“Sul Pnrr il ministro Fitto continua ad usa la parola ‘rimodulazione’ per nascondere la verità agli italiani. Ovvero che questo Governo ha tagliato 10 miliardi destinati ai Comuni, interventi per oltre 100.000 nuovi posti in asili, 500 progetti di case ed ospedali di comunità, risorse per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia e investimenti contro il dissesto idrogeologico. Si tratta di progetti strategici per il Paese, non interventi minori o non più necessari alla luce del contesto, come ha ribadito Fitto nelle scorse ore. Questi progetti buttati fuori dal Pnrr sono ora privi di coperture e il Governo continua a non dire se e, nel caso dove, troverebbe tutte queste risorse. E non chiarisce come manterrà la soglia del 40 % al Mezzogiorno. La verità è che la destra sta raccontando bugie e il Ministro Fitto continua a prendere in giro gli italiani. Le promesse e i toni trionfalistici da propaganda hanno stancato. I fatti parlano chiaro. Questo governo ci sta portando a sbattere, mandando al macero un’occasione storica per l'intero Paese”. Lo dichiara Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue di Montecitorio.
“Non si faccia spallucce davanti al grido d’allarme lanciato da tutti e 26 i presidenti della Corti d’Appello italiani sulla proposta di legge in materia di prescrizione. Le corti di appello hanno evidenziato il rischio che la nuova normativa, non accompagnata da norme transitorie, ingeneri il caos negli uffici giudiziari.
Anche noi da tempo denunciamo, purtroppo inascoltati, che un altro intervento in materia di prescrizione - il quarto in soli sei anni - rischia di produrre confusione in un sistema già fragile.
Inoltre, le corti di appello, pur provate da significative carenze di organico, si sono organizzate per dare attuazione alla riforma Cartabia entrata in vigore solo due anni fa e i risultati che lo stesso ministero della Giustizia ha pubblicato in materia di riduzione dei tempi del processo sono finalmente lusinghieri. Infine, c’è il rischio di perdere i 3 miliardi di risorse del PNRR per il comparto della giustizia, collegati alle riforme già fatte.
Di fronte a tutti questi rischi per ora dal governo e maggioranza non sono arrivate risposte perché prevale il furore ideologico che vuole fare della prescrizione una bandiera. Le imprese ed i cittadini italiani hanno bisogno di una giustizia efficiente, non di una giustizia sottoposta alle ideologie” dichiara il deputato Federico Gianassi, capogruppo dem in Commissione Giustizia.
“Il nostro Paese ha un importante strumento, il PNRR, per centrare gli obiettivi che l’Europa si è data sul tema della transizione ecologica. Purtroppo siamo preoccupati dalle azioni intraprese dal governo Meloni che rallentano sempre di più i processi e le azioni per spendere le somme stanziate dal Piano. Infatti, anzichè accelerare sugli strumenti a disposizione per finanziare la mobilità sostenibile assistiamo ad una vera e propria ‘melina’ da un governo che ha fatto poco o nulla per incentivare l’uso dell’elettrico, sia per i privati sia nei confronti del trasporto pubblico locale”. Lo ha detto il capogruppo PD in commissione Trasporti della Camera dei deputati, Anthony Barbagallo, intervenendo oggi a Roma, all’Auditorum del Massimo, al XII congresso nazionale di Legambiente.
“Decarbonizzazione dei trasporti e cura del ferro sono le parole chiave - a aggiunto – e bisogna subito invertire la rotta in tal senso, con un occhio di riguardo soprattutto al Mezzogiorno per non perdere nemmeno un euro e realizzare progetti moderni e sostenibili. Ma a questo sicuramente non contribuisce il nuovo modello di codice della strada voluto dal ministro Salvini che prevede un inasprimento delle sanzioni, complica l'installazione degli autovelox per i comuni e complica l'uso di mezzi di mobilità sostenibili come i monopattini.
Il Governo ha abbandonato le città. La riqualificazione e il rilancio delle aree urbane è stato per noi un punto centrale del Pnrr. Le varie missioni avevano come obiettivo prioritario gli investimenti per modernizzare e migliorare la qualità della vita urbana con interventi mirati sull'efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, sulla mobilità sostenibile, sulla messa in sicurezza del territorio, così come orientati al rafforzamento dei servizi digitali delle pubbliche amministrazioni. Fondamentale per il Partito democratico è la creazione di nuove reti di servizi sociali e sanitari. Eppure la stragrande maggioranza di questi progetti dei Comuni purtroppo sono stati cancellati e mandati in fumo dal Governo. La modifica del Pnrr ha previsto infatti ben 10 miliardi di tagli per i quali il Ministro Fitto non ha individuato risorse alternative, al di là delle promesse e della propaganda ormai stantia. La verità è che questa destra sta rubando un pezzo di futuro ai nostri cittadini, negando la possibilità di vivere in città nuove, moderne ed accoglienti". Lo ha dichiarato Piero De Luca, capogruppo PD Commissione Politiche UE alla Camera, intervenendo a “Le Città Nuove”, seminario di discussione nazionale sull’urbano e la politica, organizzato a Pompei da Left Wing.
“Vogliamo sapere dal Ministro Salvini se conferma che le risorse sottratte alla realizzazione della chiusura dell’anello ferroviario di Roma, in particolare nel tracciato che collega Vigna Clara a Tor di Quinto, siano state effettivamente riassegnate per il 2024, in modo da evitare che la Capitale del nostro Paese, oltre ad altre importanti realtà, venga gravemente danneggiata dalle scelte del Governo”. È la richiesta dell'interrogazione presentata dai parlamentari del Partito Democratico Andrea Casu, Michela Di Biase, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut, Matteo Orfini e Nicola Zingaretti al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
“La chiusura dell’Anello ferroviario di Roma è un’opera di grande importanza per tutto il sistema della mobilità della Capitale. Nell’ambito della rimodulazione degli interventi del PNRR il Ministero delle Infrastrutture ha presentato al CIPE un pacchetto di modifiche che riguardano interventi per i quali lo stato di avanzamento attuale non consente di bandire le gare entro il 2023; tra questi la linea ferroviaria Roma-Pescara nella tratta interporto d’Abruzzo-Chieti-Pescara e Sulmona-Avezzano, il raddoppio della Falconara-Orte, e, appunto, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma. Secondo quanto annunciato alla stampa dal Ministro delle infrastrutture negli scorsi mesi le risorse rimodulate nel 2023 dovrebbero essere riassegnate per il 2024. Attraverso la nostra interrogazione vogliamo sapere con certezza se tali opere siano state effettivamente rifinanziate con il nuovo Bilancio”.
“Oggi si apre la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a Dubai. Si tratta del primo vero banco di prova dell’accordo sul clima di Parigi, adottato con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, puntando a un più ambizioso limite di 1,5°C. Sappiamo già che non siamo sulla buona strada per limitare il riscaldamento globale e che è richiesto un maggiore impegno per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. E sappiamo quanto i cambiamenti climatici e gli eventi estremi che ne derivano siano impattanti per un settore fondamentale come l’agricoltura, che è economia, ma anche salute, salvaguardia del territorio, cibo e vita”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, in un commento sull’HuffingtonPost.
“Investire nei sistemi agroalimentari e nelle zone rurali - aggiunge - crea la soluzione concreta per affrontare gli impatti della crisi climatica. Questa non è una novità ma una sfida che in primis la Fao lancerà alla Cop28. ‘La crisi climatica e quella alimentare sono inseparabili’, dirà il direttore generale QU Dongyu. Parole d’ordine e temi su cui da tempo ci battiamo come Partito Democratico e che porremo ancora con forza a partire dal lavoro in commissione Agricoltura. Parole che abbiamo ribadito ieri per bocca della nostra segretaria Elly Schlein al Congresso della Cia, una delle più importanti organizzazioni di agricoltori del nostro Paese, il cui titolo era ‘Salvare l’agricoltura per salvare il futuro’. Per parte nostra - conclude - continueremo a stimolare il governo che non investe in questa sacrosanta direzione nella manovra finanziaria e vigileremo sui bandi e sui fondi del Pnrr perché a questo devono servire e perché non siano l’ennesima occasione sprecata”.
“Il governo non può stare alla finestra mentre giorno dopo giorno prendiamo atto della volontà di Mittal di sfilarsi da ogni impegno assunto sull’ex Ilva. Fatto ancor più grave poiché abbiamo anche perso i fondi del Pnrr destinati alla riconversione dello stabilimento di Taranto. Occorre un immediato e serio intervento per salvare il più importante polo siderurgico, tutta la filiera dell’acciaio e i posti di lavoro, e accelerare sulla conversione ecologica. Senza questa operazione il governo Meloni sarà ricordato come il complice di un disastro economico, occupazionale e ambientale”.
Così il capogruppo del Partito Democratico in commissione Attività produttive alla Camera, Vinicio Peluffo.
“Il ministro Fitto deve venire urgentemente in Aula a riferire su quanto sta avvenendo all’ex Ilva. E’ una follia che il Parlamento non venga informato. La situazione sta ormai assumendo dei contorni inquietanti, che sembrano prefigurare addirittura l’ipotesi di messa in liquidazione del più grande polo siderurgico europeo. Fitto deve spiegare cosa ha promesso a Mittal, dalla stampa sembra oltre 4 miliardi per la decarbonizzazione, senza però ottenere in cambio nessun impegno e, soprattutto, il ministro deve motivare il perché il governo non dà indicazioni al socio Invitalia per convertire il prestito e nazionalizzare l’azienda. La nazionalizzazione dell’azienda è oggi l’unica soluzione per allontanare un socio che da sempre non ha alcun interesse a garantire la continuità aziendale, salvare il comparto siderurgico e posti di lavoro e avviare una reale decarbonizzazione. In assenza di questi passaggi il governo sarà responsabile della più grande crisi industriale e lavorativa che questo Paese ricordi dal Dopoguerra”.
Così il deputato democratico, Claudio Stefanazzi, intervenendo nell’Aula della Camera sull’ordine dei lavori.
“Nei rapporti tra governo Meloni, ex Ilva e città di Taranto - ha aggiunto - sembra emergere un percorso predefinito verso un ineluttabile destino e cioè quello in cui Mittal chiude il suo più grande concorrente in Europa e, attraverso la ridistribuzione delle quote acciaio, diventa sostanzialmente monopolista. Prima il definanziamento da parte del ministro Fitto delle risorse contenute nel Pnrr che avrebbero dovuto garantire la decarbonizzazione. Poi l’incomprensibile passaggio di consegne tra il ministro dello Sviluppo economico e lo stesso Fitto, già oberato da tanti dossier. Poi il famoso memorandum, ancora oggi segreto, e sottoscritto senza in coinvolgimento di Invitalia; infine l’assemblea di due giorni fa in cui Mittal ha sostanzialmente annunciato che non intende partecipare all’aumento di capitale sociale. A metà di ottobre il presidente Bernabè, audito alla Camera ha ricordato che in questo momento Ilva non ha nemmeno la caparra per poter rinnovare il contatto per la fornitura di gas. Se l’azienda non ottiene rapidamente 300 milioni di euro non è in grado di assicurarsi la fornitura di gas e non può neanche far fronte ai debiti accumulati, a cominciare dagli oltre 200 milioni che deve alla Snam. Questo ha già prodotto ripercussioni clamorose rispetto al piano annunciato all’inizio dell’anno. Probabilmente Ilva - ha concluso - chiuderà il 2023 con una produzione inferiore ai 3 milioni di tonnellate, e cioè con il 75% in meno di quello che aveva previsto come target. Non c’è più tempo da perdere”.
“Sulla modifica del nuovo Pnrr abbiamo ascoltato toni trionfalistici dal ministro Fitto che, francamente, proprio non riusciamo a condividere. La premier ha annunciato di aver ottenuto oltre 21 miliardi in più per l’Italia. Ma questa è una fake news, una bugia, poiché si tratta invece di 2,8 miliardi legati agli adeguamenti tecnici del nuovo capitolo REPowerEU. C'è, dunque, una bella differenza. Quei 21 miliardi, inoltre, sono in realtà rimodulazioni di risorse già esistenti su cui state producendo un disastro, perché stralciate progetti strategici per l'Italia. Infatti cancellate: oltre 100mila nuovi posti in asili nido, scelta grave; oltre 500 progetti di nuove case ed ospedali di comunità, decisione scellerata; circa 10 miliardi di progetti di riqualificazione delle periferie e di interventi nei comuni, operazione profondamente sbagliata. Dove avete spostato le risorse tagliate e con quali criteri? Avete rispettato l'equilibrio del 40% al Sud? Oggi dovevate mostrare le carte al Parlamento e invece continuate a produrre fumo e promesse al vento, ma non fornite risposta e nessuna delle nostre domande e lasciate nell'incertezza l'intero Paese”.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, replicando in Aula al ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, nel corso del Question time alla Camera. Nell’illustrazione, Silvia Roggiani, della Presidenza del Gruppo Pd, aveva chiesto al governo quale fosse la portata del nuovo Pnrr e i criteri e le modalità di scelta per le modifiche.
In attesa della pronuncia definitiva del Consiglio Ue, la Commissione europea ha approvato lo scorso 24 novembre la proposta di revisione del Pnrr italiano. Vengono modificate più della metà tra riforme e investimenti e circa un terzo degli obiettivi totali. Per queste ragioni il Pd chiederà al governo nel Question time di oggi quale sia la portata del nuovo Pnrr e quali siano stati criteri e modalità di scelta per le modifiche.
“Oggi il ministro Lollobrigida con un’intervista sul Sole 24 Ore annuncia il raddoppio dei Fondi del Pnrr all’agricoltura. Indubbiamente una buona notizia per il settore e per il Paese, non c’è che dire. Aggiungere risorse ad una missione fondamentale che con il governo Draghi avevamo messo al centro dell’interesse italiano sarà sicuramente un passo importante, ma bisogna riconoscere che la missione era giusta e che il rifinanziamento c’è stato proprio grazie alla correttezza della missione individuata. Quindi Lollobrigida non può dire che il Pnrr è stato modificato. I contratti di filiera sono stati riconosciuti come la risposta corretta sia dagli imprenditori che dall’Europa”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, in un commento pubblicato dal Domani.
“Sulla manovra finanziaria - aggiunge - la montagna di promesse di Lollobrigida ha partorito nemmeno un topolino, visto che l’agricoltura è scomparsa e la quasi totalità delle associazioni di categoria ci hanno manifestato il loro malessere e ci hanno aiutato a scrivere gli oltre 60 emendamenti sui quali chiediamo di rimettere mano, occhi e orecchie. Dimenticare le migliaia di famiglie e imprese sarebbe una colpa difficilmente espiabile con i fondi del Pnrr. Inoltre, lo scorso 21 novembre, Lollobrigida ha approvato un decreto che riduce le coperture assicurative degli agricoltori dal 70 al 40%, in questo rischiando una sonora mazzata per la gestione del rischio e per le aziende che non potranno ottenere i costi assicurativi e che non stipuleranno le polizze stesse”.
“Basta bugie e propaganda. Il nuovo PNRR prevede 2,8 miliardi di euro in più, tra quote ETS e aggiustamento Pil. In compenso, nella rimodulazione si tagliano progetti per oltre 100 mila posti negli asili nido e 9 miliardi ai Comuni. Consigliamo una buona calcolatrice alla Premier”. Lo scrive su X Piero De Luca dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.
“Rivedendo il PNRR, il governo riduce drasticamente i posti degli asili nido, da 264.480 a 150mila. Nessuna altra voce è stata sforbiciata così tanto. Si cita l’inflazione: ma questa si accanisce solo sui cantieri dei nidi?
Non siano le donne a pagare per l’incapacità del governo”. Lo dichiara la deputata del Pd Lia Quartapelle.
“Quando diciamo che una Premier donna non sempre fa la differenza. Tra i tanti tagli “possibili” al Pnrr, 100 mila posti in meno negli asili nido. Un altro colpo alle donne, al Sud (più penalizzato) e alle famiglie”.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Nelle scorse ore Bruxelles ha dato parere positivo alla revisione del PNRR, accettando la revisione proposta dal Governo Meloni con riduzione di alcuni obiettivi, l’introduzione di nuovi e la conferma delle riforme condizionanti previste.
Il Governo italiano aveva proposto tagli ai progetti per 15,9 miliardi mentre la commissione ne ha accettato solo 8,8 che, da una prima ricognizione, riguardano sostanzialmente i tagli effettuati sulle misure riguardanti i finanziamenti ai comuni.
In particolare, il finanziamento dei progetti di rigenerazione urbana delle città medio grandi si ridurrebbe da 3.3 a 2 miliardi, mentre la misura dei piani urbani integrati delle grandi città passerebbe da 2,5 miliardi a 900 milioni per un taglio complessivo di circa 2,8 miliardi. A questi si aggiunge l’uscita dal PNRR dei 6 miliardi di finanziamento delle piccole opere dei piccoli comuni il cui taglio complessivo era stato proposto dal ministro Fitto nella sua revisione.
Nelle prossime ore arriverà in parlamento il PNRR post revisione e vedremo le opere che si saranno salvate e quali dovranno trovare nuove imponenti risorse, con i 6 miliardi dei piccoli comuni. Così come andrà verificato l’esito del definanziamento delle misure per la riduzione del rischio idrogeologico per 1.3 miliardi e quelle del potenziamento dei servizi e delle infrastrutture di comunità delle aree interne e dei beni confiscati alle mafie per complessivi 1 miliardo destinato alla nuova Zes Sud che viene finanziata per il solo 2024.
Dovranno esser trovate per gli enti locali 9 miliardi di risorse sopr ttutto per le piccole opere, in genere da 300.000 euro che nel frattempo sono state affidate o realizzate.
Il ministro Fitto dovrà passare dal dire al fare sui finanziamenti sostitutivi perché in caso contrario si tratterebbe di un ulteriore taglio lineare da aggiungere alle risorse che mancheranno ai comuni nel 2024 con la legge di bilancio e l’applicazione del nuovo contratto collettivo”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio di Montecitorio.