"Il ministro degli Esteri Tajani venga a riferire in aula su quello che sta accadendo in Libano. Abbiamo denunciato più volte il fatto che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, pur di conservare il suo personale potere, è disposto ad una guerra senza fine e, ormai, senza confini. Non gli sono bastati gli oltre 42 mila persone uccise a Gaza, in maggioranza donne e bambini. E non gli sono bastate neanche le incursioni violente dell’esercito e dei coloni contro i palestinesi della Cisgiordania. Né l’atto gravissimo di inviare i militari a Ramallah per sospendere le trasmissioni di Al Jazeera. Ha fatto di tutto, Netanyahu, per incendiare l'intero Medioriente". Lo ha dichiarato oggi nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ha violato la sovranità territoriale di un altro Paese, l’Iran, per uccidere il capo di Hamas, impegnato nelle trattative per il cessate il fuoco. E se uccidi il negoziatore, uccidi il negoziato. Ed è esattamente così che è andata. Ma già a fine dicembre era intervenuto in Iran per uccidere il generale Razi Moussavi e più recentemente in Libano per uccidere quello che era ritenuto il braccio destro di Hassan Nasrallah, Fuad Shukr - ha ricostruito Boldrini -. Infine Netanyahu ha organizzato l’esplosione simultanea di cercapersone e walkie-tolkie, in Libano e in Siria, che hanno ucciso, ferito e reso cieche migliaia di persone. Un atto che non esito a definire terroristico".
"Bisogna essere chiari: o la sovranità territoriale è un principio da tutelare sempre, o non è un principio. Se vale, come vale, per l'Ucraina, deve valere anche per il Libano, per l'Iran, per la Siria e per la Palestina - ha sottolineato -. In Libano, per altro, ci sono oltre mille soldati italiani con la missione Unifil. Che aspetta il governo a venire con urgenza alle Camere a rendere conto al Parlamento di quel che ha intenzione di fare, se ha intenzione di fare qualcosa, per fermare questa drammatica escalation?".
"Il governo finora non ha dato alcun segnale e si è anche astenuto sulle Risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’Onu per non disturbare l’amico Netanyahu. Servono invece atti concreti di pressione: basta con la vendita delle armi ad Israele, sanzioni contro Netanyahu e i Ministri del suo governo e sospensione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea - ha concluso Boldrini -. Ma non stupisce che la premier Meloni non dica una sola parola su quello che accade in Medioriente. Il suo unico obiettivo è bloccare i migranti, a qualsiasi costo. Questa è l’unica lente con la quale guarda il mondo, non ne ha altre. Una lente che causa forte miopia e che conduce il Paese sulla strada della più totale irrilevanza sul piano internazionale".
Calcolo Lep ha effetti politici e sociali, parlamento non può essere scavalcato
Anche i componenti democratici della commissione bicamerale per le questioni regionali hanno chiesto l’audizione del presidente del Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, il prof. Sabino Cassese. “Non accetteremo che un organismo tecnico definisca in modo asettico al di fuori del parlamento i criteri di calcolo dei Lep, i cui effetti politici e sociali sono sotto gli occhi di tutti, peraltro con modalità che potrebbero penalizzare le aree più fragili del Paese. Camera e Senato non possono essere scavalcati ma devono essere pienamente coinvolti”, hanno dichiarato i commissari dem Piero De Luca, Claudio Stefanazzi, Daniele Manca, Nicola Irto, Andrea Martella, Emiliano Fossi, Andrea Gnassi.
“Chiediamo alla ministra Calderone di seguire in Aula la discussione e il voto sul collegato Lavoro. E’ inaccettabile che in nove mesi di gestazione di un provvedimento tanto complesso quanto dannoso non si sia mai fatta vedere in Commissione. E’ chiaro a tutti che ormai da tempo confonde il ruolo di ministro con quello di consulente di Palazzo Chigi. Sarà pure una deformazione professionale, ma le istituzioni si rispettano”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili". È questo uno degli insegnamenti che ci ha lasciato Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla “stidda” agrigentina il 21 settembre 1990. Aveva solo 38 anni e, anche per questo, fu definito “il giudice ragazzino”. Ma Livatino toccò con mano e direttamente - da solo - l’influenza e la pervasività della mafia nella pubblica amministrazione, constató la corruzione diffusa. E grazie anche alle sue indagini che nella nostra Isola si scoperchiò la “tangentopoli siciliana”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd Sicilia e segretario della commissione nazionale Antimafia ricorda il Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”, oggi Beato, nel 34° anniversario dell’omicidio.
“Era un uomo retto e un magistrato integerrimo – prosegue Barbagallo - che fu, anche lui, lasciato troppo solo. Un esempio e un monito soprattutto oggi , in un’epoca in cui si tende a delegittimare sempre di più il ruolo della magistratura a cui invece non bisogna mai far mancare sostegno incondizionato”.
No a istituzionalizzare diseguaglianze territoriali
“Il costituzionalista Cassese, tuttologo rinomato, con una sua commissione di dodici saggi, starebbe per partorire un documento che riscriverebbe i Lep a immagine e somiglianza di Calderoli. Certificando che non può esserci eguaglianza di prestazioni tra diverse aree del Paese. E soprattutto parametrando i fabbisogni sulla base del costo della vita del territorio. Questo significherebbe istituzionalizzazione delle gabbie salariali. Uno schiaffo a milioni di persone che lavorano. Ci domandiamo perché non sia possibile fare questo dibattito alla luce del sole e privando il parlamento della possibilità di intervenire. Ci appelliamo a tutti perché non ci sia questo colpo di spugna definitivo che certificherebbe la divisione del paese. E in particolare a quei governatori di Forza Italia che in questi mesi hanno rilasciato tante interviste che non si sono mai tradotte in atti concreti. Che aspettate a cestinare questa vergogna?“.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Desidero esprimere solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite, agli amministratori, alla macchina dei soccorsi che sta lavorando giorno e notte per aiutare le famiglie ancora sotto l'acqua e isolate. Quello che è accaduto ieri, l'atteggiamento mostrato dal governo è indecoroso e indecente: convocare una conferenza stampa nel bel mezzo di un evento climatico catastrofico, con un'alluvione ancora in corso per fare speculazione politica a fini elettorali, come ha fatto il ministro Musumeci, non la regione o gli amministratori che stavano lavorando per aiutare le popolazioni colpite, può essere definito in un solo modo: sciacallaggio.
Il governo aveva il dovere di fare tutto il necessario per aiutare le popolazioni colpite, per attivare e coordinare la macchina dei soccorsi, per sostenere vigili del fuoco, forze dell'ordine, amministratori che sono nel fango a lavorare, invece hanno trasformare Palazzo Chigi e l'esecutivo in un comitato elettorale. È mancato il senso istituzionale. Davvero un atteggiamento clamoroso.
Peraltro, ricordo che il governo ha fatto di tutto per accentrare nelle mani di un commissario straordinario a Roma la gestione dell'emergenza e della ricostruzione e le risorse che sono arrivate sono irrisorie rispetto a quelle necessarie. Meloni ha fatto passerelle nel fango per poi lasciare sole famiglie, imprese e amministratori da un anno, tradendo tutte le promesse fatte. Servono le risorse, non volgari speculazioni politiche". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd nella commissione questioni regionali, a Coffee Break su La7.
Manzi: Giuli venga in parlamento a presentare priorità manovra
“Dal mondo dell’editoria arriva una sonora bocciatura all’azione del governo Meloni che in questi due anni con il ministro Sangiuliano ha messo in campo politiche fallimentari a 360 gradi. Il neo ministro Giuli venga urgentemente in parlamento a definire le proprie linee d’azione, le priorità per la manovra e spieghi come vuole rispondere ai tanti comparti della cultura che, giorno dopo giorno, stanno prendendo le distanze da quanto portato avanti dal governo finora. La “continuità nella discontinuità’ evocata dalla Meloni sarebbe un atroce fallimento, Giuli non perda altro tempo non accetteremo ulteriori tagli alla cultura anche in questa manovra di bilancio”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi.
Matteo Salvini dopo che la Procura di Palermo ha chiesto 6 anni di carcere, ha fatto video e interviste dicendo “mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia”. Ma da chi ci doveva difendere Salvini? Da persone stremate, salvate in mare, scioccate, da bambini e donne violentate?
Da ministro dell'Interno, avrebbe dovuto difendere il Paese dalla criminalità organizzata, dalla corruzione, dal malaffare, non da poco più di un centinaio di disperati sopravvissuti a un naufragio.
Salvini ha utilizzato 147 migranti per fare il suo gioco, ha trattato delle persone come se fossero marionette nelle sue mani. Solo a seguito dell’intervento della magistratura quei naufraghi poterono finalmente sbarcare. Voleva ricattare le istituzioni europee e affermare i suoi pieni poteri. Ma gli è andata male. La sua politica, purtroppo, ha fatto molti danni, ha causato tanta sofferenza e ha anche sottoposto ad una pesante pressione i corpi dello Stato. Molto inopportuno che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia sentito il bisogno di definire “incredibile” la richiesta della Procura. In uno Stato di diritto esiste la separazione dei poteri e chi è a capo del Governo non dovrebbe mai dimenticarsene". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Anche se, con una decisione molto discutibile, la sentenza è stata annullata, la verità emersa dal processo “Ambiente svenduto” è incontestabile.”
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Innanzitutto, ci auguriamo che il provvedimento della Corte d’assise d’appello di Lecce venga impugnato e che sul punto si esprima anche la Cassazione. Non soltanto per evitare che il processo si rifaccia daccapo e che intervenga la prescrizione per alcuni degli imputati ritenuti responsabili di reati gravissimi. Ma anche perché se dovesse passare definitivamente il principio fatto valere in secondo grado, si creerebbe un precedente pericoloso per tutti i processi in materia di reati ambientali gravi. Ciò che è importante ribadire anche in questo momento di generale scoramento - continua Pagano - è che questa vicenda non può e non dovrà incidere sul destino dell’ex Ilva. I danni mortali provocati dall’inquinamento dell’acciaieria non sono né un ricordo sbiadito, né un falso storico, ma il punto di partenza per garantire a Taranto un futuro diverso”.
“La siccità sta peggiorando in modo inesorabile la crisi idrica in Sicilia. Le piogge degli ultimi giorni non hanno avuto alcun effetto reale sui bacini dell’Isola anche a causa delle elevate temperature. In tutto il Centro Sud il deficit pluviometrico è di oltre il 40% rispetto all’anno precedente. E in gran parte tutto questo è addebitabile, non solo al cambiamento climatico, ma soprattutto alla fatiscenza delle infrastrutture idriche e al modello di governance non in grado di soddisfare le esigenze di sviluppo del Paese. Ci sarebbero pure i fondi UE - secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano - ma l’Italia non ha attivato alcuna procedura per quanto riguarda la Sicilia al fine di attingere al Fondo di solidarietà europeo per i paesi in difficoltà”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia e deputato alla Camera, Anthony Barbagallo, che sull’argomento ha depositato una interrogazione urgente al ministro dell’Agricoltura per conoscere lo stato dell’arte e per sapere le ragioni per le quali non si è proceduto tempestivamente in tal senso.
“E’ grave quanto si legge – sostiene Barbagallo nell’atto ispettivo – perché a fronte di fondi disponibili la commissaria europea ha risposto che, non solo l’Italia non ha attivato alcuna richiesta per la Sicilia ma che lo dovrebbe fare entro 12 settimane dal primo danno. Il governatore della Sicilia, Renato Schifani ha proclamato lo stato di emergenza a causa della siccità il 12 maggio scorso e per la durata di 12 mesi. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano al 6 agosto alla Commissione UE non risulta alcuna istanza per la Sicilia né dalla Regione né dalla Protezione civile. Per questo – conclude l’interrogazione - chiediamo che il ministro intervenga personalmente per spiegare e accelerare la procedura”.
“Nella scorsa legislatura, con soli sette voti contrari, dopo una discussione lunga e partecipata in commissione, venne approvata dalla Camera la Legge Siani che divenne un punto fondamentale di quella scorsa stagione legislativa. Tant’è che venne mandata subito al Senato e purtroppo solo la caduta del governo impedì che diventasse legge definitiva. Rivolgo la mia solidarietà ai colleghi Russo e Pittalis di Forza Italia. Penso siano sinceri quando ricordano Berlusconi e le sue parole. ‘Quella per i diritti civili è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà’. Queste sono le parole di Berlusconi. Oggi quelle parole sono state gettate al vento. Perché quella che era una norma di civiltà oggi viene calpestata. Per la Forza Italia di oggi e per Tajani la civiltà si ferma sull’uscio di Palazzo Chigi”.
Così la responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, intervenendo nell’Aula della Camera nel dibattito sul Decreto Sicurezza, in particolare sull’emendamento che prevede la sospensione della pena per le donne incinta e le detenute madri.
“Oggi i lavoratori di Aast, - Arvedi Acciai Speciali Terni - apprendono che la risposta al problema del costo dell'energia arriverà forse tra vent'anni. Ma il problema è oggi e quello che succede nel sito umbro è il simbolo di cosa provoca l'inadeguatezza e l'inadempienza di questo governo. A pagarne le conseguenze sono i lavoratori in cassa integrazione e l'impresa”. Lo dichiara Anna Ascani, vicepresidente della Camera, intervenendo in replica al Question Time al ministro Urso sul fermo per una settimana di uno dei due forni elettrici di Aast con la messa in cassa integrazione ordinaria per circa 200 persone.
“La vicenda di Aast – continua Ascani - non è locale o solo umbra ma nazionale ed europea. Parliamo di energia, una funzione strategica che determina il futuro del nostro Paese e la sola risposta del ministro è un'ipotesi sul nucleare che si potrà attuare tra 20 anni per mettere una toppa? Senza una soluzione immediata si creerà disoccupazione, desertificazione del territorio e un danno enorme allo sviluppo dell'Italia”. “Vi definite patrioti, ma quando c'è da difendere un sito come quello di Terni bisogna dimostrare di esserlo. Ora siete semplicemente assenti” ha concluso Ascani.
Nel presentare l'interrogazione a Urso, il Capogruppo PD in Commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo ha fatto notare come “nonostante l'Italia abbia uno tra i costi maggiori in Europa per l'energia elettrica - 97€ per MWh – il governo ha brillato per la sua inerzia e l'incapacità a definire serie politiche industriali e siderurgiche e, nel caso di Terni, a non dare prospettive future concrete”.
Le regole europee del nuovo Patto di Stabilità hanno previsto che ogni Stato membro presenti alla Commissione il prossimo 20 settembre il proprio piano strutturale di bilancio di medio termine.
Si tratta di un documento strategico, in quanto definisce non solo il percorso di bilancio, ma anche le riforme strutturali e gli investimenti pubblici prioritari per i prossimi anni.
Il piano dovrebbe inoltre includere riforme e investimenti di più ampia portata, relativi alle priorità comuni dell’Unione: la transizione verde e digitale; la resilienza sociale ed economica e l’attuazione del pilastro sociale; la sicurezza energetica; e, se del caso, lo sviluppo di capacità di difesa.
Come Partito Democratico chiediamo, in linea con l'indirizzo della normativa europea, che il Governo coinvolga pienamente il Parlamento nell'elaborazione del Piano, assicurando i tempi necessari per un confronto vero sul suo contenuto e proceda altresì ad un'adeguata consultazione delle parti sociali, degli enti locali, delle organizzazioni della società civile interessate. È in gioco il futuro del Paese.
Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione affari europei della camera, Piero De Luca.
Da governo norme liberticide che violentano codice penale
“Il governo non è in grado di dare pareri agli emendamenti perché non ha ancora sciolto i tanti nodi politici che riguardano numerose norme contenute nel ddl sicurezza. Su molti temi la maggioranza è profondamente spaccata, a partire dalle norme sulle detenute madri” così in aula alla camera la capogruppo democratica, Chiara Braga ha stigmatizzato l’assenza dei pareri della commissioni bilancio su numerosi aspetti del ddl che la capogruppo dem definisce “pessimo, perché introduce norme liberticide che colpiscono le libertà individuali e collettive e attaccano il dissenso violentando il codice penale”.
Manzi: organizzazione fallimentare, delegazioni ancora non conoscono programma
“A pochi giorni dall’inizio del G7 cultura, le delegazioni internazionali e le diverse istituzioni coinvolte non sono ancora nella disponibilità del programma definitivo. Il ministro Giuli batta un colpo, il primo colpo del suo mandato, e cerchi di dare una risposta a una domanda molto semplice che sta mettendo in imbarazzo la credibilità del nostro paese e della nostra diplomazia: qual è il programma del G7?” così in una nota la capogruppo democratica nella commissione cultura della camera, Irene Manzi. “Il ministro Sangiuliano – aggiunge Manzi - è uscito di scena lasciando molti interrogativi sulle modalità con cui il gabinetto ha gestito diversi dossier, tra questi sicuramente l’organizzazione del G7 cultura su cui chiederemo di fare luce su tutti gli appalti, le consulenze e i dispositivi di sicurezza”.