Obbligatorio corrispondere stesso trattamento economico e normativo
In commissione Bilancio alla Camera è stato approvato l’emendamento al Dl Pnrr quater del Partito Democratico, il 29.19, che stabilisce che “al personale impiegato nell’appalto di opere o servizi e nel subappalto è corrisposto un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, applicato nel settore e per la zona strettamente connessi con l’attività oggetto dell’appalto e del subappalto”.
"Diritto allo studio: nel decreto Pnrr la destra ha bocciato gli emendamenti del Pd a sostegno degli investimenti per le residenze universitarie.
Un furto di futuro contro i giovani, nel giorno dei riconoscimenti al valore delle nostre università.
Questa è la destra che nega ai meritevoli, che non hanno famiglie con redditi adeguati, il diritto di studiare." Così il deputato democratico, Nicola Zingaretti.
“La maggioranza in Commissione Bilancio ha bocciato l’emendamento soppressivo dell’articolo 6 del provvedimento sul Pnrr, che in tema di valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità istituisce la figura del commissario straordinario. Si tratta di un inaccettabile spreco di risorse, rispetto alla gestione di una misura che è stata completamente definanziata e depotenziata dalla destra. Il Governo prima ha tagliato i 300 milioni di euro del Pnrr destinati ai beni confiscati e poi ha rifinanziato le risorse ma recuperandole attraverso altri ulteriori tagli a fondi già attivi. La realtà è che la maggioranza non ha nessuna volontà di rafforzare questo strumento di lotta alle mafie. Per questo dopo un confronto con l’associazione Libera, come Pd ho presentato un pacchetto di emendamenti per stanziare maggiori risorse in minore tempo ed evitando sprechi che non servono a nulla. Ma il Governo invece che aumentare le risorse per la valorizzazione dei beni confiscati, ha deciso di aggiungere un inutile struttura che avrà come unica conseguenza quella di aumentare le spese”.
Così la deputata Pd Silvia Roggiani, membro della Commissione Bilancio della Camera.
Delegazione deputati Pd al presidio dei sindacati alla Regione Lazio
Stamattina una delegazione del gruppo parlamentare del Pd partecipa al presidio dei sindacati davanti alla Regione Lazio per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro. Saranno presenti Chiara Braga, Arturo Scotto, Roberto Speranza, Andrea Orlando, Andrea Casu, Marco Sarracino e la coordinatrice della segreteria del Pd, Marta Bonafoni in rappresentanza di tutti i parlamentari democratici impegnati in queste ore in commissione bilancio alla Camera a discutere il decreto Pnrr dove il Pd ha presentato un pacchetto di emendamenti per rafforzare la normativa sulla sicurezza sul lavoro.
“Non si può morire di lavoro, la sicurezza deve essere al primo posto dell'agenda politica. Al ministro Calderone chiediamo di passare dalle parole ai fatti e quindi di dare parere favorevole al nostro pacchetto di emendamenti sulla sicurezza sul lavoro al decreto Pnrr”, concludono i democratici.
Il governo aumenta ancora i finanziamenti per i centri in Albania
“L’accordo Italia-Albania sull’immigrazione è un progetto costosissimo che avrà effetti dannosi per le casse dello Stato. Lo avevamo sottolineato durante il dibattito alla Camera quantificandone il costo complessivo a circa 700 milioni di euro. Purtroppo ci eravamo sbagliati, i costi sono destinati a crescere ancora come dimostra il decreto Pnrr, che di fatto diventa una specie di omnibus in cui mettere anche i fondi per i rifugiati ucraini e per i centri per richiedenti asilo in Albania. Per quanto riguarda i centri in Albania, in particolare, dopo le insistenze delle opposizioni per avere chiarimenti, risulta che vi sia un aumento di circa 25 milioni di euro di cui quasi 16 vengono dal fondo per le esigenze indifferibili, cioè il fondo a cui si attinge per aiutare le persone in caso di disastri come i terremoti o le alluvioni, e 10 milioni da un fondo per la difesa. Un’enormità per un progetto pieno di lacune che viola le norme comunitarie e i diritti umani e che servirà solo alla campagna elettorale della presidente Meloni e che, come abbiamo visto, drena e sottrae anche risorse destinate alle emergenze che, in qualsiasi momento, possono colpire la popolazione italiana”. Così la deputata democratica, Laura Boldrini.
In commissione bilancio i parlamentari della destra hanno confermato il taglio di 5 miliardi del FSC per la copertura delle misure tolte dal PNRR. Non solo. Hanno anche respinto gli emendamenti presentati a mia firma che intendevano reintegrare le risorse, così come quelli che puntavano a mettere in sicurezza gli FSC scongiurando ulteriori decurtazioni. Non sappiamo con quale coraggio i parlamentari della maggioranza, ed in particolare quelli eletti nel Mezzogiorno, possano presentarsi al cospetto di queste comunità dopo aver avallato l’ennesimo taglio ai nostri territori, privando i cittadini del sud di risorse destinate a infrastrutture, scuole, reti idriche e altre opere importanti. Riteniamo questo taglio un inaccettabile atto di prepotenza a danno delle comunità più fragili del paese” così il deputato democratico, responsabile Mezzogiorno del Pd, Marco Sarracino.
A chiedere un impegno formale per tutelare il servizio sanitario nazionale è stato il presidente della conferenza delle Regioni Fedriga, esponente di punta della Lega e della maggioranza. Non lo hanno ascoltato e oggi in commissione Bilancio hanno bocciato tutti gli emendamenti del Pd per ripristinare i tagli alla sanità nel Pnrr. 1,2 miliardi per l’edilizia, la realizzazione di ospedali o case della salute, molte delle quali già programmate e in via di realizzazione. Incapaci di gestire il piano di ripresa e resilienza, è un eterno gioco ad incastri che rinnovano ogni volta che scoprono un buco. E intanto vanno in fumo progetti importanti e smontano un altro pezzo di welfare che è l’unica salvezza per milioni di cittadini.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Confermati i tagli al sistema sanitario. La maggioranza con il placet del governo ha bocciato i nostri emendamenti al Pnrr che, coerentemente a quanto richiesto dalla Conferenza dei presidenti di Regione, prevedevano l’abrogazione della norma che cancella dal Pnrr la misura “verso un ospedale sicuro”. Siamo davanti a un incomprensibile e scellerato attacco al sistema sanitario che avrà effetti pesanti sulle casse regionali visto che molte regioni, come è stato ribadito in commissione, hanno già attivato la programmazione e sviluppato rilevanti progetti di edilizia sanitaria che sono in avanzato stato di definizione”. Così i deputati democratici della commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Claudio Mancini e Silvia Roggiani.
Bocciato il nostro pacchetto di emendamenti
“Bocciando il nostro pacchetto di emendamenti sulla sanità al Dl Pnrr quater, la maggioranza di destra si è assunta la responsabilità piena di bloccare la riqualificazione antisismica e tecnologica di tutto il nostro patrimonio ospedaliero. Viene confermato il taglio da un miliardo e 200 milioni previsti per i progetti ‘Ospedale sicuro’ contenuti nel Piano nazionale complementare, nonostante tutte le Regioni, sia quelle governate dal centrosinistra che quelle governate dal centrodestra, siano sul piede di guerra contro questa drammatica sforbiciata alle risorse già stanziate. Il governo si ostina a dire che non si tratta di un taglio, ma solo di un diverso finanziamento. Ma non è vero. Lo hanno spiegato bene tutti i presidenti di Regione, anche quelli del centrodestra, oltre all'Ufficio Parlamentare di Bilancio e, soprattutto, i documenti dello stesso governo. Nonostante la bocciatura della Corte dei Conti e le critiche della stessa Forza Italia, la maggioranza ed il governo hanno invece votato contro i nostri emendamenti. Un taglio che peggiora il già gravissimo sotto finanziamento della sanità di cui il governo si è reso responsabile ignorando le liste d’attesa che impediscono le cure, le enormi carenze di personale e la riduzione delle risorse causate dall’inflazione”.Così i deputati democratici della commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra e Silvia Roggiani.
“Sul il Pnrr, il governo è sempre più nel caos: da un lato nasconde al Parlamento le schede tecniche nel Def e dall'altro litiga con l'Europa sull'eventuale proroga oltre il 2026. I ritardi sono acclarati e le opere ancora non realizzate. Insomma tante promesse, tanti rinvii e pochi fatti”. Così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in Commissione Politiche UE alla Camera.
“Ciò che resta sono i tagli alla sanità, al welfare e agli enti locali. Ma su questo il governo è consapevolmente cieco” ha concluso De Luca.
Cosa ci nasconde il ministro Giorgetti sul Pnrr? Continua ad esserci un quadro di assoluta opacità sull’avanzamento del piano con ritardi, buchi e ripetuti rinvii mentre il governo insiste nel non consegnare al Parlamento, a cui spetterebbero di diritto, le schede tecniche dei lavori. Purtroppo le poche certezze che abbiamo sono il taglio di 1,2 miliardi di fondi alla sanità, l'eliminazione di 500 case ed ospedali di comunità, la riduzione di 100.000 posti in asili nido, e i 6 miliardi cancellati a comuni ed enti locali per interventi fondamentali per le nostre comunità. Se a questo quadro di per sé già preoccupante aggiungiamo l’auspicio di oggi del Ministro dell’Economia di una proroga del Pnrr oltre il 2026, i nostri timori aumentano. A questo punto, è sempre più evidente che Giorgetti nasconda qualcosa al Parlamento e al Paese.
Così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in Commissione Politiche UE alla Camera.
“Su lavoro e sanità il governo resta lontano, lontanissimo dai bisogni dei cittadini. Il confronto di questa mattina con il ministro Fitto è stato un altro buco nell’acqua, salvo la parziale retromarcia fatta in tema di minimi salariali per i lavoratori di appalti e subappalti di opere e servizi. Solo su questa questione, infatti, registriamo una timida apertura alle richieste del Pd e delle altre forze di opposizione per tornare al criterio dei contratti più rappresentativi invece che a quelli maggiormente applicati, come invece era stato inizialmente previsto. Una scelta, quella del governo Meloni, apparsa subito in totale contrasto con la realtà dei fatti di un mondo del lavoro sempre più preda di precarietà e stipendi da fame. Per fortuna gli aspetti più pericolosi della norma vengono sanati, sebbene in modo ancora insufficiente rispetto alle soluzioni organiche che avevamo proposto”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera.
“In tema di sanità, poi - aggiunge - l’incontro di oggi certifica ciò che abbiamo sostenuto dal primo momento: i vorticosi spostamenti di risorse voluti da Fitto sono stati tutt’altro che indolore, visto che a conti fatti alle Regioni mancano 1,2 miliardi di euro per finanziare la sanità pubblica. Rispetto a questo taglio non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Il governo continua a prendere tempo e c’è solo da sperare che, se verrà trovata, la toppa non sia peggiore del buco. Permangono forti perplessità anche sulla questione della cessione di quote di Pago PA. Il ministro chiede tempo per ‘ulteriori riflessioni’ ma il problema è alla radice: siamo sicuri che questa operazione non sia in totale contrasto con le norme antitrust e con il rispetto degli obiettivi del Pnrr? Il sospetto - conclude - è che queste operazioni selvagge di privatizzazione siano solo il mezzo più rapido per sopperire all’incapacità di questo governo di garantire la crescita senza amputare lo Stato sociale”.
“Finalmente il governo si è detto pronto a ricredersi rispetto alla scelta fatta di sostituire, nel decreto Pnrr, il criterio consolidato del riferimento ai contratti comparativamente più rappresentativi con quello ai contratti più diffusamente applicati. Una differenza fondamentale perché in prospettiva possono essere più diffusamente applicati contratti pirata firmati da sigle compiacenti, svincolate da ogni criterio di rappresentanza e rappresentatività, finalizzati a comprimere tutele e salari. Abbiamo denunciato da subito l’imbroglio e il pericolo. E assieme a noi lo hanno denunciato tutte le opposizioni, le parti sociali, sindacali e datoriali, i consulenti del lavoro e i giuristi che hanno messo in evidenza che il criterio avrebbe generato, nella sua indeterminatezza, forti contenziosi. Il governo dovrà ora tornare indietro anche sulle altre norme in cui questo concetto era stato introdotto, a partire dalla delega che cancella il salario minimo che si è fatta approvare dalla sua maggioranza alla Camera”.
Lo dichiara la deputata democratica, Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Pd, e Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.
“E’ necessario un piano straordinario per contenere le erosioni delle coste: non soltanto per salvaguardare ambiente e territorio ma anche per garantire la sostenibilità dell'economia ricettiva e turistica locale, soprattutto in vista della stagione estiva. In Toscana dal 2016 la Regione ha investito 30 milioni di euro per realizzare interventi strutturali ma servono almeno altri 125 milioni per attuare misure prioritarie che interessano molti comuni e località di pregio. Chiediamo al governo, che fino ad oggi ha dimenticato questo problema, sottovalutando i mutamenti climatici e negando i finanziamenti per il Pnrr, di intervenire concretamente con risorse adeguate; chiediamo anche e agli esponenti di destra, sia a livello regionale che nazionale, di prendere atto della situazione e di attivarsi concretamente per salvaguardare un settore chiave della economia della Toscana”.
E’ quanto dichiara il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.
"Contro i morti sul lavoro occorre passare dalla parole ai fatti. Gli emendamenti del Partito Democratico al decreto Pnrr sono un primo strumento che concretizzare la 'Carta di Firenze': il patto tra istituzioni, enti locali, imprese e sindacati nel settore degli appalti pubblici e privati lanciata dal Pd della Toscana all'indomani della strage nel cantiere di Esselunga ed a cui è seguita una campagna di ascolto": è quanto dichiara il deputato e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
"Abbiamo sottolineato, in più occasioni, che un decreto omnibus come quello Pnrr non fosse adatto ad introdurre norme sulla sicurezza sul lavoro che necessitavo di un provvedimento apposito e di una approfondita discussione nelle Commissioni di merito. Detto ciò ci auguriamo che la maggioranza garantisca un confronto serio in Parlamento su un tema fondamentale come questo. Le proposte del Pd sono chiare da tempo e vertono su pilastri fondamentali: rafforzamento delle disposizioni finalizzate a restringere il ricorso all’appalto tra privati e a riconoscere il trattamento economico e normativo ai lavoratori delle imprese appaltanti previsto dalla contrattazione collettiva oltre ad estendere la disciplina in materia di tutele previste dal codice degli appalti pubblici anche tra privati; garantire che la patente a punti sia realmente efficace, le sospensioni obbligatorie, i corsi di formazione attentamente verificati e che vengano previste sanzioni anche in caso di violazione delle disposizioni in materia contributiva e lavoristica; fare in modo che venga realizzato un significativo incremento degli ispettori ed una aumento delle risorse per le attività ispettive delle Asl": conclude Emiliano Fossi.