‘World wild life Day’ dedicata alla fauna selvatica e alla flora.
“Il ministro Giuli annuncia che i criteri di finanziamento del cinema saranno ridefiniti. Lo racconta come un fatto ordinario, ma in realtà è la dimostrazione di un fallimento. Sono mesi che spieghiamo al governo che le loro scelte andavano riviste perché avevano prodotto un disastro. Fino a pochi giorni fa il governo ha negato l'evidenza. Oggi ci pensano i fatti a dimostrare che avevamo ragione noi. Purtroppo il prezzo altissimo di tutto questo lo pagano migliaia di lavoratori ridotti alla fame e tante imprese che rischiano di saltare in aria. Ci saremmo aspettati almeno le scuse non tanto all'opposizione, ma a quei lavoratori. E magari anche la richiesta di un passo indietro alla sottosegretaria Borgonzoni, vera artefice di questa catastrofe”.
Così il deputato democratico, Matteo Orfini.
Grave la mancanza di case comunità nel Municipio VIII di Roma
“Il governo conferma che l’edificio fatiscente di Via Cerbara nel Municipio VIII di Roma, non verrà rimesso a nuovo e utilizzato come casa e ospedale di comunità come previsto dal piano Pnrr. Dopo 2 anni dall'insediamento della nuova amministrazione, c'è dunque da domandarsi il perché la Regione Lazio abbia atteso così tanto, per definire insieme all'Asl RM2, un nuovo programma di realizzazione di case e ospedale di comunità per il Municipio VIII”. Così il deputato dem Roberto Morassut intervenendo in Aula in un'interpellanza urgente al governo sulla realizzazione di case e ospedali di comunità nel Comune di Roma.
“Oltre alla gravità socio-sanitaria – continua il parlamentare Pd - dovuta alla mancanza delle case e ospedali di comunità in una zona periferica di Roma, resta aperta la questione su quale sviluppo avrà l'edificio di Via Cerbara destinato alla demolizione, senza ricostruzione, con conseguente vuoto urbano”. “I fondi Pnrr del progetto iniziale sono stati perduti o sparpagliati, con rimodulazione, in altri progetti di cui non c'è alcuna certezza di realizzazione entro la scadenza del 2026. Tutto questo non risolve i problemi dei cittadini del Municipio VIII e la questione è solo rimandata a data da destinarsi”, conclude Morassut.
Bene Schlein, mobilitazione su referendum cittadinanza e lavoro
"E’ molto importante l’indicazione di Elly Schlein di mobilitare il Pd a sostegno dei 5 referendum su cittadinanza e lavoro. Va archiviata definitivamente la stagione della precarietà e dell’insicurezza sui luoghi di lavoro. L’opposizione riconquista la fiducia e allarga le sue alleanze sociali se mette al centro i diritti. I cittadini hanno un’arma formidabile: il voto referendario. Va usato". Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, commentando l'intervento dalla segretaria Elly Schlein durante la Direzione nazionale del Partito democratico.