“Nonostante le continue e vaghe dichiarazioni del Ministro Urso sullo sblocco della vertenza delle acciaierie di Piombino, sugli investimenti dell’attuale proprietà e sul nuovo imminente piano industriale, sulla possibilità di nuovi investitori, ad oggi l’unica certezza è purtroppo che tra poco più di un mese scadrà la cassa integrazione per 1400 dipendenti. Ribadiamo che il tempo delle promesse è finito e chiediamo al governo di intervenire immediatamente per rinnovare gli ammortizzatori sociali e convocare un incontro ufficiale con i sindacati per fare chiarezza sulle soluzioni di rilancio del comparto siderurgico piombinese e sulle reali tempistiche necessarie”. Lo dichiarano le deputati e i deputati Pd della Toscana Marco Simiani, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Artuto Scotto, Christian Di Sanzo e Marco Furfaro, presentando una nuova interrogazione parlamentare sulla vicenda. Un atto simile verrà depositato al Senato dai parlamentari del Partito Democratico Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
“Lo stabilimento siderurgico si trova in uno stato di prolungata inattività, si legge di nuove opportunità su cui esprimiamo cautela viste le molte delusioni avute a Piombino negli ultimi quindici anni e delle quali le forze sindacali hanno avuto notizie fin ora solo dai giornali.
Un comportamento inaccettabile.
E' quindi improcrastinabile che il Ministro convochi con urgenza le parti sociali, insieme al Sindaco e agli altri enti coinvolti Regione Toscana, Provincia e AdSP, e spieghi se il piano industriale presentato da Jsw sia accettabile o meno, quale sia conseguentemente il cronoprogramma delle opere che l’azienda indiana si è impegnata a edificare a Piombino ormai 6 anni fa e se e in quali termini industriali, ambientali e occupazionali esiste la possibilità dell’arrivo a Piombino del colosso ucraino dell’acciaio Metinvest”, conclude la nota.
Chiediamo ai vertici della Rai che, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sia assicurata adeguata copertura con diretta televisiva dell’importante manifestazione della società civile che si terrà domani a Roma e che coinvolgerà associazioni e decine di migliaia di persone. Quest'anno questa ricorrenza cade in un momento emotivamente impattante per la coscienza collettiva del Paese a seguito del recente caso di femminicidio che ha riguardato Giulia Cecchettin. Riteniamo che tale richiesta rientri pienamente nelle prerogative della Rai e chiediamo che possa pertanto essere accolta.
Così i componenti del PD in commissione di Vigilanza Rai in una lettera alla Presidente Marinella Soldi e all' Amministratore Delegato Roberto Sergio.
“Sulla violenza di genere dobbiamo fare un lavoro di informazione e soprattutto formazione delle figure professionali che operano in questi ambiti, dando loro anche molta più forza.
La violenza contro le donne è un tema che tutte le forze politiche devono affrontare unite. In questo senso è stata proficua l’unità fra la segretaria Schlein e la presidente Meloni. Pensavamo di aver fatto passi da gigante invece ci stiamo rendendo conto, alla luce di quanto purtroppo emerge ogni giorno dai tragici fatti di cronaca come quello di Giulia Cecchettin, che siamo ripiombati culturalmente a 70 anni fa. Dobbiamo fare molto di più, ma sicuramente un primo passo riguarda la conoscenza e la denuncia del problema. Oggi sappiamo che le richieste di aiuto da parte delle donne si sono triplicate e questo è un dato importante”. Lo ha detto il deputato del Pd, Stefano Graziano, ospite di Agorà Rai Tre.
“Noi come Partito Democratico abbiamo presentato una serie di proposte strutturali e mirate ad aiutare le fasce più deboli, come le proposte sul salario minimo, i trasporti, rendendoli gratis per gli studenti, la sanità, pensioni e carovita. La maggioranza ha presentato una manovra che sembra più uno spot elettorale, una manovra con proposte strumentali alle imminenti elezioni europee. Per esempio il taglio irrisorio al cuneo fiscale che, peccato, è solo per un anno, quindi non una misura strutturale che perdura nel tempo. Non ci sono misure sui mutui, quindi una manovra non strutturale e regressiva”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano, ospite di Agorà su Rai Tre.
“Non possiamo negare che il processo di integrazione europea abbia subito una battuta di arresto. E che sia il momento di guardare avanti. Ma per farlo dobbiamo ricordare che l’Europa unita nasce per dare risposta al dramma della Seconda Guerra Mondiale. Come soluzione in grado di creare sviluppo e benessere e di assicurare pace. I risultati raggiunti sono stati tanti. Eppure, di fronte al mutare della situazione internazionale, la Ue non è stata in grado di tenere pienamente il passo e questo ha creato delle diseguaglianze che stiamo pagando con l’emergere di forze nazionaliste che ne mettono in discussione l’esistenza stessa. Non possiamo permettere che accada. Non possiamo lasciare tutto com’è. Nè lasciare che i governi nazionalisti abbiano la meglio e ci riportino indietro. Dobbiamo spingere il processo di integrazione europea il più possibile e per farlo dobbiamo accelerare le riforme istituzionali che regolano la governance europea - penso all’eliminazione del diritto di veto che paralizza spesso le azioni del Consiglio impendendo o rallentando decisioni fondamentali per il benessere di tutti gli Stati membri. Ma allo stesso tempo dobbiamo lavorare per più forti politiche comuni nei settori economici, della sostenibilità ambientale, della difesa, delle politiche migratorie, dello sviluppo. La storia degli ultimi tempi, con il Covid e la guerra in Ucraina, ha evidenziato che l’unica risposta possibile alle difficoltà del nostro tempo è quella comune. È quella europea”, Così Piero De Luca, capogruppo Pd in Commissione Politiche Ue intervenendo all’incontro “Il rosso e il verde per il futuro dell’Europa”.
Oggi, giovedì 23 novembre, si svolgerà alla Camera dei deputati l’evento “Il Rosso e il Verde per il futuro dell’Europa: Italia e Germania tra occupazione e transizione verde” organizzato su impulso della Fondazione tedesca Friedrich Ebert Stiftung, d’intesa con la Vice Presidente Anna Ascani e i presidenti dei gruppi PD Chiara Braga, Francesco Boccia e Brando Benifei. L’incontro è previsto a partire dalle ore 16.30 presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio. Esperti e rappresentanti politici dei due Paesi si confronteranno sul ruolo della transizione verde e sul suo impatto sul mondo del lavoro in Italia e Germania. I saluti istituzionali saranno affidati alla vicepresidente della Camera Anna Ascani, al Direttore della Fondazione Ebert in Italia Tobias Mörschel, alla Presidente del gruppo dei deputati PD-IDB Chiara Braga, al Capodelegazione PD al Parlamento europeo Brando Benifei e al Presidente del gruppo dei senatori PD-IDP Francesco Boccia. Parteciperanno alla discussione i seguenti esperti: il politico tedesco Bengt Bergt, l’AD per l'inclusione e leadership di C40 Cities Caterina Sarfatti, il policy advisor della Fondazione Ebert a Bruxelles Stephan Thalhofer, la rappresentante della Direzione IG-Metall Simone Ebel-Schmid, il Professore di diritto del lavoro presso l’università Cattolica Michele Faioli. Introduce i lavori il Direttore scientifico di Asvis Enrico Giovannini e coordina i lavori la corrispondente Rai a Berlino Barbara Gruden. Le conclusioni sono affidate alla segretaria PD, Elly Schlein. Per accrediti: segreteria.braga@camera.it.
Domani, giovedì 23 novembre, si svolgerà alla Camera dei deputati l’evento “Il Rosso e il Verde per il futuro dell’Europa: Italia e Germania tra occupazione e transizione verde” organizzato su impulso della Fondazione tedesca Friedrich Ebert Stiftung, d’intesa con la Vice Presidente Anna Ascani e i presidenti dei gruppi PD Chiara Braga, Francesco Boccia e Brando Benifei. L’incontro è previsto a partire dalle ore 16.30 presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio. Esperti e rappresentanti politici dei due Paesi si confronteranno sul ruolo della transizione verde e sul suo impatto sul mondo del lavoro in Italia e Germania. I saluti istituzionali saranno affidati alla vicepresidente della Camera Anna Ascani, al Direttore della Fondazione Ebert in Italia Tobias Mörschel, alla Presidente del gruppo dei deputati PD-IDB Chiara Braga, al Capodelegazione PD al Parlamento europeo Brando Benifei e al Presidente del gruppo dei senatori PD-IDP Francesco Boccia. Parteciperanno alla discussione i seguenti esperti: il politico tedesco Bengt Bergt, l’AD per l'inclusione e leadership di C40 Cities Caterina Sarfatti, il policy advisor della Fondazione Ebert a Bruxelles Stephan Thalhofer, la rappresentante della Direzione IG-Metall Simone Ebel-Schmid, il Professore di diritto del lavoro presso l’università Cattolica Michele Faioli. Introduce i lavori il Direttore scientifico di Asvis Enrico Giovannini e coordina i lavori la corrispondente Rai a Berlino Barbara Gruden. Le conclusioni sono affidate alla segretaria PD, Elly Schlein. Per accrediti: segreteria.braga@camera.it.
“Nel corso della edizione di Domenica In trasmessa in data 19 novembre u.s. nell’affrontare il drammatico caso di cronaca di Giulia Cecchettin la conduttrice Mara Venier ha affermato testualmente che “occuparsi di femminicidio non è né di destra né di sinistra”. Suddetta considerazione in linea di principio sarebbe ineccepibile considerato che si tratta di una questione di civiltà; peccato che la stessa conduttrice abbia invitato in studio a parlarne solo esponenti del centrodestra come la deputata Rita dalla Chiesa del gruppo di Forza Italia e la deputata Simonetta Matone del gruppo della Lega.
Ancora una volta in un contenitore di intrattenimento di grande richiamo per il servizio pubblico si manifesta una palese assenza di pluralismo assecondando una sola parte politica.
Chiediamo pertanto ai vertici Rai se siano a conoscenza di quanto accaduto e se intendano tutelare la funzione di servizio pubblico anche nell’ambito dei programmi di intrattenimento assicurando pluralismo ed evitando la presenza di soli esponenti della maggioranza di governo”. Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai, firmatari di una interrogazione all’Amministratore delegato della Rai.
“A Domenica In, ieri, un momento poco edificante di come la Tv pubblica decide di affrontare un tema drammatico con ospiti politici. Perché a discutere dell’assassinio di Giulia Cecchettin sono state invitate due esponenti di centrodestra come Rita Dalla Chiesa e Simonetta Matone?”. Così in una nota i componenti della commissione di Vigilanza Rai del Partito democratico.
“Sulle parole dell’onorevole Matone poi, meglio stendere un velo, vista l’assurdità delle sue affermazioni con il richiamo a ‘madri normali’, colpevolizzando ancora una volta le donne e veicolando messaggi che perpetuano la cultura maschilista nella quale di riproduce la violenza. Sconcerta che per discutere di una questione sulla quale serve la massima unità, la Rai decida di far parlare solo una parte, fornendo ancora una volta un cattivo esempio di pluralismo”.
Chiediamo all’amministratore delegato della Rai di conoscere se davvero quelli riportati dagli organi di stampa sono gli importi contrattuali del conduttore Pino Insegno e se non ritenga eccessiva la soglia di oltre un milione di euro in due anni, considerata la funzione del servizio pubblico ed anche i risultati conseguiti dallo stesso conduttore che in questi mesi non ha brillato per le performance televisive, visti i pessimi dati in termini di ascolti e share registrati dalla sua trasmissione su Rai 2 “Mercante in Fiera”.
Vorremmo anche chiedere all’a.d. Roberto Sergio se non si stia palesando da parte della Rai un eccesso di attenzione nei confronti del futuro professionale di Pino Insegno, probabilmente in relazione alla sua prossimità con l’attuale maggioranza di governo, piuttosto che affrontare l’oggettiva e indiscutibile crisi di prodotto e di ascolti che in maniera crescente sta facendo registrare in questi mesi.
Così i componenti PD della Vigilanza Rai in un’interrogazione all’Amministratore delegato del servizio pubblico radiotelevisivo.
Lo scrive su X Lia Quartapelle, deputata Pd
A febbraio @bancaditalia segnalava prelievi di 1 mln € dai conti correnti dell’ambasciata russa in Italia. Avevo presentato una interrogazione per chiedere al governo di convocare l’ambasciatore russo e chiedere spiegazioni. Sono passati 10 mesi i milioni sono diventati 4, in Russia si è scoperto che un giornalista è stato pagato 600k euro da un oligarca. Da noi il governo non ha ancora spiegato cosa fa per monitorare o fermare questi flussi. Presenterò un’altra interrogazione.
“Evidentemente il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri ha deciso di utilizzare la commissione di Vigilanza Rai come suo manganello personale da agitare a piacimento contro le trasmissioni televisive che non sono di suo gradimento come Report, che, come ha lui stesso dichiarato oggi in audizione starebbe preparando ‘una puntata personale giustamente per vendetta perché poi l'uso del servizio pubblico, per vendetta è un privilegio che hanno i ranucci della situazione’. Se Gasparri avesse intenzione di utilizzare la sua posizione in Vigilanza Rai per precostituire attacchi alle trasmissioni a lui sgradite che sono in procinto di trasmettere servizi che lo riguardano, sarebbe di una gravità inaudita che noi del Partito Democratico censuriamo nella maniera più netta”. Lo dichiarano in una nota congiunta i componenti dem della commissione di Vigilanza Rai.
"Come si concilia la nuova linea editoriale con il contratto di servizio Rai e il codice etico? La libertà va accompagnata alla responsabilità. Sono due temi che, soprattutto quando si fa informazione, devono imprescindibilmente stare insieme. Ma abbiamo ascoltato nelle trasmissioni di Foa che i vaccini sono dannosi o che quello che propone Vannacci è pura onestà intellettuale e in senso più ampio, rispetto alla trasmissione di Foa, i monologhi degli esponenti della maggioranza che godono di ampi spazi senza contraddittorio che minano il pluralismo culturale e politico del servizio pubblico”. Così la deputata dem Ouidad Bakkali, componente della commissione di Vigilanza Rai, durante l’audizione di Francesco Pionati, direttore del Giornale Radio e Rai Radio Uno.
“La libertà senza responsabilità – ha concluso Bakkali - senza verifica delle fonti ed equilibrio non vale molto, anzi è dannosa e riduce gli spazi di democraticità nella televisione e radio pubbliche. Il nostro dovere in Vigilanza Rai è sorvegliare la corretta applicazione del contratto di servizio. Esortiamo la direzione a vigilare e garantire l’applicazione tanto del contratto quanto del codice etico che oltre alla pluralità delle voci richiama tutti a contrastare fake news e tesi antiscientifiche. Raccogliamo l’impegno del direttore Pionati a operare in questo senso e ne misureremo l’efficacia”.
“Il tema di fondo è, non solo perché era un'intervista dove c'era Candiani, ma Candiani è stato corretto sul piano politico, il problema è Storace. Il problema è la conduzione di questi programmi. Perché se si rappresenta in modo così devastante la posizione di un segretario politico nazionale, chiunque esso sia, mi chiedo, ma che modo è di dire una cosa del genere? Io ritengo questa cosa inaccettabile. Il Pd ritiene questo modus operandi inaccettabile. L'ho voluto fare ascoltare perché resti agli atti della commissione di Vigilanza Rai. Perché questo è un problema politico ed è una modalità con la quale si fa comunicazione politica. Non è un modo che è dettato semplicemente dalle ospitate. Per noi è inaccettabile che ci siano cose di questo tipo. Le chiedo una risposta chiara su quello che è accaduto”. Lo ha detto il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, durante l’audizione di Francesco Pionati, direttore del Giornale Radio e Rai Radio Uno, in riferimento agli apprezzamenti di Francesco Storace, conduttore del programma radiofonico di Rai Radio Uno ‘Il rosso e il nero’, nei confronti della Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein mentre intervistava il deputato della Lega Stefano Candiani.
“Se io ospito una persona – ha aggiunto l’esponente Pd rivolto al direttore di Rai Radio Uno - e quella stessa persona da solo parla dicendo tutto quello che vuole in un tempo ‘x’, non conta che io poi possa essere invitato insieme ad altri dieci che semmai sono anche della stessa parte politica. Il tema non è il numero di ospitate ma il modo con cui si fa informazione e i tempi. Lei è una persona molto intelligente, capisce bene quale sia la differenza”.
“L’aggressione all’inviato della trasmissione Rai ‘Mi manda RaiTre’, Stefano Maria Sandrucci, avvenuta a San Nicandro Garganico, nel Foggiano, è molto grave e non può essere derubricata ad episodio marginale. Il giornalista stava compiendo un’inchiesta sulle scuole private e i cosiddetti ‘diplomifici’, gli istituti paritari accusati di rendere più facile il conseguimento dei titoli di studio rispetto alle scuole pubbliche. La persona indagata dalla Procura di Foggia su questa vicenda, anziché rispondere alle domande del giornalista, lo ha aggredito con una mazza da baseball minacciandolo di morte. Nel testimoniare a Stefano Maria Sandrucci tutta la nostra vicinanza e solidarietà, vorrei ricordare che nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, sono stati rilevati in Italia 83 episodi di intimidazione e minaccia a danno di 234 giornalisti. Con una media di 1,3 vittime al giorno. Tenere alta l’attenzione è dunque un obbligo per le istituzioni democratiche”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai, Stefano Graziano.