"Ho sentito questa mattina Daniele De Paz, Presidente della Comunità Ebraica di Bologna. Credo che Bologna debba come sempre dimostrare di essere la città della pace, del dialogo, del contrasto ad ogni forma di antisemitismo. Guardo con preoccupazione il rischio che crescano conflitti e divisioni. Giusto contestare senza alcuna ambiguità le politiche dell'attuale governo di Israele, che si sta rendendo responsabile di una tragedia umanitaria a Gaza. Questo non deve significare mettere in secondo piano le responsabilità ed i crimini di Hamas, una organizzazione terroristica nemica della libertà.
Leggo che Fratelli d' Italia vuole impartire lezioni, senza averne certamente l'autorevolezza. Possono stare tranquilli. Il Sindaco Lepore e l'amministrazione comunale hanno sempre dimostrato a quali valori di pace, democrazia e dialogo ispirano la loro azione.
Sono convinto che ora la priorità sia aiutare il dialogo. Nella prospettiva di garantire insieme il diritto al popolo palestinese a vivere in un proprio stato, riconosciuto internazionalmente, ed il diritto alla sicurezza dello stato di Israele e del suo popolo. E per unire e non dividere la nostra comunità, in particolare in una città Medaglia d' Oro della Resistenza, che ha una lunga storia di apertura e di dialogo e di condivisione interreligiosa e interculturale". Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Il gioco d’azzardo è fuori controllo e i dati presentati questa mattina da Cgil e da Federconsumatori con la pubblicazione del libro nero 2024 lo attesta inequivocabilmente. Sono dati inquietanti. In dieci anni le scommesse sono cresciute del 78%. Siamo ormai a 150 miliardi a fronte degli 84 del 2013. Praticamente una cifra complessiva che vale cinque volte la legge del bilancio in corso, l’89% della spesa alimentare e l’87% della spesa sanitaria. Gli italiani hanno perso con il gioco 22 miliardi nel 2023 e tantissimi di loro, dopo aver perso tutto, sono caduti nella rete del ricatto e degli usurai. Molti altri, sempre di più, stanno combattendo la perversa sindrome della ludopatia. Di fronte a tutto questo lo Stato aumenta le possibilità di gioco, perché ha bisogno di recuperare risorse per le emergenze e per fronteggiare l’enorme debito pubblico, anziché operare per mettere regole a protezione delle fasce più deboli e ridurre l’offerta di gioco. E lo Stato fa anche un altro danno: nega la disponibilità dei dati sul gioco al terzo settore e alle regioni e ai comini nonostante nella legge delega grazie ad un emendamento del Pd sia stato inserito come obbligo e diritto”.
Così il dem Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e primo firmatario della proposta di legge sul riordino della disciplina sui giochi pubblici.
“Non avere quei dati - aggiunge - non consente di avere l’esatta dimensione e distribuzione del fenomeno e le conseguenze di carattere economico e di salute che pregiudicano la vita di decine di miglia di persone del nostro Paese per la gioia delle organizzazioni criminali e mafiose che sanno come incunearsi nelle piaghe dei drammi sociali. Occorre che lo Stato si ponga l’obiettivo di costruire un sistema normativo che ridefinisca l’idea di gioco, come fatto episodico e non compulsivo della vita delle persone. Serve coraggio per farlo - conclude - ma solo così si possono combattere gli effetti devastanti prodotti dal gioco d’azzardo non solo per il giocatore ma anche per le famiglie, gli ambiti di lavoro e la società”.
"Sessanta raid su Rafah in appena due giorni, l'ultimo poche ore fa. I tank dell'esercito israeliano sono arrivati al centro della città dove si erano rifugiate un milione e mezzo di persone scappate dal resto della Striscia, ormai distrutta, e da dove nelle ultime tre settimane un milione di loro sono state costrette a scappare di nuovo, senza avere un posto sicuro perché a Gaza non c'è un posto sicuro.
Davanti all'indignazione globale dopo il bombardamento della tendopoli durante il quale 45 persone, donne e bambini, sono morte bruciate vive, Netanyahu ha parlato di "tragico errore": ma quale tragico errore? E' un attacco deliberato. A Rafah da due settimane è in corso l'offensiva nonostante tutti gli alleati avessero chiesto di non farlo perché avrebbe provocato una carneficina. Ora Gaza è "un inferno in terra", come l'ha definita l'Unrwa. Netanyahu e il suo governo continuano a macchiarsi di crimini di guerra, a mietere vittime innocenti e non si sta facendo abbastanza per fermarli. Il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato che Hamas "usa Rafah per creare ulteriori problemi attirando Israele dentro una trappola mediatica". Ma quale trappola mediatica, ministro? La trappola, quella vera, è quella in cui è rinchiusa la popolazione palestinese che da Gaza non può neanche uscire se volesse trovare rifugio altrove. La Striscia è sigillata e impermeabile perfino agli aiuti, ancora una volta bloccati fuori dal valico di Rafah dall'esercito israeliano.
Cos'altro deve succedere? Qual è la linea rossa che non può essere superata e oltre la quale potremo vedere una qualche azione che punti davvero a fermare Netanyahu?
Gli Usa e l’Ue lo costringano al cessate il fuoco immediato: le opzioni per farlo ci sono, a partire dalle sanzioni, dallo stop alla vendita di armi, dalla sospensione degli accordi commerciali e dell'accordo di associazione Ue-Israele. Questo immobilismo è insopportabile e genera rabbia e sdegno nell’opinione pubblica di tutto il mondo. A partire da giovani che nelle università di tanti Paesi protestano pacificamente contro questa colpevole indifferenza. Lo dico al governo italiano: ignavia, cinismo e opportunismo non sono più ammissibili. Il tempo è scaduto". Lo ha dichiarato intervenendo oggi in aula Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Le parole del segretario generale della Nato Stoltenberg sono gravi e rischiano di destabilizzare un quadro internazionale già molto critico. All'indomani dell'invasione russa in Ucraina, tutti gli Stati membri hanno concordato che la Nato, pur non facendo mancare il sostegno all'Ucraina, non dovesse essere direttamente coinvolta nel conflitto.
Le infelici uscite del segretario dell'Alleanza atlantica di questi giorni non solo travalicano il suo ruolo, ma alludono ad un'escalation globale che non possiamo permetterci e che è assolutamente da evitare". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Un inferno in terra" così l'Unrwa definisce Gaza dopo i raid di questa notte su Rafah. Raid, va precisato, che si sono abbattuti sulle tendopoli delle persone sfollate, cioè già fuggite ad altri bombardamenti.
Un attacco deliberato sui civili, sulle donne, sui bambini che ha causato decine di vittime e moltissimi feriti.
Un attacco in totale spregio dell'ordine della Corte internazionale di giustizia che aveva vietato ulteriori operazioni a Rafah.
Netanyahu e il suo governo continuano a macchiarsi di crimini di guerra, a mietere vittime innocenti e non si sta facendo abbastanza per fermarli.
Gli Usa e l’Ue lo costringano al cessate il fuoco: le opzioni per farlo ci sono, a partire dalle sanzioni e dallo stop alla vendita di armi. Questo immobilismo è insopportabile e genera rabbia e sdegno nell’opinione pubblica di tutto il mondo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Governo sembrava unito su tutto, ora è diviso su tutto
“Quando è partito il governo Meloni, la maggioranza sembrava unita su tutto. Oggi sono in disaccordo su tutto. E sull’unità del governo riguardo la politica estera? Cosa pensa Meloni dell’interrogazione della Lega di Salvini sulle parole di Stoltenberg?”. Lo dichiara il deputato del PD e capogruppo pd in commissione difesa di Montecitorio Stefano Graziano a proposito della dichiarazione della Lega secondo cui presenterà un’interrogazione sulle parole del segretario generale della Nato.
“I telegiornali della Rai fanno un uso distorto della par condicio perché considerano un video di propaganda dell’onorevole Giorgia Meloni - candidata capolista alle Europee - come se fosse un intervento istituzionale da presidente del Consiglio e aumentano con altri esponenti la presenza in voce del suo partito Fratelli d’Italia. Questo un tentativo di distorsione della campagna elettorale”. Così in una nota i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
Oggi, venerdì 24 maggio, la giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, avrebbe festeggiato il suo compleanno, se quel 20 marzo 1994 non fosse stata uccisa a Mogadiscio, insieme all'operatore Miran Hrovatin, per le loro inchieste su traffici d'armi e rifiuti all'ombra della Cooperazione Internazionale. E oggi, venerdì 24, alla Camera, presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari (in Via di Campo Marzio, 74), si terrà una iniziativa promossa dalla Comunità “Noi non archiviamo” della quale fanno parte una serie di soggetti protagonisti in questi decenni dell'impegno per la verità su quegli omicidi, per scoprire responsabili e depistaggi. L'iniziativa servirà a rilanciare con forza questa esigenza, anche alla luce del recente incontro avuto da una delegazione della Rete con i vertici della Procura di Roma.
La giornata (dalle 10 alle 12.30) vedrà protagonisti ragazze e ragazzi di scuole che hanno partecipato con i loro lavori al progetto “Una stella di nome Ilaria Alpi”.
Presieduto da Mariangela Grainer e Walter Verini, l'appuntamento avrà inizio con il saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e con quelli di Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Fondazione Murialdi, Articolo 21.
La giornalista Federica Sciarelli e Walter Veltroni ricorderanno la collega e amica Ilaria e Miran e le battaglie di questi trenta anni. Questi momenti saranno intervallati da letture di Cristiana Capotondi dal libro di Gigliola Alvisi sulla giornalista del Tg3 e dalla proiezione di estratti video dal film “Il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani. Nella seconda parte la giornalista Giulia Bosetti e la stessa Grainer coordineranno l'illustrazione dei lavori da parte degli studenti.
Per gli accrediti scrivere a: pd.ufficiostampa@camera.it, indicando nome, cognome, numero di tesserino ed eventuali strumenti come fotocamere o videocamere.
Domani, venerdì 24 maggio, la giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, avrebbe festeggiato il suo compleanno, se quel 20 marzo 1994 non fosse stata uccisa a Mogadiscio, insieme all'operatore Miran Hrovatin, per le loro inchieste su traffici d'armi e rifiuti all'ombra della Cooperazione Internazionale. E venerdì 24, alla Camera, presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari, si terrà una iniziativa promossa dalla Comunità “Noi non archiviamo” della quale fanno parte una serie di soggetti protagonisti in questi decenni dell'impegno per la verità su quegli omicidi, per scoprire responsabili e depistaggi. L'iniziativa servirà a rilanciare con forza questa esigenza, anche alla luce del recente incontro avuto da una delegazione della Rete con i vertici della Procura di Roma.
La giornata dalle 10 alle 12.30) vedrà protagonisti ragazze e ragazzi di scuole che hanno partecipato con i loro lavori al progetto “Una stella di nome Ilaria Alpi”.
Presieduto da Mariangela Grainer e Walter Verini, l'appuntamento avrà inizio con il saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani, e con quelli di Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Fondazione Murialdi, Articolo 21.
La giornalista Federica Sciarelli e Walter Veltroni ricorderanno la collega e amica Ilaria e Miran e le battaglie di questi trenta anni. Questi momenti saranno intervallati da letture di Cristiana Capotondi dal libro di Gigliola Alvisi sulla giornalista del Tg3 e dalla proiezione di estratti video dal film “Il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani. Nella seconda parte la giornalista Giulia Bosetti e la stessa Grainer coordineranno l'illustrazione dei lavori da parte degli studenti.
Pd presentano interrogazione a Sergio per sapere chi ha revocato contratto Scurati
“La presidente Soldi ha perso un’occasione per dimostrare alla commissione di vigilanza Rai di aver svolto il proprio incarico con equilibrio e garanzia; adesso non si stupisca se in tanti si stanno domandando quali pressioni ha ricevuto in queste settimane, da chi e per quali ragioni?”
così una nota dei parlamentari democratici componenti della commissione di vigilanza Rai al termine dell’audizione della presidente Rai, Marinella Soldi. “Dopo aver accusato pubblicamente Rossi e Sergio per la gestione del caso Scurati - spiegano i democratici - la presidente ha oggi ritrattato completamente la sua versione,
che parlava di omissioni e ricostruzioni parziali, avallando la tesi della violazione della policy aziendale da parte della giornalista Bortone. Una drastica inversione a ‘U’ che aumenta la confusione e non fa chiarezza su quanto accaduto: a un mese dalla mancata messa in onda del monologo di Scurati, ancora oggi non sappiamo chi gli ha materialmente revocato il contratto mascherando la censura con “motivi editoriali”. Visti questi continui rimpalli da parte dei vertici Rai, che sviliscono il ruolo della commissione di vigilanza, presenteremo una formale interrogazione parlamentare e per sapere dall’Ad chi ha firmato materialmente la revoca del contratto a Scurati”.
"Salvini e Le Pen fanno un'operazione di mero maquillage elettorale dicendo di espellere i tedeschi di Afd dal proprio gruppo al prossimo parlamento europeo. Il vero volto della destra è emerso a Madrid alla convention di Vox a cui ha partecipato anche la premier Meloni. E' la destra illiberale, sovranista, che guarda al passato. Mentre invece dovremmo guardare al futuro, rafforzando l'Europa per fare un'unione sempre più sociale, solidale, democratica, che tuteli e difenda diritti e libertà fondamentali". Lo ha detto Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo Pd in commissione Politiche dell'Ue a Montecitorio, ai microfoni del Gr 1 Rai.
Ddl comprime libertà costituzionalmente garantite
I capigruppo di opposizione hanno scritto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per stigmatizzare l’accelerazione impressa dai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia sull’esame del ddl sicurezza e chiedere la convocazione di una capigruppo per riesaminare i tempi di approdo in aula di un provvedimento che “comprime libertà costituzionalmente garantite in particolare nel campo del diritto penale, del diritto dell’immigrazione e del diritto penitenziario”. La lettera - firmata da Chiara Braga, Francesco Silvestri, Matteo Richetti, Luana Zanella, Davide Faraone e Riccardo Magi - chiede che il presidente garantisca tempi adeguati di discussione “nel rispetto delle prerogative di tutti i gruppi, di tutte le deputate e di tutti i deputati, tanto di maggioranza quanto di opposizione”.
Ecco il testo integrale
Egregio Presidente,
il disegno di legge AC 1660 recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario” contiene numerose norme altamente complesse per l’impatto che possono determinare nel nostro ordinamento giuridico, anche per le limitazioni che possono esplicare su talune libertà fondamentali, in particolare nel campo del diritto penale, del diritto dell’immigrazione e del diritto penitenziario.
L’iter di esame del provvedimento seguito sino ad oggi è parso altamente lesivo di alcune fondamentali norme e procedure parlamentari, prima tra tutte quella stabilita dall’articolo 79 del Regolamento della Camera con riferimento alla necessità di un’adeguata istruttoria parlamentare.
Occorre infatti ricordare che tale provvedimento pur essendo stato approvato in Consiglio dei Ministri il 16 novembre 2023, è stato presentato alla Camera dei deputati solo il 22 gennaio del 2024, per essere infine assegnato alle Commissioni riunite I Affari Costituzionali e II Giustizia in sede Referente solo il 9 febbraio 2024. Bisognerà attendere il 27 febbraio perché sia iniziato l’esame in sede referente, seguito da un’unica ulteriore seduta il 28, e dalla necessità di indicare per i gruppi parlamentari i nominativi dei possibili auditi entro e non oltre la data perentoria del 29 di febbraio. A partire da tale ultima data il provvedimento è scomparso dall’ordine del giorno delle commissioni, ricomparendo solo il 7 maggio in sede di Conferenza dei Capigruppo quando il Governo ha deciso di chiedere l’esame in Aula del provvedimento già per il mese di maggio.
Giovedì 16 maggio, alle 18.00 circa, è arrivata una convocazione delle Commissioni riunite I e II relative alla giornata di venerdì 17 maggio, con l’inserimento senza alcun preavviso, alle ore 12.30 di un Ufficio di Presidenza delle due commissioni riunite, e a seguire lo svolgimento di audizioni relative all’AC 1660, violando tutti gli accordi in precedenza assunti dai gruppi nelle commissioni nel non fissare audizioni o uffici di presidenza al di fuori dei giorni d’Aula in considerazione dei numerosi impegni elettorali dei deputati nell’imminenza dello svolgimento delle elezioni europee.
Ancor più grave è stata poi l’inattesa e improvvida decisione assunta dalle Presidenze delle Commissioni I e II, e comunicata nell’ufficio di Presidenza di venerdì 17 maggio, di anticipare il termine di presentazione degli emendamenti, già concordato e fissato per la giornata di giovedì 23 maggio, di ben 48 ore, alla data di martedì 21 maggio, nonostante la ferma contestazione e le ripetute proteste di tutti i gruppi di opposizione.
È evidente infatti che a fronte di un iter formalmente lunghissimo, che è iniziato nel Consiglio dei Ministri lo scorso novembre, l’istruttoria del provvedimento in commissione è stata del tutto inadeguata e incompleta. Molti dei soggetti segnalati per le audizioni hanno dovuto rinunciare a causa dei tempi anticipati in modo imprevisto, e non sono ancora pervenuti alcuni dei contributi scritti da parte stessi auditi, molti dei quali stanno svolgendo le audizioni ancora nel pomeriggio dilunedì 20 maggio, del tutto a ridosso del termine fissato per la presentazione degli emendamenti. Occorre ricordare che le audizioni così organizzate smarriscono la loro importante funzione informativa, ossia quella di restituire ai parlamentari una fotografia efficace di tutti gli interessi in gioco su una specifica tematica in discussione in Parlamento, mettendoli così in grado di aiutare a compiere scelte più informate e bilanciate.
È altrettanto evidente che anche la fase di esame degli emendamenti – che rebus sic stantibus non potrà iniziare prima della serata del prossimo mercoledì o addirittura nella giornata di giovedì - sarà compressa e sacrificata in modo insostenibile, se restasse confermata per l’approdo in aula la data del 27 maggio prossimo.
Alla luce di quanto premesso, e ulteriormente stigmatizzando quanto sin qui avvenuto, Le chiediamo - in considerazione da un lato dell’estrema delicatezza del provvedimento sotto il profilo della possibile compressione di libertà costituzionalmente garantite, e dall’altro alla luce dell’assoluta inadeguatezza e incompletezza sia della fase istruttoria svolta siadell’ulteriore compressione dei tempi che verrà necessariamente operata per la fase di esame e votazione degli emendamenti qualora venisse confermata la data del 27 maggio - di convocare quanto prima una capigruppo al fine di riesaminare i tempi di approdo del provvedimento in Aula, così consentendo un’adeguata istruttoria nelle commissioni di merito, uno slittamento del termine attualmente previsto per la presentazione degli emendamenti, e una fase di esame e approvazione degli stessi conforme alle basilari norme e consuetudini parlamentari.
Ci auguriamo che per l’esame di questo disegno di legge così complesso e articolato, e per i futuri provvedimenti all’esame di questo ramo del Parlamento, Lei sappia garantire un’efficace istruttoria legislativa, e tempi adeguati di esame degli emendamenti, nel rispetto delle prerogative di tutti i gruppi, di tutte le deputate e di tutti i deputati, tanto di maggioranza quanto di opposizione.
On Chiara Braga, On. Francesco Silvestri, On. Matteo Richetti, On. Luana Zanella, On. Davide Faraone, On Riccardo Magi
“Dai tg della Rai garantismo a fasi alternate: quando i casi di cronaca vedono coinvolto un esponente dei partiti di maggioranza il risalto è pari allo zero, quando invece riguardano esponenti dei partiti di opposizione viene dato il massimo risalto con apertura dei principali notiziari del servizio pubblico”. Così i parlamentari dem della commissione di Vigilanza sulla Rai commentano le modalità con cui i tg hanno dato la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del capogruppo di FdI in Puglia, indagato per corruzione elettorale e candidato alle europee, Francesco Ventola.
“L’iter del decreto Superbonus, domani in Aula alla Camera, dimostra plasticamente che il governo Meloni è incapace e cerca goffamente, dopo più di due anni e mezzo in carica, di scaricare il peso dei suoi errori sulle opposizioni, ma anche su imprese, banche e risparmi delle famiglie, mettendo in serio pericolo un settore trainante per il Pil del Paese. Con l’aggravante di omettere costantemente dallo story telling di Palazzo Chigi, sia che la misura, oggi demonizzata, è stata sempre sostenuta da due dei tre partiti che oggi formano la maggioranza e sia che i conti sono andati fuori controllo per le loro scelte di questi due anni”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.
“Il governo - ha aggiunto Merola - preoccupato per la tenuta della maggioranza, che ha manifestato più di un mal di pancia per questo decreto, ha annunciato che ricorrerà all’ennesima fiducia, evitando così di discutere meno di 30 emendamenti delle opposizioni e comprimendo, senza una reale giustificazione, il confronto democratico. Noi abbiamo chiesto che venga mantenuta la cessione del credito e lo sconto in fattura per le aree colpite da calamità, per il Terzo settore e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Inoltre, chiediamo che venga mantenuta l’aliquota per le ristrutturazioni al 36 per cento e non al 30 per cento come vorrebbe il governo. Riducendo gli emendamenti presentati abbiamo creato tutte le premesse per un giusto confronto tra maggioranza e opposizione. Il governo rinunci a contingentare i tempi in commissione e a ricorrere alla fiducia in Aula”.