“Oggi è sufficiente leggere i quotidiani regionali per avere chiaro il quadro della gigantesca confusione in cui versano la giunta e la maggioranza di centro destra che governa la Sardegna ormai da 4 anni e mezzo. La maggioranza boccia la giunta regionale sulla vicenda ospedali, dicendo concretamente che prima vanno avanti i progetti di riadeguamento e ristrutturazione delle strutture esistenti con oltre 220 milioni di euro già impegnati e affidati e poi si faranno i nuovi ospedali, di sicuro non nei tempi di questa legislatura. Così il bluff di presidente e assessore alla sanità che cercavano di nascondere la cattiva gestione del personale sanitario e del servizio ai cittadini con roboanti annunci di grandi opere è scoperto e il re denudato come nella favola. L’assessore ai trasporti, smentito dalle autorità nazionali sull’andamento della pessima continuità territoriale e della sottomissione alle compagnie aeree, comunica che il problema sono il basso numero di frequenze e la mancanza di un tetto tariffario per i non residenti, esattamente quello che era presente nel bando della Giunta Pigliaru, approvato dalla Commissione europea e cancellato dalla Giunta Solinas a maggio del 2019 per inseguire la promessa della tariffa unica". Lo afferma in deputato sardo del Pd Silvio Lai.
"L’assessore al turismo - prosegue l'esponente Pd - dice che i turisti non calano, ma se calano la colpa è degli albergatori, affermazione smentita sia da se stesso che dai dati degli arrivi (che non distinguono dove i turisti dormono) e da tutti i dati dei consumi nei ristoranti come nelle iniziative culturali e musicali nei quali si registrano numeri non comparabili anche con quelli dello scorso anno. Dimostrando così, dopo la clamorosa perdita di una delle regate dell’America’s Cup, che fare l’assessore al turismo in Sardegna richiede un livello di preparazione ed un approccio completamente diverso. Da parte nostra è da novembre scorso che segnaliamo che l’aumento dei costi di trasporto fuori controllo richiedeva un intervento autorevole e non remissivo con il governo per evitare quello che sembra già un bilancio pericolosamente al limite per l’isola. E poi l’assessore all’industria che non sa, notizia di oggi, che nel nuorese manca il responsabile dell’unità di crisi dell’area industriale di Ottana, ma d’altronde l’assenza della Giunta sulla crisi del sistema industriale in Sardegna è totale. Da due incontri sui tavoli tecnici per Portovesme non c’è né il governo nazionale né la Regione, la cabina di regia per la chimica verde stabilita per legge nel 2022 non è ma stata insediata né sollecitata dalla Regione, sulle questioni dell’energia siamo alla paralisi perché la Regione non ha alcun peso politico presso il governo Meloni per rivedere il decreto Draghi impugnato ormai un anno fa".
"Infine - conclude Lai - ma non ultimo per importanza, il caos totale e la paralisi negli assessorati determinata dalle dimissioni della segretaria generale. Sette direttori generali che non sono più operativi, riunioni che saltano, atti che non possono essere firmati. E tra questi il direttore del centro regionale di programmazione, l’autorità per la spesa dei fondi europei e per il PNNR, in piena paralisi. Tutto frutto di una guida politica da dilettanti allo sbaraglio".
“Sul Pnrr stiamo assistendo a uno spettacolo inaccettabile. L’ultimo colpo di scena è particolarmente grave: con l’emendamento al decreto PA depositato oggi, si vuole limitare il controllo della Corte dei Conti. Non è bastato mettere a rischio i fondi con una gestione dilettantesca e con la volontà di accentrare a Palazzo Chigi. Ora dimostrano di non sopportare verifiche sul loro operato. Crediamo sinceramente che si sia superato il limite della decenza istituzionale”. Lo dichiarano i deputati dem Simona Bonafé e Arturo Scotto.
Apprendiamo che, nel chiedere l’archiviazione nei confronti del sottosegretario Delmastro delle Vedove, la Procura di Roma “riconosce l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo” e “‘l’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale”. Quindi: avevamo ragione noi quando dicevamo che le informazioni date da Delmastro all’onorevole Donzelli erano coperte da segreto ed erano riservate e torto il Ministro Nordio che ha sostenuto invece non esserlo. Delmastro però, laureato in legge, avvocato penalista e sottosegretario alla Giustizia con deleghe al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, non conosce la legge, oppure la conosce ma non è consapevole dell’uso che può farne. Apprendiamo altresì che il sottosegretario rifarebbe tutto e non ritiene di scusarsi con il Pd per le gravi e intollerabili accuse che ci ha rivolto. Forse è il caso che il sottosegretario, e con lui il Ministro riflettano, visto che oggi la Procura di Roma conferma la totale inadeguatezza del sottosegretario allo svolgimento dei compiti affidatigli.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd.
Sono stato nominato Presidente della Sezione Bilaterale di Amicizia Italia-Mongolia dell'Unione Interparlamentare, dal Presidente dell'Uip Pierferdinando Casini. I colleghi che hanno già aderito sono: Alberto Losacco (Pd), Ettore Rosato (IV-IC'E'), Mario Borghese MAIE, Gian Giacomo Calovini (FDI), Elena Murelli (Lega), Gisella Naturale (M5S) Luca Pastorino (LEU-ART 1-SI), Mauro Del Barba (IV-IC'E') e Nicoletta Spelgatti (Lega). I gruppi bilaterali hanno lo scopo di rafforzare i contatti tra i parlamentari di entrambi i Paesi e aumentare così la reciproca collaborazione, è una occasione per confrontarci e per rafforzare le relazioni politiche, economiche e culturali tra i nostri due Paesi. Schiacciata da Russia e Cina, la Mongolia ha un valore simbolico e geopolitico importante. Una democrazia destinata a crescere in maniera notevole nei prossimi anni.” Cosi‘ Nicola Carè, deputato del Pd eletto all’estero.
“Lo sciopero indetto dai sindacati il 26 maggio è molto preoccupante. Ancora più preoccupante è il voler levare il canone dalla bolletta. Il Governo ci dica chiaramente se vuole che la Rai chiuda o meno. Il canone rappresenta i 2/3 del bilancio della Rai”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, a margine dell’audizione dei sindacati in commissione Vigilanza Rai.
“La maggioranza appare divisa - aggiunge Graziano - e in confusione, Lega e Fdi e Fi sembrano non andare nella stessa direzione e questo crea molto sconcerto. Per questo abbiamo chiesto che venga al più presto audito in commissione il ministro dell’Economia”.
“Per noi è fondamentale avere il servizio pubblico”, conclude Graziano.
Un decreto sbagliato e dannoso, fatto di forzature e sprechi. Un progetto vecchio e irrealizzabile. Una inutile stelletta sulla felpa di Salvini che non risolve nessuno dei problemi di collegamento e sviluppo della Sicilia e dell’Italia.
Così su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Salvini ne spara una al giorno. Oggi apprendiamo a mezzo stampa che vorrebbe diminuire e dunque eliminare definitivamente il canone Rai. Ebbene siamo tutti contenti degli slogan elettorali del ministro, ma a questo punto ci dovrebbe anche dire come intende procedere. Vorrebbe finanziarlo con i fondi dello Stato? Oppure si vuol far credere che una azienda imponente come la Rai possa sussistere senza i fondi che provengono dal canone?”. Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai, Stefano Graziano, che aggiunge: “La Rai nasce con il canone e ad esso si aggiunge la pubblicità. Senza canone non è Rai e toglierlo dalla bolletta e’ far morire la Rai data la difficoltà storica a recuperare il canone. La Rai ha bisogno di entrate certe”, conclude Graziano.
"Quello che è accaduto oggi alla Camera è la diretta testimonianza che il paese è governato da una banda di dilettanti allo sbaraglio incapace di garantire la tenuta sociale ed economica. Senza l'approvazione a maggioranza della risoluzione sul Def non ci potrà essere alcun scostamento di bilancio necessario per sostenere le famiglie a partire dall'annunciato taglio del cuneo fiscale per i redditi medio - bassi": è quanto dichiara Simona Bonafè, vice capogruppo dei Deputati Pd.
“Questo governo non ha nessuna idea di futuro: noi lavoreremo perché sia il Partito Democratico a proporne una. Vogliamo contribuire alla fase di rinnovamento del nostro partito nella parte più importante, quella dei contenuti, per colmare l’enorme vuoto lasciato dalla politica del governo”. Così Quartapelle lancia, insieme a Marianna Madia, un ciclo di Seminari sul Futuro, che discuteranno proposte concrete dall’opposizione. I primi tre seminari, a iscrizione libera, copriranno i temi della sostenibilità dell’SSN con Alessio d’Amato (il 4 maggio), l’immigrazione e l’integrazione con Giorgio Gori e Nicoletta Pirozzi (15 maggio), e la mancata crescita dei salari con Maurizio Ferrera e Tommaso Nannicini e Valeria Zurla (19 maggio). “Mentre Fratelli d’Italia ha tenuto inchiodata l’Italia per un mese su un dibattito storiografico e identitario sull’antifascismo, i problemi degli italiani sono dimenticati: nessuna proposta sui salari, silenzioso smantellamento dell’SSN, solo bandierine e propaganda sull’immigrazione. Dato che le soluzioni non arrivano da loro, saremo noi a proporle e incalzarli”, conclude Quartapelle.
"Il 25 Aprile è la festa dell'Italia libera e antifascista. Dell'Italia nata dalla resistenza, nata dal sacrificio di migliaia di giovani che hanno dato la loro vita per la nostra libertà. I vili tentativi di riscrivere la storia e sporcare la memoria dei partigiani come quello fatto su facebook da Violetta Maestripieri, candidata al consiglio comunale e esponente di spicco di Fratelli d'Italia di Pistoia, nota per la sua vicinanza al sindaco Tomasi e al sottosegretario La Pietra, sono vergognosi e intollerabili. La presidente Meloni, il sindaco Tomasi e tutto il partito di Fratelli d'Italia prendano le distanze da questi inquietanti personaggi che infangano la storia d'Italia". Così Marco Furfaro, deputato pistoiese del Partito Democratico.
Dichiarazione di Andrea Gnassi , deputato Pd
“Www.opentomeraviglia.it : ovvero il budget è come un bidet. “ Così il deputato del Pd Andrea Gnassi, polemizza ironicamente sulla campagna del ministro del turismo Daniela Santanche’. “Basta aprire il sito che usa il claim della campagna, che sprovvedutamente non era stato registrato - prosegue Gnassi- per ritrovarsi non a scoprire le meraviglie del nostro Paese bensì immergersi nel sito di una società di marketing e nella lettura di articoli , anche interessanti, come quello dal titolo : “ il budget è come il bidet, serve! “. Ma altro che Uffizi , Colosseo, Sardegna o Riviera romagnola, ma articoli che, guarda caso, paragonano il marketing ad un bidet.” Per l’esponente del Pd, già sindaco di Rimini fino al 2021, “ la promozione e il marketing servono ma bisogna saperli fare.Il ministro deve intervenire subito perché sarebbe proprio inopportuno gettare 9 milioni di euro , mi si permetta la battuta, nel….bidet. Usano mega consulenti, anche stranieri, e decine di milioni per la digitalizzazione della promozione turistica nel Tourism Digital Hub, e poi ridicolizzano tutto con errori da dilettanti” . Per Gnassi, “il turismo è una cosa seria : e’ vero che in Italia ogni qual volta che si vuole promuovere il Bel Paese c’è sempre qualcuno a cui non va mai bene. Al netto però del giudizio di merito sulla Venere rivisitata di Botticelli ,quello che crea sconcerto è sprecare risorse con errori che ad esempio francesi e spagnoli non farebbero sulla promozione ma, al contrario, facendone di questa un pezzo forte di una politica industriale strutturata per il turismo . “
“Lo sport è un fatto sociale totale. Dunque, un fatto culturale, ovvero quella straordinaria espressione, insieme spirituale e fisica, capace di educare la testa prima del fisico. Tutto ciò richiede, come ogni allenatore sa bene, scienza e arte. Tecnica e ispirazione. Per questo la collocazione scelta, l’articolo 33, è quella ideale. Lo sport fra arte e scienza, che ‘sono libere’ come libero ne è il loro insegnamento. Ed è inoltre un ponte fra l’articolo 32 (diritto a cure e salute nella forma universalistica) e l’articolo 34, che tutela il diritto all’istruzione. Ecco che allora il neonato ‘diritto allo sport’ non solo avrà necessità di politiche pubbliche per poter essere reso accessibile a tutte le cittadine e i cittadini, senza differenza di genere, età, orientamento sessuale, talento, abilità o disabilità, provenienza geografica, soprattutto di disponibilità economica. Perché non è un segreto che nel nostro Paese, nella stragrande maggioranza dei casi, fa sport solo chi se lo può permettere”.
Così il deputato dem, Mauro Berruto, co-relatore della proposta di legge costituzionale sull’inserimento dello sport in Costituzione, intervenendo in Aula per dichiarare il voto favorevole del Gruppo Pd.
“Lo sport - aggiunge - ha un valore educativo: dunque occorre poter esercitare un diritto che è anche uno splendido dovere. Ha un valore sociale: dunque strumento di inclusione, relazione, costruzione del senso del sé. Ed ha un terzo valore che la Repubblica riconoscerà, quello del benessere psicofisico da esso generato. E, infine, pensate a cosa può fare lo sport per quegli 800mila ragazzi e ragazze di seconda generazione, che sono nati qui, studiano qui, sognano grazie allo sport di rappresentare il nostro Paese. Esisterà un diritto allo sport e occorrerà trovare il modo per dare loro il passaporto italiano e non solo per meriti sportivi, ma perché è giusto! È un voto che determina un cambio di paradigma, che metterà lo sport al centro delle priorità delle politiche. Un voto - conclude - quello di tutto il Parlamento, che riconosce un fatto: parla di milioni e milioni di persone che hanno tenuto in piedi lo sport del nostro Paese, di società, dirigenti, volontari, amatori, dilettanti, che lo hanno fatto con pochissime risorse, ma con un enorme e inesauribile motore: la forza di volontà”.
“Lo sport è un fatto sociale totale. Dunque, un fatto culturale, ovvero quella straordinaria espressione, insieme spirituale e fisica, capace di educare la testa prima del fisico. Tutto ciò richiede, come ogni allenatore sa bene, scienza e arte. Tecnica e ispirazione. Per questo la collocazione scelta, l’articolo 33, è quella ideale. Lo sport fra arte e scienza, che ‘sono libere’ come libero ne è il loro insegnamento. Ed è inoltre un ponte fra l’articolo 32 (diritto a cure e salute nella forma universalistica) e l’articolo 34, che tutela il diritto all’istruzione. Ecco che allora il neonato ‘diritto allo sport’ non solo avrà necessità di politiche pubbliche per poter essere reso accessibile a tutte le cittadine e i cittadini, senza differenza di genere, età, orientamento sessuale, talento, abilità o disabilità, provenienza geografica, soprattutto di disponibilità economica. Perché non è un segreto che nel nostro Paese, nella stragrande maggioranza dei casi, fa sport solo chi se lo può permettere”.
Così il deputato dem, Mauro Berruto, co-relatore della proposta di legge costituzionale sull’inserimento dello sport in Costituzione, intervenendo in Aula per dichiarare il voto favorevole del Gruppo Pd.
“Lo sport - aggiunge - ha un valore educativo: dunque occorre poter esercitare un diritto che è anche uno splendido dovere. Ha un valore sociale: dunque strumento di inclusione, relazione, costruzione del senso del sé. Ed ha un terzo valore che la Repubblica riconoscerà, quello del benessere psicofisico da esso generato. E, infine, pensate a cosa può fare lo sport per quegli 800mila ragazzi e ragazze di seconda generazione, che sono nati qui, studiano qui, sognano grazie allo sport di rappresentare il nostro Paese. Esisterà un diritto allo sport e occorrerà trovare il modo per dare loro il passaporto italiano e non solo per meriti sportivi, ma perché è giusto! È un voto che determina un cambio di paradigma, che metterà lo sport al centro delle priorità delle politiche. Un voto - conclude - quello di tutto il Parlamento, che riconosce un fatto: parla di milioni e milioni di persone che hanno tenuto in piedi lo sport del nostro Paese, di società, dirigenti, volontari, amatori, dilettanti, che lo hanno fatto con pochissime risorse, ma con un enorme e inesauribile motore: la forza di volontà”.
Dichiarazione di Alessandro Zan, deputato Pd
“Sono dei dilettanti allo sbaraglio. Questo governo non ha mai creduto al Pnrr e assistiamo solo a delle improvvisazioni, mentre corriamo il pericolo di perdere 19 miliardi di fondi che rischiano di essere gettati letteralmente al vento”. Così il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, intervistato da Radio Immagina. Per Zan , l’atteggiamento della premier Meloni è “arrogante poichè si è presentata dicendo subito che bisognava rifare tutto da capo, conseguendo un inevitabile ritardo nell’approvazione di questi progetti che sono fondamentali per la crescita infrastrutturale, digitale e per quanto riguarda il versante della giustizia del nostro paese”. “L’Italia – ha proseguito Zan- presenta gap enormi , basti pensare a quello di genere, con il più alto tasso di disoccupazione femminile in Europa. Per non parlare del gap salariale, dove le donne, a parità di mansione, guadagnano meno degli uomini”. Secondo l’esponente Pd, “il Pnrr serve proprio a portare l’Italia ad essere un paese avanzato mentre la destra al governo perde solo tempo, avvitata nelle proprie divisioni . Il Pd – ha ribadito Zan- chiede che il ministro Fitto venga a riferire in parlamento e metta tutti i problemi sul tavolo. Noi, responsabilmente, come opposizione siamo disponibili a dare una mano ma non gettiamo via questa occasione unica e decisiva per ammodernare l’Italia”.
Il decreto bollette approvato ieri in consiglio dei ministri prolunga alcuni interventi già messi in campo dal governo Draghi, come gli sconti sulle bollette del gas e il bonus energia per le famiglie con in redditi più bassi. È invece profondamente sbagliata la scelta del ritorno degli oneri di sistema sull'elettricità (senza peraltro accompagnarla con alcuna ipotesi di riforma degli stessi), che inciderà per circa il 22% in più su ogni bolletta elettrica. Risulta assolutamente iniqua e incomprensibile la scelta del governo di ridurre la tassazione sugli extra profitti per le aziende dell'energia che nei mesi scorsi hanno ottenuto utili miliardari.
Il governo, rispondendo oggi al question time in commissione Attività produttive della Camera ad una nostra interrogazione, ha perso l'occasione di chiarire i contenuti del decreto che rimangono ancora indefiniti, come la percentuale del credito d'imposta riconosciuto alle imprese. Era del 45% per le aziende energivore ma ad oggi rimane l'incertezza sulla effettiva consistenza dal 1 aprile, lasciando nell'insicurezza tante aziende che così non saranno in grado di mettere mano al ribasso dei listini, necessario per il calo dell'inflazione che dipende sostanzialmente dall'energia. È infine inaccettabile che il governo abbia inserito all'ultimo secondo, in un decreto urgente per ridurre i costi dell'energia, lo scudo penale per evasori, l'ennesimo condono che chiediamo alla Meloni di togliere subito dal provvedimento.
Così il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera Vinicio Peluffo.