“Nonostante le rassicurazioni e le promesse avute dal Ministero dell’Ambiente in Parlamento nelle scorse settimane i 28 milioni di euro, già stanziati per la bonifica del Sin – Sito di interesse nazionale di Orbetello - e bloccati per problemi burocratici, rischiano di non essere più disponibili. L’apposito emendamento del Partito Democratico al decreto Pnrr, presentato prima al Senato e poi alla Camera, per recuperare tali finanziamenti è stato però respinto e l’apposizione della fiducia al Provvedimento impedirà ogni discussione sul merito in Aula. Siamo sconcertati dall’atteggiamento di governo e maggioranza e dall’assoluta mancanza di attenzione alla vicenda da parte dei parlamentari territoriali della destra. La laguna di Orbetello è infatti una zona di rilevante valore ambientale oltre a rappresentare un volano irrinunciabile per l’economia e l’occupazione locale: per questo motivo continueremo ad impegnarci, con ogni iniziativa utile, per recuperare le risorse”. Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera.
"Le previsioni di crescita del Def, per ammissione dello stesso governo, sono tutte legate alla capacità di realizzare il Pnrr. Sulla completa attuazione del Piano la maggioranza però è nel caos e non dice le cose come stanno. La revisione del piano entro agosto espone il nostro paese al rischio di non riuscire a rispettare i target dei progetti esistenti e di non avere l’autorizzazione per eventuali modifiche e quindi, in un caso e nell’altro, di perdere risorse" : è quanto dichiara Simona Bonafè, capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali della Camera.
"Le ripetute esternazioni del Ministro Fitto che continua a fare ipotesi di revisione di progetti senza però presentare niente oltre che a compromettere miliardi di risorse, minano anche la credibilità internazionale dell'Italia ed la crescita stessa del nostro paese": conclude Simona Bonafè.
“ Il Governo non è mai riuscito ad avviare pienamente il motore del Pnrr da quando si è insediato. Prima le difficoltà nel completare gli ultimi 55 obiettivi del 2022 e il conseguente rinvio del pagamento della terza rata da 19 miliardi. Successivamente, la confusione sull'attuazione dei prossimi progetti e sulle eventuali modifiche da apportare al Pnrr. Poi, le dichiarazioni di vari esponenti di maggioranza sulla volontà di riunciare addirittura a parte delle risorse già ottenute, mettendo in discussione ad esempio investimenti decisivi come le case di comunità. Infine, il ritardo nella definizione dei programmi ReactEU. Il caos e l'incompetenza della destra stanno mettendo seriamente a rischio il futuro del Paese”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue
“Il Governo non sa cosa fare del Pnrr. Prima complica la governance, adesso accumula ritardi. Caro Pd, cari partiti di opposizione, serve un’operazione trasparenza verso famiglie, imprese e comuni, per svelare l’ipoteca che la destra di governo sta facendo sul futuro dell’Italia”.
Così il deputato democratico Enzo Amendola, capogruppo in commissione Esteri.
“Il Ministro Fitto continua ad accampare scuse e prendere tempo sul disastro che si sta compiendo nell’attuazione del PNRR. Oggi, addirittura, si è inventato la scadenza del 31 dicembre 2023 per la modifica del PNRR, che invece l’Europa chiede di rispettare per coloro che, non avendolo ancora fatto, vogliono richiedere ulteriori finanziamenti a titolo di prestiti per estendere il loro Piano. Un caso che è molto lontano da quello del nostro Paese, visto che noi abbiamo già chiesto il 100% delle sovvenzioni e dei prestiti messi a nostra disposizione.”
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Se Fitto andrà avanti con la follia di una “revisione seria” del Piano, anche se presentato entro agosto, l’Italia rischia di non ottenere nessuna autorizzazione entro la fine dell’anno, visto il complicato processo di conferma che coinvolge diverse istituzioni UE. Nel frattempo, per giunta, dovremo comunque continuare a rispettare milestones e target, col risultato che entro la fine dell’anno avremo raggiunto un livello di avanzamento tale che sarebbe ancora più stupido gettare tutto all’aria.”
“Il tentativo di demolire il PNRR è ancora più grave alla luce di quanto si evince dal DEF, dove nessuna importante misura per la crescita è prevista per i prossimi anni. Questo vuol dire condannare il nostro Paese alla stagnazione economica, distruggendo tutte le opportunità che il governo di centrosinistra era riuscito a ricavare in Europa durante la pandemia.”
Tweet di Nicola Zingaretti, deputato Pd
#Pnrr: La verità è che la destra sta facendo fallire il più grande investimento economico e produttivo del dopoguerra. Conquistato dal centrosinistra per l’Italia, fondato su un idea di sviluppo sostenibile e per il lavoro
“La bonifica del Sin – Sito di interesse nazionale di Orbetello sta subendo forti ritardi a causa di cavilli burocratici. E’ necessario che le risorse già stanziate, pari a 28 milioni di euro, vengano reinserite nel Fondo di sviluppo e coesione per il ciclo 2021-2027 e per sbloccare la situazione abbiamo presentato un emendamento al decreto Pnrr, prima al Senato ed adesso alla Camera. A Palazzo Madama la nostra proposta è stata respinta dalla maggioranza nonostante le rassicurazioni avute nelle scorse settimane dal Ministero dell’Ambiente che si era impegnato a risolvere la situazione. Facciamo un appello al governo Meloni affinchè l’emendamento venga approvato a Montecitorio: bocciarlo una seconda volta sarebbe imperdonabile”: è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera.
“Non siamo assolutamente soddisfatti della risposta del governo. Anzi, abbiamo avuto la conferma che in merito al RePowerEu vi è grande confusione e incertezza sugli stessi progetti che si intendono presentare. Petaltro, il termine previsto dal nuovo regolamento europeo è quello del 30 aprile. Mancano solo pochi giorni, dunque, e apprendiamo che il governo è in assoluto ritardo e che non vi è alcuna idea precisa di quali siano i progetti sui quali puntare. Denunciamo inoltre il mancato coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche che la destra intende fare al Pnrr nel suo complesso. Questo è ancor più grave perché alcuni esponenti della maggioranza hanno annunciato di voler rinunciare ad una parte di queste risorse. Dal Pd il messaggio è chiaro: l’Italia non può rinunciare a queste risorse decisive per il futuro del Paese e che abbiamo ottenuto dall’Europa. Occorre dal governo una operazione di trasparenza e verità. Lo chiedono gli italiani”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, in replica alla Camera alla risposta della sottosegretaria, Matilde Siracusano, all’interpellanza urgente presentata insieme al collega Andrea Casu.
“RePowerEu - ha detto Andrea Casu illustrando l’interpellanza - è un piano finalizzato a risparmiare energia, produrre energia pulita, diversificare il nostro approvvigionamento energetico. L’obiettivo è quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, secondo modalità che garantiscano la coerenza con il Green Deal europeo. Parliamo per l’Italia di risorse che possono arrivare fino a 5 miliardi di euro complessivi per il miglioramento delle infrastrutture e dell’efficienza, il contrasto alla povertà energetica, la diffusione delle energie rinnovabili, l’incentivazione della riduzione della domanda e la riqualificazione della forza lavoro per acquisire competenze verdi. Ecco perché - ha concluso - sarebbe una follia non portare a termine questa missione”.
“Ancora nessuna certezza sul rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici in scadenza: nonostante gli impegni presi il ministero della Funzione pubblica ha ammesso che mancano le risorse per adeguare i salari all’inflazione e di non poter addirittura indicare quando tali aumenti potranno essere erogati”: è quanto dichiara Simona Bonafè, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali della Camera sulla discussione di oggi dell’interrogazione sul Ccnl della Pubblica amministrazione.
“Il governo - aggiunge - continua a non prendersi le proprie responsabilità addossando le colpe ad altri e limitandosi, come ha fatto anche oggi, ad annunci generici sulla volontà di reperire le risorse senza però indicarne modalità e tempistica. Questo atteggiamento - conclude - mortifica migliaia di lavoratori in prima linea per l’erogazione dei servizi ai cittadini, già penalizzati da carenze di organico e che hanno anche un ruolo strategico per la corretta attuazione del Pnrr”.
Il Governo Meloni taglia la sanità pubblica. Sono a rischio i fondi del Pnrr per le case di comunità, strutture che garantiscono una sanità più vicina ai cittadini. Quella per gli anziani, per i fragili, per chi è solo. Il diritto alle cure è scritto in Costituzione.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“La drammatica esperienza della pandemia dovrebbe aver insegnato a tutti l'importanza decisiva di investire nel rafforzamento dei presidi sanitari pubblici nel nostro Paese.
Il Governo invece sta facendo l'esatto contrario. Dopo una legge di bilancio in cui ha ridotto i futuri impegni economici in sanità, la destra conferma questo grave disinteresse nel Def appena approvato e annuncia di considerare addirittura irrealizzabili i progetti delle case di comunità previsti dal Pnrr”. Così l'on. Piero De Luca, capogruppo PD in Commissione politiche europee alla Camera, intervenendo a Fuori campo su SkyTg24.
“È un atteggiamento grave e pericoloso per i nostri cittadini. Ci opporremo con forza a questi tagli sulla sanità, perché il diritto alle cure per tutti va difeso e tutelato in modo assoluto”, conclude.
"C'è una linea chiara e strategica del governo: il diritto alle cure si paga, non deve essere garantito in modo universale, chi può ricorrerà ai privati, gli altri dovranno accontentarsi di ciò che resta di una sanità pubblica definanziata e lasciata allo sbando. Prima, una legge di bilancio che copre a malapena gli aumenti del costo dell'energia e delle materie prime nel settore sanitrio, quindi una previsione di finanziamenti a scendere verso livelli pre pandemia, infine pochissime risorse nel Def e ieri pure gli annunci del ministro Fitto che considera le case di comunità, uno dei progetti importanti del Pnrr, irrealizzabili. La pandemia sembra non aver insegnato niente a questa destra. A pagare saranno come al solito i più fragili e chi non può permettersi di ricorrere ai privati. Penalizzare la sanità pubblica è uno schiaffo alla Costituzione italiana e agli operatori sanitari che ogni giorno tra mille problemi garantiscono agli italiani il diritto alle cure". Così Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali.
“Il Def che taglia i fondi alla sanità e il rischio di perdere i fondi Pnrr per le case di comunità sono due facce della stessa medaglia: il governo Meloni smantella il servizio sanitario nazionale. I ricchi potranno curarsi, pagando meno tasse, tutti gli altri dovranno attendere”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Alessandro Zan, membro della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega ai diritti.
“Il Documento di Economia e Finanza licenziato dal Consiglio dei Ministri riflette fedelmente la sconsiderata leggerezza con cui questo Governo sta gestendo l’eredità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la governance dei fondi strutturali europei. L’idea che emerge, e che rafforza il sospetto sorto dopo le recenti decisioni di accentramento del Ministro Fitto, è che queste risorse non siano ritenute utili allo sviluppo economico del Paese. Al contrario, tra lo smantellamento dell’Agenzia della Coesione e le ricorrenti uscite della maggioranza sulla possibilità di rinunciare a una parte delle risorse del PNRR, sembra sempre più chiaro che questo Governo non abbia alcun interesse nell’utilizzare questi importanti strumenti per rilanciare la nostra economia e i territori svantaggiati.”
Così, in una nota congiunta, Claudio Stefanazzi e Ubaldo Pagano, deputati del Partito Democratico, rispettivamente componenti delle Commissioni Finanze e Bilancio a Montecitorio.
“I numeri del DEF sulla crescita dei prossimi anni restituisce la fotografia di un Governo arrendevole rispetto alle capacità del Paese di risollevarsi. Invece di guardare ai fondi europei come una grande opportunità per rigenerare interi territori, continuiamo a registrare regolarmente passi indietro frutto dell’incapacità amministrativa di molti Ministri e della totale mancanza di lungimiranza nella gestione della cosa pubblica.”
L’allarme sul Pnrr non rientra, in Senato si discute il decreto sulla governance e ogni giorno sorgono nuovi interrogativi su come viene gestito il più grande piano di crescita e di sviluppo del paese degli ultimi decenni. Per questo il Ministro Fitto faccia sapere quando intende venire in Parlamento per una relazione dettagliata sullo stato dei progetti, su come il Governo vuole superare ritardi e quali progetti potrebbero essere ridimensionati, visto che nel dibattito in corso al Senato l’esecutivo si sta dimostrando incapace di darci risposte nel merito. Così come è arrivato il momento che Fitto faccia chiarezza sullo stato di attuazione RepowerUe, il piano della Commissione europea per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili. Non è più possibile rinviare: i cittadini devono sapere come vengono utilizzate le risorse europee e il governo Meloni deve rinunciare a scaricare su altri le responsabilità di ritardi, confusione e scarsa trasparenza.
Lo scrivono in una nota Francesco Boccia e Chiara Braga, capigruppo Pd Senato e Camera.