“Le parole del sottosegretario Delmastro trasudano violenza e crudeltà, come nella miglior tradizione fascista. Un sottosegretario alla Giustizia capace di esprimere concetti tanto barbari e orribilmente compiaciuti non è degno di rappresentare le istituzioni italiane. Il carcere non ha il compito di umiliare o torturare, ma quello di rieducare. E’ scritto nella nostra Costituzione, sulla quale pure avrebbe dovuto aver giurato Delmastro: ‘Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. Si vergogni Delmastro e si dimetta per aver infangato le istituzioni”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Le parole vergognose del sottosegretario alla Giustizia Delmastro sono inaccettabili. Superano il confine dello stato di diritto e dovrebbero indurlo alle immediate dimissioni. Non si può svolgere un ruolo così importante e rilasciare dichiarazioni prive di umanità contro i detenuti. Sono dichiarazioni che smascherano l'ossessione repressiva di questo Governo, incapace di adottare provvedimenti nonostante il record negativo di suicidi in carcere. Ora Meloni ci dica se Delmastro e le sue idee sono compatibili con il suo governo". Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“La proposta di Fratelli d’Italia di rinviare la discussione della proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale va respinta per ragioni di merito, ma soprattutto sul profilo della civiltà. Rappresenta uno schiaffo alla civiltà. La realtà delle nostre carceri è esplosiva. Lo testimoniano i numeri: 61.480 detenuti per 44.067 posti disponibili. Vi sono celle che vedono raddoppiato se non triplicato il numero di reclusi rispetto alla capienza. Dall’inizio dell’anno si sono verificati 58 suicidi tra i detenuti e 6 fra gli agenti penitenziari. Come Partito democratico ci rivolgiamo all’Aula un richiamo di civiltà e alle vostre coscienze. Ma veramente il sottosegretario Delmastro pensa che il problema sia dovuto alla sola presenza degli stranieri? Ma la maggioranza non si rende conto che ogni settimana ha aggiunto un reato nuovo, fino a tenere in carcere le donne incinte e i bimbi fino a un anno? Cosa aspettano i moderati a tirare fuori un minimo di orgoglio?”.
Così la deputata democratica e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
Oggi in un’intervista a Repubblica il sottosegretario Delmastro racconta il mondo delle carceri ribaltando la realtà. La drammatica condizione dei penitenziari e degli istituti minorili in Italia non può essere mistificata, è necessario smascherare le bugie che arrivano dal Governo”. Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“Balzano agli occhi tre questioni sulle quali il Governo nasconde la verità per non mettere in discussione la propria ideologia securitaria e repressiva. La prima riguarda l’ormai famigerato piano carceri per ridurre il sovraffollamento. Delmastro annuncia con toni trionfalistici l’arrivo di nuove risorse ma non spiega che per costruire un nuovo carcere servono tra i 5 ed i 10 anni e che ogni nuovo istituto – ne servirebbero ben 44 per colmare il sovraffollamento – costa circa 25 milioni di euro. La realtà è che non ci sono le risorse e neanche i tempi, soprattutto perché nel frattempo il Governo continua a far nascere nuovi reati in pieno delirio panpenalista” continua la deputata Pd.
“Sulla questione delle donne incinta e delle madri di bambini sotto un anno il sottosegretario invece non sembra farsi problemi davanti alla cancellazione, prevista nel Ddl Sicurezza, dell’obbligatorietà del rinvio della pena prevista dall’art. 146 del codice penale. Garantisti solo quando conviene al proprio partito. La realtà è che si tratta di una proposta che vìola lo stato di diritto, una ferita al nostro ordinamento penale perché farebbe venire meno l’interesse supremo del minore e pensata per dar corso alla propaganda contro un’etnia. Il sottosegretario dice che nessun giudice manderà un bambino in carcere ma evidentemente frequenta poco i penitenziari perché purtroppo ci sono.” evidenzia Di Biase
“Non si può tacere su un altro aspetto, la creazione del reparto antirivolte nelle carceri. Il Gio fa il paio con le norme contro la rivolta passiva nelle carceri. Due misure che hanno lo scopo di costruire un modello delle condizioni di detenzione che getta il Paese indietro di cento anni. Neanche nel sistema delle carceri fasciste c’erano regole così dure” aggiunge la deputata.
“La verità è che i numeri del sovraffollamento non salgono per caso. L’aumento delle fattispecie di reato voluto dal Governo e insieme l’aumento delle richieste di custodia cautelare hanno generato un’emergenza carceri che non si risolve dipingendo la realtà secondo i piacimenti del sottosegretario Delmastro” conclude Michela Di Biase.
“Apprendiamo dalla stampa che il sottosegretario di stato alla Giustizia Andrea Delmastro ne avrebbe combinata un’altra delle sue. Durante la cerimonia di giuramento del 190esimo corso di formazione per 300 nuovi agenti di Polizia penitenziaria si sarebbe lasciato andare ad urla ed esortazioni ai nuovi agenti, un chiaro riecheggiamento a cori e slogan fascisti.
A questo punto chiediamo al Ministro della Giustizia se sia a conoscenza di questi fatti, fra l’altro ripresi da dei video pubblicati e se sia vero che addirittura gli agenti abbiano fatto delle prove prima della cerimonia e se ritenga che la condotta del sottosegretario Delmastro sia da considerare consona sia alla situazione e sia al suo ruolo istituzionale”. Lo dichiara in una nota Debora Serracchiani deputata e responsabile nazionale giustizia del PD, prima firmataria di una interrogazione al ministro della giustizia firmata da tutti i deputati della commissione giustizia di Montecitorio, Di Biase, Gianassi, Lacarra, Scarpa.
“Se discutiamo solo degli aspetti oggettivi sulle condizioni dei carceri in Italia possiamo solo dire che il decreto portato avanti dal governo è parziale e non fa fronte a molti dei problemi che affliggono la detenzione in carcere. Mi riferisco in particolare ai deficit delle strutture e alla tragedia dei suicidi, già 50 nel 2024, di cui il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha fatto alcun accenno”. Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani, Capogruppo in Commissione Ambiente, nell'interrogazione sulla condizione carceraria degli istituti penitenziari di Massa Marittima e Grosseto.
“Gli sforzi fatti dal governo sul personale penitenziario – continua Simiani - non sono sufficienti perché manca un 15% di nuove assunzioni per colmare il gap nel rapporto tra personale e detenuti che dovrebbe essere pari a 1,8 e oggi è 1,5. Nei carceri di Grosseto e Massa Marittima sono stati fatti degli investimenti legati alla progettazione degli scorsi anni, aspetti positivi legati alla riabilitazione e al recupero dei detenuti dalla cultura all'agroalimentare – i detenuti cucinano ciò che producono direttamente nel carcere -. Elementi fondamentali che non sono neanche sfiorati dalla risposta tecnica e di propaganda del Sottosegretario”.
Gianassi e Mauri: Delmastro non ha voluto spiegare, lo faccia Nordio
“Perché i prefetti potranno ridimensionare la portata delle misure interdittive anti-mafia?” Lo chiedono il capogruppo democratico nella commissione Giustizia di Montecitorio, Federico Gianassi, e il responsabile nazionale sicurezza del Pd, Matteo Mauri, a seguito del voto in commissione alla Camera della riformulazione di un emendamento proposto dal gruppo parlamentare di Forza Italia a firma Calderone e Patriarca con parere favorevole del Governo. “Visto che il sottosegretario Del Mastro non ha risposto alle nostre domande, chiediamo al ministro Nordio di spiegare le ragioni per cui governo e maggioranza hanno voluto in tutti i modi modificare il codice antimafia con un emendamento più volte riformulato e inserito nel disegno di legge in materia di sicurezza urbana. Leggiamo che i prefetti potranno escludere nell’interdittiva anti-mafia alcuni divieti, valutazione oggi rimessa ai giudici. Sono noti gli effetti di questa norma? Quali sono le ragioni di questo intervento? A noi sembra un pericoloso arretramento.”
In occasione della giornata organizzata dal Partito democratico per chiedere condizioni di reclusione rispettose della legge e della Costituzione, l'Onorevole Chiara Gribaudo ha compiuto una visita ispettiva presso il Carcere di Cuneo.
“La situazione che ci è stata rappresentata in questo momento conferma il dato nazionale: manca il personale e qui in modo particolare, poiché in organico sarebbero previsti 46 tra ispettori e sovrintendenti, ma ne sono presenti meno di 10. Come Partito Democratico ci impegniamo a portare avanti le preoccupazioni e le richieste emerse durante la visita ispettiva al Carcere di Cuneo. È fondamentale affrontare queste sfide in modo collaborativo e con un impegno concreto, raccogliendo gli stimoli di ogni giorno lavora nel settore” dichiara la deputata.
Diverse le questioni sul tavolo: la carenza di personale, il sovraffollamento, la carenza del sistema sanitario interno e le sfide legate alla gestione della popolazione carceraria.
“Chiederemo conto della situazione con un’interrogazione urgente al ministro Nordio” aggiunge Gribaudo. “Anche perché in Piemonte c’è una situazione anomala: nonostante il sovraffollamento di carceri come quelli di Cuneo o di Torino, la struttura di Biella ha smesso da tempo di accogliere nuovi detenuti, e 50 posti di questa risultano non essere occupati. La giustizia non può funzionare a seconda dei comuni e di residenza dei sottosegretari: il sottosegretario Delmastro venga a Cuneo e visitare la struttura e si dia da fare per invertire questa tendenza. Non è normale avere questo squilibrio di posti nella stessa Regione: non è rispettoso di chi lavora dentro al carcere e non è dignitoso per chi è dentro e sta scontando la pena” conclude Gribaudo.
“La decisione da parte dei giudici dell'ottava sezione penale del Tribunale di Roma di ammettere la nostra costituzione di parte civile nei confronti del sottosegretario Delmastro consentirà un dibattimento più completo e approfondito. Nel processo - nato da un esposto presentato dal deputato Bonelli - sarà possibile far luce sulla genesi della vicenda, che ha portato Delmastro a raccogliere informazioni riservate per consentire al suo compagno di partito Donzelli di utilizzarle contro l'opposizione. Si potrà, dunque, accertare l'uso strumentale del potere da parte di un alto esponente di questa classe dirigente, che si è servito dell’istituzione pubblica per squalificare i deputati dell’opposizione, “colpevoli” dell'esercizio di una fondamentale prerogativa parlamentare: quella di visitare i detenuti nelle carceri”. Così i parlamentari democratici Serracchiani, Orlando, Lai e Verini.
Da Delmastro dossieraggio contro opposizioni, dem si costituiscono in giudizio come danneggiati
“Siamo sorpresi che il Ministero della giustizia non si sia costituito parte civile proprio in relazione ad un reato, come quello di rivelazione e utilizzazione di un segreto di ufficio, che incide sull'imparzialità dell'azione amministrativa. Proprio quel Ministero che, nella persona del ministro Nordio, ha addirittura chiesto una commissione d’inchiesta parlamentare sulla vicenda del cosiddetto dossieraggio che tiene banco in questi giorni. Evidentemente l'utilizzo di notizie segrete da parte del sottosegretario Delmastro e del collega di partito Donzelli per colpire l’opposizione non è stato ritenuto così grave. Per questo motivo abbiamo ritenuto, attraverso i nostri avvocati David Ermini, Mitja Gialuz e Federico Olivo, di rinnovare la richiesta di costituzione in giudizio quali danneggiati, depositando una lista testi che contribuisca all'accertamento dei fatti e delle responsabilità. Il pm ha espresso parere favorevole ed il Tribunale si è riservato”. Così in una nota i deputati democratici Andrea Orlando, Debora Serracchiani, Silvio Lai e il senatore Walter Verini.
Dichiarazione di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd e Federico Gianassi, capogruppo Pd commissione Giustizia
"Il sottosegretario Delmastro oggi ad un convegno ha dichiarato che il governo assicurerà 7.300 posti in più nelle carceri per colmare i 9.100 attualmente mancanti. I posti disponibili, in base ai dati del Garante dei detenuti, sono 47000 e i reclusi più di 60.000. Inoltre, sul sovraffollamento è stato proprio il capo del Dap in Commissione Giustizia della Camera ad affermare, pochi giorni fa, che l'obiettivo del governo, utilizzando anche le risorse del Pnrr, è realizzare circa 3.800 nuovi posti. Quanti sono in realtà quindi, 7300 come dice Delmastro o 3800 come dice il Dap?
In ogni caso come si può realmente affrontare con efficacia il sovraffollamento se la popolazione carceraria aumenta di oltre 400 unità a mese, sempre secondo le dichiarazioni del capo del Dap, e che dunque nei prossimi due anni aumenterà in previsione di quasi 10.000 unita? Sicuramente non come fa Delmastro con numeri a casaccio". È quanto dichiarano Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, e il capogruppo Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi.
Opposizione contraria
“Governo in imbarazzo sul caso Sgarbi. La maggioranza va avanti a colpi di rinvii sperando che siano altri a decidere le sue sorti. Dopo Santanchè e Delmastro prosegue la difesa oltranza di chi mette in imbarazzo il Paese”. Così la deputata democratica, Irene Manzi, tra i promotori della mozione di sfiducia al sottosegretario Sgarbi che è stata “rinviata dal calendario della Camera dopo le richieste dei gruppi di maggioranza con il parere contrario delle opposizioni”.
“Delmastro mente e dopo più di un anno continua ancora a fuggire dalle proprie responsabilità di Governo” così in una nota la democratica, Marianna Madia replica alla ricostruzione delle cause dell’emergenza carceraria espressa oggi dal sottosegretario Andrea Delmastro delle Vedove in aula a Montecitorio. “Contrariamente a quanto detto oggi in aula dal sottosegretario, la riorganizzazione della pubblica amministrazione del 2015 non incideva sui dirigenti degli istituti penitenziari e ha permesso migliaia di assunzioni straordinarie in tutte le forze dell’ordine, compresa la polizia penitenziaria. Sfido il sottosegretario a fare di più. La smetta di usare il suo ruolo per guadagnarsi piccoli spazi di visibilità, si metta piuttosto a lavorare per superare la grave emergenza umanitaria che si vive nelle carceri italiane”.
Serracchiani, scorrettezza istituzionale, al sottosegretario partito colpo a salve
Il Gruppo del Partito Democratico è intervenuto in aula alla Camera per stigmatizzare la scorrettezza istituzionale del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, che, nel mezzo dei lavori parlamentari e in attesa dei pareri del governo, ha rilasciato una nota alle agenzie di stampa in cui dava per approvata la riforma della prescrizione. Una dichiarazione a “titolo personale” ha preso le distanze il presidente di turno, Giorgio Mulè, mentre la deputata democratica, Debora Serracchiani, che per prima ha reso noto dell’accaduto, è stata molto dura dicendo “forse al sottosegretario è partito un colpo a salve”.
“Presentata interrogazione ai ministri Nordio e Piantedosi”
“Chiediamo ai ministri Nordio e Piantedosi di chiarire urgentemente lo svolgimento dei fatti relativi ad una vicenda che ha visto protagonisti il sottosegretario alla giustizia Delmastro delle Vedove, gli agenti della sua scorta e alcuni agenti della polizia penitenziaria del carcere di Biella, nonché congiunti di questi, che risulta abbiano partecipato ad una festa di Capodanno a Rosazza in provincia di Biella”. Lo scrivono in una interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia, i deputati Pd Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia e prima firmataria, Federico Gianassi, capogruppo in commissione Giustizia e i colleghi Michela Di Biase , Marco Lacarra e Alessandro Zan.
“Apprendiamo da una ricostruzione del quotidiano La Repubblica che quella notte, non solo – si legge nell’interrogazione- un colpo partito dalla pistola legalmente detenuta dal deputato Emanuele Pozzolo, di FDI, presente alla festa, ha ferito seriamente alla gamba il genero del suo caposcorta, Luca Campana, ma che avrebbero esploso alcuni colpi di pistola anche alcuni degli agenti presenti alla festa, a cui erano presenti anche dei bambini”. “Questa vicenda – annotano i parlamentari Pd- è molto grave e chiama pesantemente in causa i ministri Nordio e Piantedosi, poiché vede coinvolti un sottosegretario alla giustizia, che ha tra le sue deleghe quella al DAP, agenti della Polizia penitenziaria e loro parenti, tra i quali la vittima, e agenti di scorta del sottosegretario stesso.” Gli esponenti del Pd hanno quindi chiesto a Nordio e Piantedosi “se non ritengano necessario, nel pieno rispetto dell’azione della magistratura, accertare le reali responsabilità in capo agli stessi, se i comportamenti tenuti siano compatibili con il ruolo dagli stessi ricoperto, se alla festa abbiano partecipato anche agenti impiegati presso il carcere di Biella che risultano sotto processo per tortura, nonché la qualità degli eventuali legami tra il sottosegretario Delmastro e gli ambienti della penitenziaria piemontese.”
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