“Se il sistema carcerario, come molti dicono, rappresenta uno degli indici di civiltà di una nazione possiamo dire che l’Italia è attualmente un paese del terzo mondo. La situazione in molti istituti di pena è esplosiva e la casa circondariale di Livorno ‘Le Sughere’ non fa purtroppo eccezione. Sulle condizioni della struttura ho presentato una interrogazione parlamentare al Ministro Nordio”: è quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani, sull’atto depositato a Montecitorio e sottoscritto dai colleghi della Commissione Giustizia Federico Gianassi e Debora Serracchiani.
“Il carcere presenta da anni gravi criticità dal punto di vista logistico, organizzative, strutturali e di servizio; come più volte denunciato da numerose autorità ed enti, tra cui i Garanti dei detenuti della Toscana e di Livorno. I detenuti presenti sono quasi 260 su una capienza di 179 posti attualmente disponibili mentre la carenza di personale di Polizia Penitenziaria è di 50 unità rispetto a livelli previsti. Nelle celle ci sono muffa e perdite di acqua, molti spazi comuni sono inagibili e le attività ricreative e lavorative sono ridotte al minimo. Nonostante il 28 per cento dei detenuti abbia problemi di droga e vi siano 55 reclusi con gravi problemi psichiatrici non esiste nel carcere apposite sezioni per i tossicodipendenti e per l’infermità psichica. In questo caos sono ancora inagibili alcuni locali recentemente ristrutturati ma ancora inutilizzabili a causa del contenzioso tra la ditta appaltatrice e la ditta che ha realizzato i lavori. E’ necessario che il Ministero della Giustizia intervenga rapidamente”: conclude Marco Simiani.
Da Meloni, Nordio e Del Mastro, gestione carceraria priva di scrupoli
Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd
“Non è come un suicidio in carcere ma far morire lontano dalla Sardegna un malato terminale come Mesina è una inutile crudeltà. Garantire a tutte le persone un fine vita dignitoso vicino ai propri familiari è un diritto che deve essere garantito a tutti, anche a chi, come Graziano Mesina, aveva un debito da pagare con la giustizia.” Così Silvio Lai, parlamentare sardo del PD.
“Per un sardo scontare una pena lontano dall’isola è un ulteriore condanna. Capisco perfettamente che si debba avere un’attenzione particolare a porre distanza dal proprio territorio in caso di alta pericolosità e di possibili contatti la organizzazione di appartenenza , però nel caso di Mesina penso che ormai da diverso tempo ci fossero le condizioni per potergli garantire di scontare la pena nella sua terra e garantirgli di morire vicino ai propri cari, considerate le gravi condizioni di salute note. È stato concesso in tempi recenti a boss malavitosi, poteva essere concesso per tempo, anche un mese fa quando ripetutamente richiesto, a Graziano Mesina.
Che chi ha problemi di salute terminali non abbia la possibilità di concludere la propria esistenza nella maniera più dignitosa possibile, pur salvaguardando eventuali problemi di sicurezza, penso che chiarisca quale livello di civiltà un Paese intenda rappresentare. Spero che da questo punto di vista questa vicenda sia utile, insegni qualcosa e possa evitare che in futuro accada anche ad altri di dover morire senza poter stare accanto alle persone più vicine, a meno che questo non sia un modo per rappresentare una inutile crudeltà, voluta da un Governo Meloni, Nordio, Del Mastro, che voglia rappresentare altro dalla civiltà giuridica italiana ed europea".
"Anche alcuni ministri di questo Governo non hanno la giusta sensibilità per capire fino in fondo il problema della violenza contro le donne. Se ce l'avessero, comprenderebbero che la stragrande maggioranza dei femminicidi sono commessi da maschi italianissimi". Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase rispondendo alle dichiarazioni sulla violenza contro le donne del Ministro Nordio.
"Questo Governo continua a creare polemiche rinviando ciò che davvero serve a fermare la violenza di genere. Investire sull'educazione sesso-affettiva nelle scuole e rafforzare la cultura del rispetto con programmi concreti" aggiunge Di Biase.
Nel pieno delle giornate in cui si mobilitano le piazze in tutta Italia per chiedere azioni e politiche serie sul tema della violenza maschile sulle donne, dopo che due ragazze sono state ammazzate da due giovani italiani, il ministro Nordio imputa a certe “etnie” più di altre il fenomeno esplicitando un razzismo che non dovrebbe trovare mai spazio, certamente non dal ministero che dovrebbe incarnare il principio della Giustizia uguale per tutti. Caro ministro, ma di quali etnie parla? Quali numeri avvallano queste sue tesi violente? Dove sono le politiche di prevenzione? Dopo il femminicidio Cecchettin questo governo aveva promesso azioni, ma abbiamo visto solo la solita proposta panpenalista che prevede l’ergastolo, peccato quando ci hanno già ammazzate. Sull’educazione siamo invece nelle mani di Valditara che vede schwa ovunque, della Roccella che vede gender ovunque e non abbiamo ancora capito cosa stia facendo nel suo dicastero se non pontificare su cosa sia il patriarcato, su cosa debbano fare le donne con il proprio corpo, su cosa sia femminile e cosa no. Sveglia! Servono risorse e politiche serie, altrimenti le donne continueranno ad essere uccise da uomini non in base alla loro etnia ma per la loro convinzione, trasversale a culture, classi sociali, provenienze, di poter possedere le donne, i loro corpi e le loro vite.
Così la deputata del Pd democratica Ouidad Bakkali.
Le parole di Nordio, secondo il quale alcune etnie hanno sensibilità diverse sulle donne, sono inaccettabili. Purtroppo la maggior parte dei femminicidi viene commesso in casa da uomini che odiano le donne dicendo di amarle. Quello di Nordio è un razzismo strisciante che emerge in tutto il suo fulgore, fuori luogo e fuori tempo: a quando il manifesto della razza? Sarebbe gravissimo se la Premier Meloni non prendesse le distanze da tali affermazioni.
“Dopo il clamoroso fallimento dei mesi scorsi, che ha costretto il ministero della Giustizia a rinviare più volte l’allargamento del processo penale telematico, apprendiamo dai media che si registra oggi l’ennesimo flop: i problemi che secondo Nordio sarebbero stati risolti entro il primo aprile, continuano infatti a creare criticità nei tribunali di tutta Italia. Il sistema giudiziario nazionale, nonostante le risorse stanziate dal Pnrr, è palesemente al collasso. In questo quadro desolante, che dovrebbe costringere l'esecutivo ad intervenire con rapidità, registriamo soltanto le parole di un governo che rivendica falsi risultati quando siamo in presenza di azioni che hanno prodotto esclusivamente ritardi, disservizi e fallimenti”.
Così il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.
Doveva trasmettere gli atti non valutarli, ministro, e le chiedo chi le ha detto di stare fermo e di riportarlo in Libia con un volo di Stato. E' stata Giorgia Meloni? Perché non ce lo dite? Lei ha gravi responsabilità, oggettive e politiche, perché ha mentito al Paese. Vi siete limitati ad attaccare la Cpi, nata proprio qui a Roma. Il vostro modello Caivano, securitario e punitivo, vale solo per i poveri cristi". Così la segretaria del Pd Elly Schlein intervenendo nell'aula della Camera per la dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (a eccezione di Azione) nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo il caso Almasri
Schlein, difesa d'ufficio di Nordio su Almasri pagina vergognosa Poteva ma ha scelto di non lasciare in carcere un torturatore (ANSA) - ROMA, 26 MAR - "La sua difesa d'ufficio di un torturatore libico rappresenta una delle pagine più vergognose a cui è sottoposto questo Parlamento". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein parlando in Aula alla Camera nell'ambito delle dichiarazioni di voto sulla mozione di sfiducia al ministro Nordio. "I fatti - ha evidenziato - qui sono incontrovertibili e per quante omissioni e falsità abbiate messo in campo sono molto chiari: contravvenendo una esplicita richiesta d'arresto da parte della corte penale internazionale e a causa della sua mancata risposta alle sollecitazioni del procuratore generale l'arresto non è stato convalidato e Almasri non solo è stato scarcerato ma addirittura riportato a Tripoli con tutti gli onori, libero di continuare a uccidere, torturare, stuprare. Come fa a rimanere ancora al suo posto?". "Ho ascoltato i contraddittori argomenti dei colleghi di maggioranza - ha proseguito - ma la cosa è molto semplice: noi riteniamo che avesse l'obbligo di intervenire e vi si sia sottratto, loro ritengono che lei non doveva ma poteva ma la sostanza non cambia: poteva ma ha scelto di non far rimanere in carcere un torturatore libico. E' stata una scelta politica, ne prendiamo atto". "Se aveva un dubbio poteva chiamare la Corte? Perché non lo ha fatto?"
"Dov'è la presidente del Consiglio? Perché fugge? Mentre i ministri sono costretti ad assumersi la responsabilità delle decisioni che lei ha preso, lei resta nascosta nell'ombra". Così la segretaria del Pd Elly Schlein intervenendo nell'aula della Camera per la dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (a eccezione di Azione) nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo il caso Almasri.
"Il paese ha il diritto di sapere la verita': chi ha deciso il rilascio di Almasri e riportarlo in Libia, la presidente Meloni? Lei ministro ha gravi responsabilita', giuridiche e politiche e con il solito vittimismo vi siete limitati ad attaccare la Corte penale internazionale". Lo ha detto in Aula della Camera la segretaria del Pd, Elly Schlein, rivolgendosi al ministro Nordio
Nordio poteva, "ma non ha scelto, di far rimanere in carcere" un torturatore, poteva "trasmettere gli atti. Mi chiedo chi le ha chiesto di stare fermo?" e di rimandare Almasri in Libia "è stata Meloni? Deve dirci la verità", è stato fatto perché altrimenti "sarebbe emerso tutto il fallimento dei vostri inumani centri in Albania". Lo ha detto la segretaria Dem Elly Schlein intervenendo in Aula alla Camera nelle dichiarazioni di voto sulla sfiducia al ministro Carlo Nordio. "Sono costretta a chiedere ancora una volta - ha detto ancora - dov'è la premier? perché fugge?". Il Paese deve conoscere la verità su "scelte che lei ha imposto o avallato stando nell'ombra voterete la fiducia "Lei - ha concluso - non può continuare a ricoprire il ruolo di ministro perché poteva e doveva evitarlo e ha scelto di non farlo ha scelto la ragione di partito".
“Il ministro Nordio ha tutti gli strumenti per intervenire e migliorare la condizione delle carceri italiane ma non ha la volontà politica: tutte le promesse sono andate perse così come la figura del commissario straordinario per l'edilizia e della commissione di affettività. Ora da fonti della stampa sappiamo che sta pensando di acquistare moduli-container nei penitenziari che andranno ad occupare gli unici spazi per i trattamenti, la rieducazione e il reinserimento sociale”. Lo ha dichiarato la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del PD, intervenendo in Aula durante la seduta straordinaria sulla situazione nelle carceri.
“Il PD – continua la parlamentare - non vuole cambiare l'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario italiano ma pensiamo che questo governo non possa ledere i diritti delle persone che perdono la libertà quando entrano in carcere. La Corte Costituzionale e la Corte europea dei diritti umani lo confermano: non possono esserci trattamenti inumani e degradanti”.
Per Serracchiani “l'assenza dall'Aula del minsitro Nordio e di chi ha le deleghe all'amministrazione penitenziaria non è certo un segnale incoraggiante e conferma un'azione fatta ancora una volta in spregio del Parlamento. Anzi, forse, oggi l'unica nota positiva è l’assenza del sottosegretario Delmastro, le cui dichiarazioni e i comportamenti, lo rendono sempre più inadeguato a ricoprire il ruolo affidatogli e che non vorremmo più vedere fra i banchi del Governo”. “Questa maggioranza dice no a tutte le proposte e mozioni delle opposizioni ma non conosce affatto qual è la reale condizioni delle carceri, dove il sovraffollamento porta al collasso e dove le assunzioni di personale non coprono né le necessità né il turnover dei pensionamenti”, conclude Serracchiani.
“Abbiamo chiesto questa seduta straordinaria perché volevamo confrontarci con il Governo ma i banchi sono vuoti, c’è solo una sottosegretaria che non si occupa della questione delle carceri. E’ un grave segno di indifferenza”. Lo ha detto la deputata Pd Michela Di Biase intervenendo in Aula alla Camera.
“Il nostro Paese è in piena emergenza carceri, assistiamo nell’indifferenza del Governo alla violazione dei diritti umani – ha evidenziato la deputata Pd - e dell’art. 27 della nostra Costituzione, che espressamente richiama il senso di umanità cui deve richiamarsi la detenzione e la funzione riabilitativa della pena. Dovrebbero bastare i numeri drammatici dei suicidi in cella del 2024 e quelli di quest’anno, uno ogni quattro giorni, per avere in quest’Aula il Ministro Nordio a rispondere alle nostre richieste”.
“Voglio portare l’esempio di due istituti, Sollicciano a Firenze e Regina Coeli a Roma. Li ho visitati – ha proseguito nel suo intervento Di Biase – ed ho potuto verificare l’assenza di impianti di riscaldamento. Avete idea di cosa significa vivere in quelle condizioni? State torturando i detenuti lasciandoli in una situazione di vita insostenibile. Aleggia lo spettro di un piano carceri annunciato in pompa magna anche in quest’Aula ma che, a oggi, non ha prodotto nulla. Un piano che si riduce all’annuncio della costruzione di nuovi istituti di pena. Bene, ancora una volta – ha continuato - voglio ricordarvi che per costruire un nuovo carcere servono tra i 5 e i 10 anni, e che ogni nuovo istituto, ne servirebbero ben 44 per colmare il sovraffollamento, costa circa 25 milioni di euro”.
“Papa Francesco ha aperto la porta santa nel carcere di Rebibbia pronunciando poche semplici parole: ‘aprite i vostri cuori’. Ecco, credo che dovremmo fare in modo che quel monito possa vibrare anche in quest’Aula”.
“Apprendiamo a mezzo stampa che chiude l’ufficio del giudice di pace situato ad Aversa a causa della mancanza di personale.
È chiaro che il Governo Meloni sta facendo un vero e proprio disastro in tema giustizia: i tribunali non funzionano, manca il personale, mancano i servizi telematici, tanto sbandierati dal ministro Nordio, i processi sono lentissimi e vengono fissati a 10 anni. Auspichiamo che venga al più presto ristabilito il regolare funzionamento del tribunale in modo da garantire un corretto funzionamento di tutti gli organismi”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio che ha annunciato la presentazione di una interrogazione al ministro della Giustizia con la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
“Il governo Meloni, che nega i voli di Stato ad un magistrato che ha combattuto la mafia ed è sotto scorta, utilizza i voli di Stato a suo piacimento. Ed è proprio il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ex magistrato, quello più stucchevole, seguito, ça va sans dire, dal ministro tuttofare alle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale è andato persino dal suo amico Orban con il velivolo messo a disposizione da Palazzo Chigi. E’ un andazzo questo a cui bisogna mettere fine. Chiederò delucidazioni, con una interrogazione, alla Presidente del consiglio e al sottosegretario Alfredo Mantovano”. Così il deputato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti, commentando un articolo del quotidiano La Repubblica sui numeri record dei voli di Stato utilizzati dall’esecutivo.