“I ritardi sugli investimenti del PNRR per l’Alta Velocità ferroviaria, certificati oggi dalla Corte dei Conti, confermano la totale incapacità del Governo di rispettare gli impegni assunti con l’Europa. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti registra il tasso di realizzazione più basso tra tutte le categorie del Piano, con gravi criticità proprio sulle tratte strategiche per il Mezzogiorno. Il Ministro Salvini conquista così un nuovo record di ritardi anche per quanto riguarda i cantieri confermando il suo primato di peggiore ministro dei trasporti della storia repubblicana. Anziché affrontare con serietà e competenza le sfide legate agli investimenti sulle infrastrutture, continua a utilizzare il proprio ruolo per finalità propagandistiche, ignorando le emergenze che, ogni giorno, stanno rendendo impossibile la vita a milioni di persone. Il rischio è concreto: per recuperare i ritardi e non perdere i fondi europei, l’estate si preannuncia all’insegna di una congestione incontrollata dei cantieri. I cittadini stanno già pagando il prezzo di queste inefficienze. Serve un cambio di passo immediato: non c’è più tempo da perdere” così una nota del vicepresidente della commissione trasporti della Camera, il deputato democratico, Andrea Casu.
“Da mesi il governo dimostra tutte le sue contraddizioni interne rispetto alla possibilità di ottenere proroghe del PNRR, la cui attuazione è gravemente fallimentare a causa dell’incapacità dell’esecutivo. A questo punto credo sia necessario che facciano chiarezza al loro interno, perché il Ministro Giorgetti ha affermato più volte di voler prorogare la scadenza mentre il Ministro Foti ha sconfessato il collega, ribadendo l’intenzione dell'Italia di non chiedere alcuna proroga. Oggi, dopo il Commissario Serafin, è arrivato anche Fitto a ricordargli che il PNRR va attuato entro il 2026. Il caos totale per un esecutivo oramai nel pallone che cammina e lavora in ordine sparso. La verità è che stiamo assistendo all’accumularsi di ritardi che pregiudicano l'attuazione dei progetti del PNRR, come noi denunciamo da mesi nell'indifferenza totale dell’esecutivo. Si sbrigassero a realizzare gli interventi invece di continuare a cambiarli e modificarli. Il Governo sta bruciando un'occasione storica questa è l'amara verità”. Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione Politiche UE alla Camera.
"La risposta del governo alla mia interrogazione sull'alluvione che ha colpito il Mugello lo scorso marzo è la minima. Il governo ha lasciato troppo a lungo da solo il territorio, mentre la Regione Toscana, unica a intervenire con tempestività, stanziava le prime risorse concrete. Il governo, invece, ha impiegato settimane a dichiarare lo stato di emergenza e si presenta con un decreto che appare del tutto inadeguato. Inadeguato nei tempi, perché è stato necessario alzare la voce – con interrogazioni, atti formali e pressione politica costante – per ottenere anche solo un primo passo. E inadeguato nei contenuti, perché va detto con chiarezza: nel decreto non c’è un euro nuovo. Si razionalizza, si sposta, si riorganizza. Ma non si investe. Le risorse sono prese da fondi già esistenti, in larga parte dal PNRR. Nulla che dia respiro vero ai territori colpiti. Sul Mugello si copre l’urgenza, in altre zone si dà qualche arretrato delle alluvioni passate, ma non si mette mano a ciò che servirebbe davvero: interventi strutturali per prevenire nuovi disastri, mettere in sicurezza, proteggere le comunità. Né nel Mugello né altrove. Famiglie e imprese che da mesi non ricevono risposte. Chi ha perso tutto ha diritto a fatti, non a promesse. Se questo decreto è un punto di partenza, allora il governo lo dimostri subito: servono risorse vere, immediate e aggiuntive. Perché chi è stato colpito non può più aspettare". Lo dichiara il deputato toscano Marco Furfaro, componente della segreteria nazionale, commentando la risposta del governo alla richiesta di stanziamenti per le alluvioni in Toscana e nel Mugello.
“Dopo l’approvazione in Aula del nostro ordine del giorno, che impegnava il Governo a ripristinare i 55 milioni tagliati dal contributo “Loco e Carri” salvati grazie ai nostri emendamenti al Dl Pnrr dello scorso anno, e dopo le dichiarazioni del Viceministro Rixi in audizione, che aveva espresso la posizione favorevole del MIT al “ripristino della misura sui locomotori” assistiamo a un preoccupante passo indietro. Infatti, nonostante il MIT, rispondendo alla nostra interrogazione, abbia ribadito un generico impegno a “sostenere il settore ferroviario delle merci e della logistica” non c’è stata alcuna rassicurazione per quelle imprese che hanno investito 700 milioni in nuovi locomotori non inquinanti. Si continua a parlare di “monitoraggio per l’individuazione tempestiva di norme volte al rifinanziamento” senza adottare nessun intervento concreto. Non ci arrendiamo. Di fronte al disinteresse evidente del Ministro Salvini per questo settore, come Partito Democratico continueremo a portare avanti la nostra azione parlamentare per chiedere conto degli impegni presi nei confronti degli operatori del trasporto ferroviario delle merci” così sui social il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, il deputato democratico, Andrea Casu.
"Diga si ricomincia tutto d'accapo: presenteremo una interrogazione sulle gravi dichiarazioni del vice Ministro Rixi, sui cassoni della Diga che, già collocati con grande ritardo, con tutti i problemi strutturali che hanno portato con loro, vanno rimossi perché realizzati con materiali inadeguati. Ma Rixi ha contezza di quello che dice? Un'affermazione che rivela la drammatica approsimazione con cui è stata seguita la realizzazione dell"opera. Dopo queste affermazioni Rixi chiarisca costi ed efficacia dell'operazione. Per questo abbiamo presentato un'interrogazione in cui chiediamo, innazitutto, se la sua affermazione corrisponde al vero e se così fosse che venga chiarita la modalità di un'eventuale sostituzione, i suoi costi e i ritardi che comporterebbe. Dopo i problemi degli extracosti, prima negati e poi ammessi, che hanno costretto Bucci ad andare con il cappello in mano dal governo per ottenere altri fondi, dopo i problemi giudiziari e i tempi dilatati per l'esecuzione dell'opera, assistiamo all'ultima boutade su un progetto che così sta assumendo i contorni di una farsa. Stiamo parlando dell'opera più importante tra quelle finanziate dal Pnrr, che rappresenta un progetto fondamentale per lo sviluppo del porto e per l'economia genovese e ligure. Ma questa destra prende tutto con leggerezza e continua a non rispondere, infatti anche alla nostra richiesta di un incontro con il commissario Bucci e l'Autorità portuale, in cui chiedevamo chiarezza su tempi e costi, la Regione ha risposto con un no. Diciamo basta a questo pressapochismo e chiediamo subito risposte.
Valentina Ghio vicepresidente Gruppo PD alla Camera e componente Commissione trasporti e Alberto Pandolfo deputato e componente Commissione Attività produttive Camera.
"Per Giorgia Meloni è sempre colpa di qualcun altro. Ma sulle liste d'attesa il governo -che ha approvato prima delle elezioni europee un decreto completamente inutile e inefficace- deve assumersi le sue responsabilità. Non è un caso che anche Zaia e nelle settimane scorse il presidente della conferenza stato regioni, Fedriga abbiano dichiarato che non accettano lo scaricabarile. Sulla sanità Meloni è riuscita nell'impresa di scontentare e irritare anche esponenti delle forze che sono al governo. Non sono più accettabili le bugie e il vittimismo. La premier è chiamata a trovare soluzioni.
Peraltro, sulla sanità si sta consumando il più grande insuccesso del governo Meloni: riduzione degli investimenti in rapporto al Pil, promesse mancate sull'assunzione del personale, liste d'attesa che crescono invece di diminuire, taglio delle case e degli ospedali di comunità con riduzione degli investimenti previsti dal PNRR. Una debacle totale e un'offesa a milioni di cittadini che oggi non riescono a curarsi e ad accedere alle prestazioni. Meloni spieghi il perché del decreto truffa sulle liste d'attesa e si assuma una volta ogni tanto le sue responsabilità. Il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti". Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in Commissione questioni regionali.
"Poche ore fa il Ministro Foti ha ribadito che bisogna togliersi dalla testa l'idea della proroga del PNRR, la cui attuazione è attualmente fallimentare a causa del governo. A questo punto credo sia necessario che facciano chiarezza al loro interno, perché il Ministro Giorgetti ha affermato più volte di voler prorogare la scadenza e in un'occasione addirittura che la richiesta italiana di proroga del PNRR era già presente in Europa e sperava venisse soddisfatta. Mentre il Ministro Foti ha ribadito che non è intenzione dell'Italia chiedere alcuna proroga. Ci chiediamo se i due Ministri parlino tra di loro perché sembrerebbe di no. Non è serio e credibile un governo che si contraddice ogni giorno. Abbiamo un ministro dell'Economia che dice l'opposto del Ministro per gli Affari europei sull'attuazione del PNRR. La gestione del PNRR da parte del governo Meloni sta diventando una barzelletta, tra ritardi e cancellazione di progetti strategici. Peccato che a perdere da questa conduzione dissennata siano gli italiani". Lo dichiara Piero De Luca, deputato del Pd e capogruppo in commissione politiche europee
“Il rapporto della Corte dei Conti Europea sull’efficacia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) mette in luce gravi lacune nella gestione del governo italiano. Sebbene il Pnrr sia stato concepito come uno strumento per affrontare le sfide strutturali del nostro Paese – dalla bassa produttività all’alta disoccupazione, fino alle disparità territoriali – i risultati concreti, secondo la Corte, sono ancora limitati, nonostante il raggiungimento di diversi degli obiettivi prefissati.
Il rapporto evidenzia che solo circa la metà delle misure per il digitale e il mercato del lavoro ha prodotto effetti tangibili, mentre la scarsa attenzione ai risultati concreti rischia di compromettere le aspettative di crescita a lungo termine del piano. Inoltre, la mancanza di dati di qualità e di valutazioni sulla costo-efficacia solleva interrogativi sull’uso responsabile dei fondi europei. Dati allarmanti poiché il Pnrr è un’opportunità storica per l’Italia, ma deve essere gestito con trasparenza, responsabilità e un focus chiaro sui risultati, non solo sul rispetto formale delle scadenze. Non può Fitto, con superficialità, limitarsi a difendere i progressi senza affrontare le criticità.
Fare spallucce come fa Fitto può bastare in Italia dove il Governo ha risposto alle critiche della Corte italiana modificando le regole e limitando i controlli ma non vale in Europa. Serve una revisione seria e immediata della strategia di attuazione del Pnrr, con indicatori di performance che misurino l’impatto reale sulle vite dei cittadini. Serve, come chiediamo costantemente, anche un maggiore coinvolgimento del Parlamento, delle autorità locali e della società civile nel monitoraggio dei progressi, per garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficace ed equo, soprattutto a favore del Sud e delle fasce più vulnerabili.
Così il deputato PD, Silvio Lai della commissione bilancio della Camera dei Deputati.
“Sul Pnrr i conti non tornano e siamo sull'orlo di un fallimento totale che sta facendo precipitare l'Italia nel vuoto. Per questo rivolgiamo al governo un invito costruttivo: fatevi aiutare e coinvolgete il Parlamento. Questo esecutivo sta dilapidando un patrimonio economico che rischia di non tornare più. Ma soprattutto sta distruggendo il simbolo della Next Generation EU, la nuova integrazione europea che accoglie l'ispirazione ideale di Ventotene verso il percorso federalista degli Stati Uniti d'Europa”. Così il deputato Piero De Luca, capogruppo PD in Commissione Politiche UE, intervenendo in Aula sulla discussione del monitoraggio e dello stato di attuazione del PNRR.
“Se esistono i fondi del Pnrr – continua l'esponente dem - è solo per merito del lavoro dei progressisti e democratici in Italia e in Europa perché la destra non ha mai votato a favore degli Eurobond e del Recovery Fund al Parlamento europeo e addirittura ha votato contro il mandato per negoziare il Next Generation Eu a Bruxelles”. “Il Pnrr era e è ancora un'opportunità irripetibile di rilancio del sistema Paese e rafforzamento della coesione sociale. Oggi, però, rappresenta più un'occasione persa: è il Piano nazionale dei ritardi e dei rinvii. La spesa è ferma al 30% delle risorse complessive con ritardi in progetti strategici come asili, case e ospedali di comunità, residenze universitarie, infrastrutture, piani urbani. La verità è che il governo ha perso più tempo a modificare il Pnrr che ad attuarlo. Il PD chiede un pieno coinvolgimento del Parlamento su ulteriori modifiche e continuerà a chiedere trasparenza e verità sui numeri e sulle intenzioni del governo: dati che ad oggi restano impietosi mentre i ministri si contraddicono a vicenda in modo ridicolo. Siamo sull'orlo del baratro per colpa di questo governo che sta bruciando purtroppo il futuro del Paese", conclude De Luca.
“È inaccettabile che a mesi di distanza dalla prova scritta del concorso Ripam Coesione Sud non siano ancora state pubblicate le graduatorie. Nessun elenco di idonei, nessuna informazione su quanti siano per regione, nessuna possibilità di verifica per migliaia di candidati che hanno partecipato con serietà e impegno a una selezione pubblica fondamentale per il rafforzamento della Pa nel Mezzogiorno. Il silenzio degli enti organizzatori è incomprensibile e mina la credibilità stessa delle istituzioni. In un momento in cui la pubblica amministrazione è chiamata a essere motore di attuazione del Pnrr e dei Fondi di Coesione, ritardi e opacità non sono tollerabili. Per questo chiediamo che vengano pubblicati subito gli esiti del concorso, con i codici identificativi come previsto dalle buone prassi, e che siano fornite ai candidati tempistiche chiare e trasparenti. Chi ha partecipato a questo concorso merita rispetto. E lo merita anche un Paese che ha bisogno di una Pa efficiente, moderna e credibile”.
Così i deputati democratici Marco Sarracino, della segreteria nazionale del Pd, e Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
"Le risorse destinate all'edilizia scolastica stanziate con il Decreto Pa potranno essere utilizzate anche dai comuni che hanno usufruito del Pnrr ma rischiano di non riuscire a completare i lavori a causa di cause esterne, come il fallimento delle imprese assegnatarie": è quanto dichiara la vicecapogruppo dei deputati Pd Simona Bonafè sul suo ordine del giorno approvato alla Camera.
"A seguito di comprovate cause non imputabili alla stazione appaltante l'ente che rischia di perdere le risorse comunitarie potrà ricevere il sostegno dello Stato. Si tratta di una possibilità che potrà aiutare i comuni come quello toscano di Barberino Tavarnelle, oggi in difficoltà per responsabilità del fallimento della ditta che aveva vinto la gara per i lavori, ed assicurare alle comunità territoriali le nuove scuole. E' ora necessario che i decreti interministeriali previsti dalla nuova legge per assegnare le risorse definiscano nel dettaglio queste casistiche": conclude Simona Bonafè.
“Da un governo che ambisce a giocare un ruolo mondiale ci saremmo aspettati ben altro che un Documento programmatico vago, frammentato e senza prospettiva. Lo affermano l’Ufficio parlamentare di bilancio e la Corte dei Conti: il Dfp è insufficiente e privo di dati chiave. È l’ennesima occasione mancata”.
Così Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Dfp.
“Avete interrotto - ha aggiunto - una prassi virtuosa che dal 1988 consentiva al Parlamento di svolgere la sua funzione. Nessun vincolo europeo ve lo impediva: è stata una scelta politica, che rivela la vostra totale assenza di visione. Nel documento mancano risposte sui dazi americani, che già colpiscono l’export italiano, e sul Pnrr, unica leva di crescita che ormai è a rischio. Non c’è nulla su Industria 5.0. Il governo ignora le imprese e taglia fondi a sanità e comuni. E mentre gli altri paesi europei investono, la destra scarica i costi su famiglie, lavoratori e pensionati. Il diritto alla casa e alla salute sono negati. In un’Italia che invecchia, il governo sottofinanzia la sanità mentre le persone restano senza medico di base o attendono mesi per un esame. Questo Dfp - conclude Roggiani - non è all’altezza del nostro Paese”.
“Questo Documento di Finanza pubblica più che tracciare una direzione per il futuro del Paese, fotografa il fallimento delle politiche del governo. Un atto che non programma, non pianifica, che certifica l’incapacità della maggioranza di affrontare le crisi con strumenti adeguati. Le previsioni di crescita del Pil per il 2025 si dimezzano rispetto a quelle presentate sei mesi fa: dallo 1,2% previsto dal Psb, ci ritroviamo a un desolante +0,6%. Un dato che potrebbe aggravarsi se le politiche daziarie statunitensi dovessero essere confermato o addirittura inasprirsi. Questo Dfp è un documento vuoto. Manca un quadro programmatico, e non a caso la Corte dei Conti ha parlato di ‘indicazioni limitate’, di ‘mancanza di dettaglio informativo’. Il Ssn è gravemente sottofinanziato. Il concordato fiscale ha avuto un’adesione risibile e i disastri nel riformare aliquote e detrazioni Irpef si traducono in un flop totale. Sul Pnrr i ritardi si accumulano e gli obiettivi rischiano di non essere rispettati. Su Transizione 5.0 risultano prenotati solo 678 milioni su 6,3 miliardi disponibili. Rinominiamola ‘Stallo 5.0’. E mentre in Europa si discute di dazi, mentre gli Stati Uniti alzano barriere commerciali, l’Italia resta muta, appiattita, immobile”.
Così il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano, intervenendo in Aula nella discussione generale sul Documento di Finanza pubblica.
"Il Toscana il maltempo non dà tregua: da ottobre a maggio ormai i cambiamenti climatici stanno flagellando la Regione in ogni provincia. In Versilia e Lunigiana si stanno verificando adesso i disagi maggiori con frane, strade interrotte e frazioni isolate. La Regione si è mossa subito dichiarando lo stato di emergenza regionale e stanziando le prime risorse mentre la macchina della Protezione Civile è già sui luoghi interessati. Chiediamo al governo di ripristinare le risorse contro il dissesto idrogeologico tagliate con il Pnrr e di farsi trovare pronto quando la Regione richiederà lo stato di emergenza nazionale. Non è francamente ammissibile perdere settimane o mesi di tempo come accaduto per le precedenti alluvioni di febbraio e marzo". Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati Emiliano Fossi, segretario dem della Toscana, e Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente.
“Le parole del ministro Giorgetti in audizione sul Documento di economia e finanza confermano ciò che denunciamo da tempo: i ritardi nella spesa del PNRR sono gravi e strutturali. A marzo 2025 è stato speso solo il 34% del budget totale, nonostante manchi poco più di un anno al termine del Piano. Un dato allarmante che smentisce ogni narrazione ottimistica del Governo.
Ora è urgente e necessario avviare un’operazione verità sullo stato di attuazione di tutti gli interventi e sulle eventuali ulteriori rimodulazioni che il governo intende fare. Per questo, chiediamo che il Parlamento venga pienamente coinvolto in questa fase, assicurando la massima trasparenza su scelte, priorità e risorse. È necessario sapere quali progetti, quali investimenti la destra intende cancellare. Il Piano è patrimonio del Paese intero non del governo, che ha il dovere invece di garantirne una gestione seria, partecipata e coerente con gli obiettivi europei e nazionali fissati”. Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.