“È necessario che il ministro Nordio riferisca in Aula sull'ennesimo suicidio in carcere avvenuto nel penitenziario di Viterbo e un altro tentativo fortunatamente sventato dalla polizia nel carcere di Modena. È un vero bollettino di guerra in un anno nero. Il Governo non può continuare a voltarsi dall’altra parte di fronte a quello che sta avvenendo: come Pd abbiamo più volte sollecitato un intervento concreto del ministro per fermare questo allarme sociale e continueremo a farlo”. Così il deputato dem Andrea Casu, Segretario d'Aula a Montecitorio.
“La Giustizia telematica rimane al collasso: anche oggi il Ministero della Giustizia registra problemi gravissimi alle infrastrutture telematiche che rallentano o impediscono le procedure in tutti gli uffici del paese, nell’assoluta inerzia del ministro Nordio palesemente incapace di affrontare e risolvere criticità ormai croniche”. Così in una nota congiunta i deputati Pd Debora Serracchiani e Federico Gianassi, rispettivamente responsabile nazionale Giustizia e capogruppo in Commissione Giustizia di Montecitorio.
“Questa destra ha alimentato soltanto demagogia e populismo con attacchi continui alla magistratura, mentre il processo telematico continua a registrare blocchi, ritardi e rinvii con disagi infiniti per avvocati, cittadini e imprese. Questa situazione disastrosa sarà aggravata dall’entrata in vigore a breve del processo penale telematico: come pensa il Governo Meloni, nell’attuale caos, di gestire il sistema giudiziario?”
Calendario Dap 2025 non rispecchia Costituzione
“Ministro Nordio, ciò che oggi lei non ha citato è l’articolo 27, comma 3, della Costituzione italiana. Lei invece doveva partire da quello, che rappresenta il significato che la pena ha nel nostro Paese. Noi le chiediamo di ritirare immediatamente il calendario della Polizia penitenziaria 2025 e faccia anche un favore al Parlamento ritirando le deleghe al sottosegretario Delmastro Delle Vedove”.
Così la deputata democratica della commissione Giustizia, Michela Di Biase, replicando in Aula al ministro Carlo Nordio nel Question time sull’iniziativa ‘Il nuovo volto della Polizia penitenziaria 2025’.
“Mi chiedo - ha aggiunto - come lei non sia stremato. Sono due anni che viene in Parlamento a fare l’avvocato difensore del sottosegretario. Lei che è impegnato nella battaglia per la separazione delle carriere ha tramutato la sua figura nell’unicità delle carriere. E’ riuscito per 40 anni a svolgere la professione di magistrato e negli ultimi due, invece di svolgere la funzione di ministro, ha scelto di essere il difensore di Delmastro, addirittura paragonandolo a Churchill. Noi pensiamo che tutto questo sia gravissimo, perché è chiaro qual è lo sceneggiatore che sta dando questa immagine della polizia penitenziaria che non corrisponde al vero. L’immagine violenta che voi volete descrivere non è nelle corde di questi agenti, che invece si prendono cura dei detenuti. State dando questa immagine distorta anche non mettendo risorse adeguate per assumere il personale che serve all’interno degli istituti di pena. Lo fate mortificando ogni giorno quel corpo, anche respingendo ogni tentativo del Partito Democratico per maggiori risorse finanziarie e umane. La smetta di venire in Parlamento a difendere Delmastro - ha concluso - che abbiamo capito essere soltanto un provocatore e provate a compiere qualche scelta che serva all’interno delle carceri italiane: perché oggi il dato dei suicidi è allarmante”.
“Ministro Nordio, questo è il calendario della Polizia di Stato con i poliziotti in ospedale insieme a un bambino; qui abbracciano degli immigrati all’arrivo; qui invece ecco i carabinieri sempre con un bambino, mentre qui sono con un’anziana. Nel calendario della Polizia penitenziaria, invece, a marzo l’immagine è di un addestramento con messa a terra per il contenimento fisico di una persona, con tre poliziotti addosso. Ad aprile, agenti antisommossa con scudi, caschi e manganelli in bella vista. A giugno, agente che spara al poligono. A settembre, uomini con il volto coperto e un mitra in mano. Qual è la differenza, le chiedo ministro Nordio? Perché dare questa rappresentazione della Polizia penitenziaria che fa un lavoro durissimo, delicatissimo, alla quale dobbiamo rivolgere un grande ringraziamento? Se la Polizia di Stato dipende dal ministro Piantedosi e i carabinieri dal ministro Crosetto, se la Polizia penitenziaria dipende da lei, la differenza la fa soltanto il ministro?”.
Così la deputata democratica e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, nell’illustrare in Aula il Question Time rivolto al ministro Carlo Nordio sull’iniziativa ‘Il nuovo volto della Polizia penitenziaria 2025’, mostrando alcune immagini anche dei calendari di Polizia di Stato e Carabinieri.
"Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, proprio durante la Giornata internazionale anticorruzione ci spiega che la corruzione, soprattutto quella transnazionale è un reato sempre più difficile da perseguire e che 'dobbiamo attrezzarci per rispondere in modo adeguato'. Queste dichiarazioni lasciano abbastanza sconcertati considerando che proprio le modifiche introdotte dal Guardasigilli, come la parziale abrogazione del reato di traffico illecito di influenze e la cancellazione del reato dell'abuso d'ufficio vanno proprio nella direzione opposta a quello che servirebbe per contrastare in modo più efficace la corruzione, oltre ad esporci con l'UE correndo il rischio di fare dell'Italia un unicum nel contesto dei grandi Paesi europei". Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
"Per completezza - ha concluso Merola - occorre purtroppo menzionare anche il tentativo di depotenziare gli sforzi della magistratura inquirente con le limitazioni imposte dalla modifica al codice degli appalti e all'uso delle intercettazioni. La Banca Mondiale evidenzia come la percezione da parte dei cittadini di un sistema corrotto riduca le entrate fiscali. La lotta alla corruzione va di pari passo con la lotta all'evasione fiscale, imponendo sanzioni importanti per chi evade il fisco. Ministro Nordio si rende conto che in tema di corruzione e lotta all'evasione fiscale il governo di cui fa parte è all'eterogenesi dei fini?".
“Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un recente attacco alla magistratura, ha citato sondaggi secondo cui solo il 30% degli italiani avrebbe fiducia nell’operato dei magistrati. Un dato che il ministro ha usato per delegittimare l’intero sistema giudiziario. Tuttavia, risulta che il gradimento dello stesso Nordio, come membro del governo Meloni, si attesta anch’esso al 30%. Delle due, l’una: o il Ministro utilizza dati in modo pretestuoso per screditare una magistratura che non si piega alle derive illiberali del governo, oppure la sua credibilità è così scarsa da confutare le sue stesse affermazioni. Nordio farebbe meglio a concentrarsi sul proprio operato anziché attaccare chi è impegnato nella tutela della giustizia”. Così il capogruppo democratico nella commissione giustizia della Camera, Federico Gianassi, in un passaggio del suo intervento in aula durante l’esame della riforma costituzionale per la separazione delle carriere.
“Fonti di stampa riportano la notizia di numerosi arresti avvenuti nei giorni scorsi a seguito di un’inchiesta della Procura di Brescia relativa ad infiltrazioni della criminalità organizzata nella provincia di Brescia. Organizzazioni di stampo mafioso - 'Ndrangheta nel caso specifico - riescono ad infiltrarsi facilmente nel tessuto produttivo prima 'aiutando' gli imprenditori in difficoltà e poi 'strozzandoli' rendendoli succubi per l’impossibilità di restituire i prestiti. Sempre la stampa ha anche sottolineato come alcuni esponenti politici sarebbero coinvolti nel sistema messo in piedi dalle organizzazioni criminali con reati legati allo scambio elettorale politico-mafioso. Il Pd ha già presentato il 3 aprile 2024 un atto di sindacato ispettivo che non ha ancora avuto risposta”. Così si legge nell'interrogazione al ministro della Giustizia a firma dei deputati dem Debora Serracchiani e Gian Antonio Girelli con la quale si chiede a Nordio di rispondere in Commissione quali iniziative intenda adottare per affrontare a presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso nel territorio bresciano.
“Chiediamo al Governo di ritirare immediatamente il nuovo calendario della polizia penitenziaria e di interrompere una campagna di comunicazione che tradisce i principi costituzionali di umanità e la funzione rieducativa della pena sanciti dalla Costituzione.
La rappresentazione delle carceri come esclusivo teatro di conflitto e violenza rischia di legittimare approcci repressivi, in netto contrasto con il ruolo che il sistema penitenziario dovrebbe svolgere: favorire il reinserimento sociale delle persone detenute e garantire il rispetto della loro dignità.
Invitiamo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a cui chiediamo se ha visto e condiviso il video e il calendario prima della loro pubblicazione, a riferire con urgenza in Parlamento sulle recenti scelte comunicative e operative del suo dicastero e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Abbiamo depositato una interrogazione parlamentare a riguardo e chiederemo che anche il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria riferisca in commissione giustizia su questa vicenda.
Riteniamo che le istituzioni abbiano il dovere di promuovere un modello di giustizia che sia equilibrato, rispettoso dei diritti umani e orientato alla rieducazione. Qualsiasi altra direzione e rappresentazione rappresenta un pericoloso passo indietro per lo Stato di diritto. Auspichiamo che una presa di posizione come da noi indicata, venga assunta anche dal Garante nazionale dei detenuti”. Così il gruppo parlamentare del Pd annuncia l’interrogazione a prima firma della deputata Michela Di Biase e sottoscritta dalla responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani.
"Non ha fatto in tempo ad essere approvato definitivamente dal Senato che il decreto flussi è già azzoppato. E' di poco fa, infatti, il parere del Consiglio superiore della magistratura che boccia "l'emendamento Musk" quello con cui la maggioranza vuole spostare alle Corti d'appello la competenza sulla convalida o la proroga dei trattenimenti dei richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti "paesi sicuri".
La motivazione è quella che avevamo già evidenziato più e più volte sia in commissione sia in aula: le Corti d'appello si intaserebbero e non hanno la preparazione adeguata per occuparsi di migranti, come invece ce l'hanno le sezioni specializzate dei tribunali. E' una questione di buon senso.
Il buon senso che non hanno né la maggioranza né Nordio, ce l'ha il CSM. Il governo ci ripensi: ponga fine a questa assurda guerra con la magistratura che fa male al Paese, non risolve alcun problema e a questo punto non è neanche più utile alla loro propaganda". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il parere negativo del CSM sui provvedimenti che assegnano alle Corti d’Appello la competenza per i procedimenti di convalida e proroga del trattenimento dei migranti conferma pienamente le nostre preoccupazioni. Questa norma è irragionevole: comporta un allungamento insostenibile dei tempi dei procedimenti, mettendo a rischio gli obiettivi fissati dal Pnrr. Inoltre, affida inspiegabilmente decisioni delicate a magistrati potenzialmente privi di competenze specifiche, esponendo l’intero sistema giuridico a inefficienze e criticità. Rinnoviamo l’appello al ministro Nordio affinché ascolti questi rilievi e intervenga per tutelare la funzionalità della giustizia e il rispetto degli impegni assunti con il PNRR. Ignorare questo allarme significherebbe compromettere ulteriormente la credibilità e l’efficienza del nostro sistema giuridico”. Così la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
Questa mattina le deputate del Partito Democratico Debora Serracchiani, Antonella Forattini, Ilenia Malavasi e Valentina Ghio hanno visitato il carcere femminile della Giudecca a Venezia ed il padiglione Vaticano della Biennale, dove è stato proiettato un docufilm dedicato al tema carcerario.
“La visita al carcere della Giudecca – spiegano – ha evidenziato diverse criticità, seppur meno gravi rispetto a quelle presenti in altri istituti penitenziari italiani. Tuttavia, porteremo queste problematiche all’attenzione del Ministro Nordio con un’interrogazione parlamentare. Tra le questioni principali ci sono le condizioni obsolete della struttura, con stanze grandi che ospitano fino a dieci detenute con qualche difficoltà di convivenza. Nell’istituto sono presenti però notevoli spazi esterni ed interni che consentono varie attività trattamentali come i corsi scolastici, l’orto e la sartoria. La sanità penitenziaria soffre di un sottodimensionamento dell’organico, in particolare di specialisti psicologi e psichiatri, nonostante la presenza di detenute con problemi psichiatrici e tossicodipendenze che dovrebbero essere affidate a strutture di cura adeguate anziché rimanere in carcere. A questo proposito uno sforzo in più va fatto sul fascicolo sanitario affinché vi sia un maggior coordinamento fra la sanità e il sistema penitenziario, con particolare riguardo alle detenute con problemi psichiatrici o di dipendenza”.
Un ulteriore problema riguarda la sezione ICAM (Istituti a Custodia Attenuata per Madri), dove le donne vivono con i loro bambini. “Manca una puericultrice – sottolineano – e, sebbene il personale faccia il possibile, permangono difficoltà nell’accompagnare i bambini all’asilo nido e alla scuola per l’infanzia. Sarebbe opportuno, in questi casi, considerare soluzioni alternative, come il trasferimento delle madri e dei loro figli in case famiglia più idonee a garantire il benessere dei minori”.
“La situazione attuale del sistema carcerario italiano – concludono le deputate – richiede interventi urgenti. È necessario un maggiore investimento nell’adeguamento delle infrastrutture, nel potenziamento del personale penitenziario e sanitario, e nella revisione delle politiche che hanno portato a un incremento insostenibile della popolazione carceraria. Il rischio è quello di aggravare ulteriormente una situazione già al limite”.
Per colpire magistratura governo mette a rischio anche Pnrr
“L'emendamento approvato ieri sera in Commissione, che trasferisce alle Corti d'Appello la competenza sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, rappresenta una decisione irragionevole e potenzialmente punitiva nei confronti della magistratura. Come rilevato dal presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, questa scelta rischia di paralizzare centinaia di cause civili all'anno, aggravando ulteriormente i tempi di decisione senza alcun rafforzamento di risorse o organici. Attribuire ulteriori carichi di lavoro a corti già in sofferenza strutturale mina gli obiettivi di efficienza del sistema giustizia previsti dal PNRR e rischia di compromettere l'intero piano di riforma. Se l’obiettivo fosse quello di migliorare il funzionamento della giustizia, il risultato appare ben lontano. Al contrario, questa decisione sembra dettata da una volontà di rivalsa verso i giudici che hanno preso decisioni non gradite al governo. Chiediamo al Ministro della Giustizia di fornire immediatamente una relazione tecnica per spiegare la ratio di questo intervento e fugare il ragionevole dubbio che sia ispirato da un intento punitivo piuttosto che da una logica di efficienza e giustizia”. Così in una nota la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
Chiediamo una informativa urgente del ministro Nordio sui gravissimi fatti avvenuti nel carcere di Trapani con accuse molto gravi di tortura e sistemi di detenzione che superano la legalità. Questi episodi sporcano il lavoro durissimo che correttamente svolgono quotidianamente le donne e gli uomini della polizia penitenziaria con senso del dovere e svolgendo mansioni che spesso neppure gli competono. Noi chiediamo che venga fatta chiarezza in primo luogo in Aula dal ministro Nordio oppure dal sottosegretario Delmastro che ha la delega al dipartimento penitenziario, magari evitando che lo facesse con intima gioia.
Così Debora Serracchiani, deputata dem e responsabile nazionale Giustizia del Partito democratico, intervenendo in Aula.
“A nome del Pd chiedo al ministro Nordio un'informativa urgente sulle parole pronunciate dal sottosegretario Delmastro delle Vedove in occasione della presentazione della nuova auto della Polizia Penitenziaria. Sono parole incompatibili con il ruolo istituzionale che il sottosegretario riveste, parole incomprensibili, gravissime e contrarie alla Costituzione su cui ha giurato. Non so neanche se ne sia reso conto: stiamo davanti ad un gaffeur o davvero pensava ciò che diceva? È stato superato il confine dello stato del diritto”. Così la deputata dem Michela Di Biase intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Mentre Meloni tace e non difende la nostra sovranità dall’attacco di Musk, i suoi con il favore delle tenebre agiscono contro la magistratura” è secco il commento della responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica Debora Serracchiani agli emendamenti della relatrice di Fdi al decreto flussi che, sulla convalida di trattenimento migranti esautora i tribunali dell’immigrazione e fa decidere alle
Corti d'Appello. “Siamo davanti a un mostro giuridico mai visto, cambiano i giudici invece
di riflettere sull’assurdità dell’accordo Italia-Albania. Nordio batta un colpo e dimostri di non essere stato definitivamente commissariamento”.