"Le notizie diffuse dall’Usigrai destano seria preoccupazione e impongono una riflessione urgente sul metodo con cui la Rai sta gestendo la delicata trattativa sulla stabilizzazione dei giornalisti precari. Il comportamento dell’Azienda – che ha diffuso numeri e criteri di assunzione direttamente nelle redazioni prima di presentarli al tavolo ufficiale con le rappresentanze sindacali – rappresenta una grave anomalia e un segnale di scarsa trasparenza nelle relazioni. È inaccettabile che un tema così delicato venga affrontato in questo modo, quando sono in gioco i diritti di chi da anni garantisce con professionalità e competenza l'informazione del servizio pubblico. Serve trasparenza, coerenza con gli impegni assunti. E un confronto credibile e responsabile con i rappresentanti dei lavoratori è condizione essenziale per tutelare la dignità di chi opera quotidianamente nei programmi e nelle testate della Rai, per rafforzare il ruolo del servizio pubblico come presidio di pluralismo, indipendenza e qualità dell’informazione. Continueremo a vigilare con attenzione e chiediamo che l’Azienda chiarisca quanto accaduto e ristabilisca immediatamente corrette condizioni di confronto". Lo dichiarano in una nota i componenti del Partito democratico nella commissione di vigilanza Rai.
“Le opposizioni, tutte insieme, hanno compiuto un lavoro straordinario, costruendo una proposta di riforma condivisa per garantire l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo perché sta impazzando TeleMeloni, continua l'occupazione della Rai e non l'occuparsi della Rai. È ora di applicare il Regolamento europeo sul Freedom Media Act, senza ulteriori rinvii”. Così Stefano Graziano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai.
“La Rai – aggiunge l’esponente Pd - è sotto attacco da tempo, vittima di un'occupazione politica sistematica che rischia di svilirne il ruolo fondamentale. Ma non parliamo certo dei 12.000 dipendenti che ogni giorno mandano avanti l’azienda, bensì dell’indirizzo editoriale e delle nomine calate dall’alto. Se entro l’8 agosto l’Italia non recepirà pienamente le direttive europee, il rischio è concreto: una procedura d’infrazione che si tradurrebbe in un ulteriore danno economico per i cittadini e in un colpo alla credibilità democratica del nostro Paese”.
“La Rai – conclude Graziano - deve tornare a essere la Rai dei cittadini, non dei governanti, con una governance indipendente dai partiti e capace di valorizzare le enormi risorse interne all’azienda. Il servizio pubblico deve trasformarsi da semplice broadcaster a digital media company, in grado di competere ad armi pari con gli altri attori del mercato europeo, e di investire davvero nella cultura, nell’innovazione e nell’informazione libera. Quella che proponiamo non è solo una riforma tecnica, ma una battaglia di civiltà e di democrazia, per difendere l’indipendenza dell’informazione e il diritto dei cittadini ad avere una Rai moderna, trasparente e libera”.
"Come sempre, anche oggi il PD ha votato con convinzione la partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace. Lo facciamo perché la pace è un bene indivisibile: non esistono più conflitti "locali", ma conflitti che ovunque accadano minano la sicurezza del mondo intero." Lo ha detto Piero Fassino nella dichiarazione di voto alla Camera sulle missioni internazionali di pace. "Discende da ciò - ha sottolineato Fassino - che ogni Paese è chiamato a concorrere a conseguire pace e stabilità e l'Italia lo fa in piena coerenza con l'art.11 della Costituzione che, rifiutando la guerra come strumento di soluzione dei conflitti, impegna il nostro Paese a partecipare alle azioni messe in essere per fermare chi i conflitti li suscita e ricorre alla guerra. Ciò è tanto più vero oggi di fronte a uno scenario internazionale caratterizzato da conflitti particolarmente acuti, quali la guerra in Ucraina e i molti conflitti che scuotono il Medio Oriente, a partire dal conflitto israelo-palestinese che richiede un impegno molto più determinato per fermare la guerra, ottenere la liberazione degli ostaggi e rimettere in moto un processo di pace e sicurezza per entrambi i popoli. E sono coerenti con questo impegno la partecipazione italiana alle altre missioni in Libano, in Irak, nel Mar Rosso, come nel Corno d'Africa." "In questo contesto non abbiamo votato a favore gli accordi con la Guardia Costiera Libica e con la Tunisia situazioni caratterizzate da gravi e continuate violazioni dei diritti umani. E ci siamo astenuti sulle misure per il Niger per l'opacità di quella decisione" "Con convinzione abbiamo votato a favore - ha ulteriormente ribadito Fassino - del sostegno all'Ucraina per impedire che quella guerra si concluda con una pace ingiusta e umiliante per chi ha subito un'aggressione che il nostro Paese e l'Europa hanno sempre condannato e respinto. "Infine - ha concluso Fassino - ribadiamo il nostro sostegno alle missioni nei Balcani, sottolineando ancora una volta che per dare stabilità alla regione è indispensabile che l'Unione europea acceleri l'integrazione europea dei Balcani occidentali."
In merito al comunicato stampa diffuso ieri dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, relativo al conferimento del “Premio Odoardo Focherini per la libertà di stampa” alla giornalista Rai Stefania Battistini, si esprime sconcerto e ferma condanna per un’ingerenza che travalica ogni limite accettabile nei rapporti tra Stati.
È inaccettabile che una rappresentanza diplomatica straniera si permetta di sindacare sulle scelte legate alla libertà di stampa nel nostro Paese e, ancor più gravemente, si arroghi il diritto di indicare chi possa o non possa essere premiato, insinuando giudizi inaccettabili sul lavoro di una professionista dell’informazione.
Il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, così come ogni spazio di informazione libera e indipendente, non è terreno disponibile a pressioni o intromissioni esterne. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e non sarà messa in discussione da dichiarazioni intimidatorie o propagandistiche. Ci si attende una chiara presa di distanza anche da parte delle istituzioni italiane, a tutela della sovranità nazionale e del diritto di cronaca”. Così una nota dei componimenti democratici della Commissione di vigilanza Rai.
“È ormai chiaro che in Italia la governance della Rai è paralizzata da un Governo di centrodestra che non rispetta quelli che dovrebbero essere i principi cardine di un servizio televisivo pubblico al servizio dei cittadini e non riesce o non vuole designare i nuovi vertici aziendali.
Tutto questo si riverbera sul funzionamento dell’azienda e della stessa commissione di Vigilanza bloccata da oltre tre mesi.
Noi chiediamo che vengano rispettate le scadenze previste dell’EMFA (European Media Freedom Act), rimediando ai ritardi già in essere, in modo da rimettere al centro della discussione politica il pluralismo dell’informazione.
Chiediamo ancora una volta che venga avviato al più presto l’iter legislativo della nuova governance Rai, tutelando il ruolo e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo e la professionalità dei suoi dipendenti”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai a margine dell’incontro alla stampa estera sul Media Freedom Act.
“Per riconoscere lo stato di emergenza delle alluvioni che si sono verificate in Toscana a febbraio e marzo scorsi il governo ha perso mesi di tempo, si attivi adesso per velocizzare l’immediata sospensione del pagamento delle fatture per le utenze delle bollette di acqua, luce e gas di famiglie ed imprese dei territori colpiti”. Lo chiede il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi in un ordine del giorno presentato al Decreto Bollette attualmente in discussione a Montecitorio.
“Le zone interessate sono moltissime: le province di Livorno, Pistoia e Grosseto dal maltempo di febbraio mentre a marzo la Città metropolitana di Firenze, le province di Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Gli aiuti stanziati fino ad oggi sono parziali e palesemente insufficienti. Servono norme immediate a sostegno di cittadini ed imprese in difficoltà e la sospensione delle bollette può rappresentare una boccata d’ossigeno fondamentale”, conclude Emiliano Fossi
Oggi, martedì 15 aprile 2025, alle ore 16, si terrà presso la Sala Stampa di Montecitorio, via della Missione, n. 4, la conferenza stampa di presentazione dell’evento “MEDITERRANEO DI PACE”, organizzato dall’On. Claudio Stefanazzi insieme al Museo Ebraico di Lecce per presentare le due nuove mostre allestite fino al 24 aprile presso la Sala del Cenacolo, Complesso di Vicolo Valdina, Piazza in Campo Marzio 42, Roma:
- “Puglia crocevia del Mediterraneo - Mobilità di uomini, merci e culture”, curata da Fabrizio Lelli – Direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente di lingua e letteratura ebraica presso l’Università “La Sapienza” di Roma - e da Fabrizio Ghio - architetto, archeologo e membro del comitato scientifico del Museo Ebraico di Lecce;
- "Errare, perseverare, sopravvivere", personale dell'artista ebraica americana di origine siriana Lenore Mizrachi-Cohen, curata da Fiammetta Martegani.
Per accreditarsi si prega di scrivere a fabio.mancini@camera.it, indicando, se del caso, la presenza di dispositivi per video e foto.
I lavori saranno trasmessi in diretta sul sito webtv.camera.it.
Domani, martedì 15 aprile 2025, alle ore 16, si terrà presso la Sala Stampa di Montecitorio, via della Missione, n. 4, la conferenza stampa di presentazione dell’evento “MEDITERRANEO DI PACE”, organizzato dall’On. Claudio Stefanazzi insieme al Museo Ebraico di Lecce per presentare le due nuove mostre allestite fino al 24 aprile presso la Sala del Cenacolo, Complesso di Vicolo Valdina, Piazza in Campo Marzio 42, Roma:
- “Puglia crocevia del Mediterraneo - Mobilità di uomini, merci e culture”, curata da Fabrizio Lelli – Direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente di lingua e letteratura ebraica presso l’Università “La Sapienza” di Roma - e da Fabrizio Ghio - architetto, archeologo e membro del comitato scientifico del Museo Ebraico di Lecce;
- "Errare, perseverare, sopravvivere", personale dell'artista ebraica americana di origine siriana Lenore Mizrachi-Cohen, curata da Fiammetta Martegani.
Per accreditarsi si prega di scrivere a fabio.mancini@camera.it, indicando, se del caso, la presenza di dispositivi per video e foto.
I lavori saranno trasmessi in diretta sul sito webtv.camera.it.
“Dopo l’ennesimo incidente mortale sulla tangenziale di Bologna, che il 10 aprile ha causato la morte di un operaio e il ferimento di altri due uomini, diventa non più rinviabile un intervento strutturale per la messa in sicurezza di una delle arterie più trafficate del Paese. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione a risposta immediata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.” Lo dichiarano Marco Simiani e Virginio Merola, capigruppo del Partito Democratico rispettivamente in Commissione Ambiente e Finanze della Camera che oggi si sono recati sul posto dell’incidente.
"Il progetto del Passante di Bologna – spiegano – rappresenta un'infrastruttura strategica per l’intero sistema viario nazionale, incrocio chiave tra i flussi Nord-Sud ed Est-Ovest della penisola. Eppure, nonostante gli annunci, i cantieri sono ancora fermi. Parliamo di un'opera attesa da oltre trent'anni, presentata da Autostrade per l’Italia come modello all’avanguardia già nel 2022, con un investimento di 3 miliardi di euro che continua a rimanere bloccato."
“Il ritardo nell’approvazione del piano economico-finanziario di Aspi da parte del Governo – sottolineano Simiani e Merola – rischia di compromettere definitivamente l’opera, con un costo stimato di 350 milioni di euro l’anno in termini di competitività persa per il tessuto produttivo, in particolare per le imprese della logistica e della manifattura.”
Con l’interrogazione, i due deputati Pd chiedono a Salvini quali urgenti iniziative intenda adottare per sbloccare il progetto e garantire la realizzazione del Passante di Bologna, anche attraverso lo stanziamento delle necessarie risorse finanziarie.
“La decisione unilaterale della Rai di trasferire i programmisti multimediali al Polo Regia è l’ennesima forzatura di un’azienda sempre più appiattita sulle logiche del Governo. Nonostante l’interrogazione del Pd in commissione Vigilanza Rai di novembre scorso, nessuna risposta è arrivata. Una scelta che viola il contratto collettivo, ignora il confronto sindacale e colpisce al cuore la filiera creativa del servizio pubblico. Si vuole trasformare la Rai in un contenitore svuotato di pensiero critico, dove si comprano contenuti e si svendono competenze. È in atto un disegno chiaro: indebolire la cultura, controllare l’informazione, marginalizzare chi produce qualità e pluralismo. Lo smantellamento della Rai come presidio democratico è parte della deriva autoritaria di questo Governo, che ignora persino il Media Freedom Act dell’Unione Europea. Altro che media company del futuro: qui si torna al passato. Il PD darà battaglia in Parlamento e nel Paese”.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, dopo un incontro con gli esponenti del circolo Pd Rai.
“È importante la parola, dopo di ché è la sostanza a fare la differenza e da questo punto di vista sono colpita da quello che è successo oggi in Aula”. Lo ha dichiarato Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, intervenendo a Metropolis, il talk di Repubblica TV, sul testo approvato oggi in parlamento su ReArm .
“Significa che la Maggioranza che ci governa è oggettivamente spaccata. Parliamo di nulla, in queste mozioni c’era molto poco. Ma anche sul nulla c’è una spaccatura a dimostrazione del fatto che non c’è una sola ma ben tre posizioni su un tema molto importante e questo è un problema. - prosegue la deputata dem - Non vengono tracciate delle strade e le forze di Governo sono più preoccupate di come si comunica che della sostanza. Noi invece abbiamo mantenuto una linea molto chiara al netto delle divisioni che non si possono nascondere. È preoccupante questa destra così spaccata”.
“Spero nella pace, ma nella pace giusta e non quella disegnata da Trump. Spero anche che non ci sia una resa incondizionata ma un’attenzione vera da parte dell’Europa. Servirebbero dei negoziatori perché lo schema di oggi è un tentennare. Fratelli d’Italia è imbarazzante anche in Ue: sul punto del sostegno all’Ucraina si sono astenuti, un elemento molto grave per lisciare il pelo a Trump. È imbarazzante” conclude Gribaudo.
Mercoledì 9 aprile, ore 10, Sala Berlinguer – Camera dei Deputati
I dati sul potere d’acquisto degli italiani sono drammatici. Secondo l’ultimo Rapporto Italia di Eurispes, il 57,4% degli italiani fatica ad arrivare a fine mese e ricorre sempre più spesso a strumenti finanziari per sostenere i consumi. I salari reali sono tra i peggiori d’Europa e la spirale del sovraindebitamento rappresenta, in Italia, una condizione sempre meno eccezionale e sempre più strutturale. L’incertezza economica, acuita anche dalle politiche protezionistiche introdotte da Trump, rende il contesto ancora più preoccupante. In uno scenario di fragilità diffusa, cresce il rischio di scivolare nella trappola del debito: è necessario un aggiornamento della normativa e offrire strumenti efficaci di prevenzione e tutela.
Per fare il punto sulla situazione e avanzare proposte concrete, oggi, mercoledì 9 aprile, ore 10.00, si terrà una conferenza stampa presso la Sala Berlinguer della Camera dei Deputati (Via degli Uffici del Vicario 21, Roma), promossa dal Gruppo parlamentare del Partito Democratico dal titolo “Il Diritto di ricominciare. Il sovraindebitamento, tra diritti negati e necessità di agire”. Parteciperanno la capogruppo democratica alla Camera, Chiara Braga, il capogruppo PD in Commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, il deputato Silvio Lai della Commissione Bilancio e la senatrice Cristina Tajani della Commissione Finanze. Saranno presenti inoltre Caterina Boca (Caritas Italia), Antonella Nanna (Federconsumatori), Giovanni Pastore (Favor Debitoris), l’avvocato Luigi Tarantello, a moderare l’incontro sarà Leonardo Cecchi.
Accrediti stampa: pd.ufficiostampa@camera.it
"Chiediamo una informativa urgente del ministro degli Esteri Tajani sulla violazione della tregua a Gaza e sui crimini di guerra che da allora sono stati commessi sotto gli occhi di tutto il mondo. Queste ultime settimane stanno cancellando decenni di diritto internazionale e ci vorranno decenni per ricostruirne la credibilità. Ogni giorno uomini e donne saltano in aria, vengono bruciati vivi, sepolti sotto le macerie delle bombe. L'assedio di Gaza è la negazione della sopravvivenza di una intera popolazione. L'estrema destra israeliana rivendica un disegno di pulizia etnica. Vuole l'annientamento dell'intera popolazione a Gaza e l'annessione della Cisgiordania. La deliberata esecuzione di 15 operatori sanitari a Rafah, sepolti sotto la sabbia, accanto alle ambulanze distrutte, è un attacco alla pace e alla civiltà. La responsabilità di tutto questo orrore ha un nome e un cognome, Benjamin Netanyahu. Ma c'è una ulteriore responsabilità politica e morale: quella di lasciare che un criminale come Netanyahu venga accolto in territorio europeo come ha fatto il vostro amico Victor Orban, garantendo l'impunità e negando la giustizia internazionale assicurata dalla corte penale internazionale che anche il Governo italiano vuole delegittimare. E ieri in quello stesso studio ovale che ha umiliato il leader del popolo ucraino, Gaza è diventata solo uno straordinario valore immobiliare da possedere e un criminale di guerra è stato accolto con tutti gli onori. Ma l'onore dell'Europa si sta perdendo con i silenzi, con l'inerzia, con la doppia morale. Il silenzio del nostro governo macchia anche l'onore dell'Italia.
Non si può restare in silenzio. Si possono proporre sanzioni contro il governo Netanyahu, si può riconoscere lo stato di Palestina, si può mettere al bando in Europa ogni invio di armi in Israele e chiedere la sospensione dell'accordo Ue-Israele per manifesta violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Quando i nostri figli ci chiederanno cosa abbiamo fatto per mettere fine a questi crimini ciascuno di noi sarà chiamato a rispondere e noi non vogliamo trovarci dalla parte di quelli che avrebbero potuto fare anche solo qualcosa e non l'hanno fatta". Lo ha detto in apertura dei lavori d'Aula, Giuseppe Provenzano, deputato e responsabile Esteri del Partito democratico.
Mercoledì 9 aprile, ore 10, Sala Berlinguer – Camera dei Deputati
I dati sul potere d’acquisto degli italiani sono drammatici. Secondo l’ultimo Rapporto Italia di Eurispes, il 57,4% degli italiani fatica ad arrivare a fine mese e ricorre sempre più spesso a strumenti finanziari per sostenere i consumi. I salari reali sono tra i peggiori d’Europa e la spirale del sovraindebitamento rappresenta, in Italia, una condizione sempre meno eccezionale e sempre più strutturale. L’incertezza economica, acuita anche dalle politiche protezionistiche introdotte da Trump, rende il contesto ancora più preoccupante. In uno scenario di fragilità diffusa, cresce il rischio di scivolare nella trappola del debito: è necessario un aggiornamento della normativa e offrire strumenti efficaci di prevenzione e tutela.
Per fare il punto sulla situazione e avanzare proposte concrete, domani, mercoledì 9 aprile, ore 10.00, si terrà una conferenza stampa presso la Sala Berlinguer della Camera dei Deputati (Via degli Uffici del Vicario 21, Roma), promossa dal Gruppo parlamentare del Partito Democratico dal titolo “Il Diritto di ricominciare. Il sovraindebitamento, tra diritti negati e necessità di agire”. Parteciperanno la capogruppo democratica alla Camera, Chiara Braga, il capogruppo PD in Commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, il deputato Silvio Lai della Commissione Bilancio e la senatrice Cristina Tajani della Commissione Finanze. Saranno presenti inoltre Caterina Boca (Caritas Italia), Antonella Nanna (Federconsumatori), Giovanni Pastore (Favor Debitoris), l’avvocato Luigi Tarantello, a moderare l’incontro sarà Leonardo Cecchi.
Accrediti stampa: pd.ufficiostampa@camera.it
A pagarne sono le fasce più deboli, famiglie e lavoratori
“Eni Versalis, partecipata dal governo, ha fatto scelte contro i lavoratori e contro la logica del mercato.
Tra le cause scatenanti di questa crisi industriale di Ragusa, Priolo e Brindisi vi è certamente quello del costo dell’energia. Al sud costa molto di più. Fino ad ora le misure messe in campo dal governo sono state impercettibili. Per le famiglie ma anche per le imprese.
Decarbonizzare la chimica come affermato dal governo rischia di diventare un annuncio sterile, ma a pagarne le spese sono i più deboli: come le famiglie sulla famosa tassa Ets che dovrebbe colpire i colossi dei trasporti e, invece, si abbatte sulle famiglie delle due grandi isole, in questo caso invece colpisce l'ultimo anello della catena, il più debole, i lavoratori.
In questi mesi a discapito degli annunci è mancato proprio il confronto con i lavoratori: a fine febbraio siamo stati proprio sotto la sede dell’Eni a far sentire le nostre ragioni ma il nostro appello per un vero confronto è rimasto inascoltato. Ministro Urso assente”.
Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Anthony Barbagallo, presentando la sua interrogazione al Governo su Eni Versalis.
“Non siamo per nulla soddisfatti delle dichiarazioni del governo in Aula oggi - ha poi replicato Barbagallo - che confermano lo smantellamento della chimica di base in Italia.
Il rinvio a sedicenti tavoli di coordinamento, senza un utilizzo convinto delle risorse dell’Fsc e del Pnrr, sembrano misure per alimentare la melina e non avviare un confronto vero con le parti sociali, la politica e le regioni interessate.
La decisione di Eni incide sull’intero sistema industriale del Paese: un progetto che, con la chiusura dei cracking di Brindisi e Priolo, metterà a rischio 20 mila posti di lavoro nei petrolchimici italiani e vedrà aumentare i costi di produzione per l’80 percento, in piena guerra commerciale con i dazi imposti da Trump e i crolli delle borse mondiali di queste ore.
Il governo e la politica devono assumersene la totale responsabilità e non voltarsi dall'altra parte come hanno fatto in questi mesi”, ha concluso Barbagallo.